MARINARITA, ascolta un suggerimento anzi fai conto di una consulenza “aggratis”
Per andare in fondo alla questione la via maestra è la seguente:
lascia perdere le parole a caso tipo denuncia, si tratterebbe in ogni caso di querela di parte.
Per sporgerla serve un legale, ma il legale (a meno che non cumuli nelle sue cariche anche quella di revisore iscritto) non si può muovere senza la relazione di un revisore, appunto, che dia conto delle irregolarità e del profilo che le contraddistingue.
Tieni presente che l’approvazione del rendiconto funge da sanatoria di eventuali irregolarità che non abbiano rilevanza penale. Approvare implica che una maggioranza ha espresso una volontà vincolante anche per i dissidenti, che giudica il rendiconto corretto. Naturalmente in ambito strettamente condominiale. L’amministratore, che non è un dipendente, ma un mandatario ha operato secondo mandato ricevuto. A questo punto resta la via giudiziaria.
Quindi cerca un revisore al di sopra di ogni sospetto di connivenza, fuori dalla compagnia di giro amministratori-commmercialisti-avvocaticchi. Anche in altra città se del caso, meglio direi.
Il costo, trattandosi di un condominio piccolo, può aggirarsi attorno a 4-500€ per annualità. Uso come parametro quello cui mi appoggio che chiede 1000 per condomini grandi. Tieni presente che il revisore può effettuare il controllo circolare, vale a dire mettere a raffronto uscite con le fatture ufficiali che i fornitori sono tenuti a dargli. Può richiedere all’amm. Le matrici degli assegni, nell’estratto conto di regola non è indicato il beneficiario ecc.
A revisione ultimata contatta un legale, anche in questo caso massima attenzione alla selezione, meglio spendere qualche euro in più piuttosto che affidarsi a un frillo o peggio che strizzi l’occhio al nemico.
Ti sconsiglio di rivolgerti subito all'avvocato, questi ti farà pagare comunque la consulenza e la messa in contatto col revisore, ma se ne hai uno bravo di fiducia e onesto il giusto, può valerne la pena.
Il Legale, avuta per così dire la diagnosi, indicherà la prognosi. Cioè se sussistono o meno gli estremi per procedere (non dare nulla per scontato, spesso il senso comune finisce sulla soglia di un'aula di giustizia).
Se così sarà, egli potrà procedere penalmente in prima istanza per accorciare i tempi e ottenere la nullità delle delibere (es: falsificazioni, inganni scatta la fattispecie della truffa) oppure l’appropriazione indebita anch'essa reato. Poi o contestualmente civilmente per l’azione risarcitoria.
Se risulteranno in maniera esplicita fatti gravi hai la possibilità di portare la faccenda in assemblea (se ti riesce metti assieme altri, fanne convocare una straordinaria dedicata) e deliberare la costituzione del condominio come attore della causa. La spesa ovviamente si spartirebbe. Sarebbe surreale un amm. obbligato dall'assemblea a intentare una lite contro se stesso ma tecnicamente ci sta.
Per esperienza non tutti i magistrati vedono di buon occhio la causa individuale, psicologicamente sono portati a pensare che si tratti del solito fissato che esiste in ogni condominio. Pertanto se le cose procedono nel senso auspicato e non passa in assemblea quanto detto, coinvolgi almeno un altro sarebbe meglio.
Non improbabile un accordo stragiudiziale in caso di evidenze penali, meglio che paghi piuttosto che corra il rischio di pagare tre gradi di giudizio e perdita dei requisiti per l'esercizio dell'attività.
In bocca al lupo e auguri.