Le quattro villette bifamiliari hanno la fossa in comune,che è ,nella piantina catastale,all’interno del cancelletto d’ingresso di ognuna..Quindi risultano in comproprietà e non condominiali Prima che arrivassero nel complesso i proprietari subentranti, lo svuotamento e la manutenzione erano decise dai singoli comproprietari, in autonomia.Dal 2013,l’amministratore si è appropriato della gestione,e,senza accordo derivante da alcuna discussione collettiva e regolamentazione di tempi e di modi concordata ,né tantomeno da delibera assembleare,ha convocato sempre una stessa Ditta ,decidendo per lo svuotamento delle fosse dell'intero complesso. In alcuni interventi i costi sono stati ripartiti su ciascun proprietario, in altri no,alcuni condomini ne sono stati chiamati fuori,ad esempio nel caso di una comproprietà costituita di due unità entrambe non temporaneamente abitate.Inoltre accade,che,non essendo previste scadenze regolari per la aspirazione e trasporto ,alla prima segnalazione di un condomino in difficoltà, con la giustificazione che si ammortizzano i costi,l’intervento è deciso per tutti quelli che hanno la sfortuna di avere un comproprietario residente tutto l’anno (tre proprietari), indipendentemente dal fatto che la abbia abitata o meno.Certo i residenti sono contenti perché le loro fosse vengono svuotate con costi dimezzati e frequentemente.In risposta ,mi è stato spiegato che,indipendentemente dalle richieste di intervento del singolo proprietario che ne abbia necessità,un regolamento (comunale o provinciale o regionale?) ,chiesto e mai peraltro indicatomi o fornitomi, stabilisce che le fosse debbano essere svuotate anche due volte l’anno,quindi avrei dovuto essere grata per l' addebito di costi a chiamata dei singoli , in media con cadenza di un anno o un anno e mezzo.Non è che l'amministratore abusa del suo ruolo.?Sono legittimata ad oppormi e a rivendicare il mio diritto , magari con l'accordo del proprietario che condivide con me l'unità?
Grazie per le risposte
Lizzy
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