Gatta

Membro Attivo
Sulla stampa leggo di testi universitari fotocopiati e di denunce con maximulte.In effetti esiste,per chi non lo sapesse,la lex 248/2000 che è precisa sul punto:è consentita la riproduzione per il 15% della pubblicazioni (escluse le pagine di pubblicità) e solo ed esclusivamente per "uso personale" (il che significa per lettura,studio,consultazione..).E non per uso commerciale o per distribuire la copia ad altri ancorchè gratuitamente.
In questi giorni la Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro ben 620 testi universitari (soltanto nella mia città) illecitamente riprodotti con relative sanzioni molto pesanti.
Insomma questi poveri studenti che hanno il diritto allo studio,sancito dalla Costituzione,come fanno a sostenre i costi (notevoli) dei libri di testo?
Cercare libri usati? potrebbe essere una soluzione...
Ma cosa ne pensano gli utenti del Forum?
Gatta
 

Mhuktidata

Nuovo Iscritto
La legge parla chiaro, ed effettivamente la condotta di chi detiene, anche se per uso soltanto personale, fotocopie di un libro per più del suo 15% parrebbe effettivamente essere sanzionata. Però ci sono dei però:
  1. Una parte della dottrina che più recentemente si è occupata di questo problema (David Terracina) ritiene che la disposizione sia sostanzialmente inapplicabile per il fatto che viola il principio di offensività. Inoltre pare contrastare con una recente direttiva comunitaria che, in materia, raccomanda che si adottino soltanto sanzioni civili e/o amministrative
  2. Seppure poi, astrattamente, il reato potrebbe configurarsi, bisogna poi anche considerare qual'è la capacità del sistema di rendere la sanzione effettiva. In questo caso essa è praticamente nulla. Infatti non ho notizia di nessuna sentenza che condanni qualcuno per avere più del 15% di un libro appresso; e se ne esiste qualcuna, sarei ben contento di avere qualche riferimento. Inoltre, la normativa è facilmente aggirabile fotocopiandosi meno del 15% del libro per volta, così da evitare le più che remotissime ma pur sempre astrattamente ipotizzabili perquisizioni personali e poi portandoselo a casa.

In definitiva, quella norma cui tu fai riferimento è più che altro stata pensata per contrastare l'attività illecita delle copisterie.
Fare invece riferimento al diritto allo studio per giustificare una condotta comunque criminosa, invece, non ha senso. Le disposizioni sul diritto d'autore sono infatti poste a tutela di interessi costituzionali parimenti rilevanti (interesse allo sviluppo delle arti, della cultura e della scienza; tutela del lavoro in tutte le sue espressioni) rispetto all'interesse da te menzionato. Inoltre le biblioteche universitarie mettono tutte a disposizione in consultazione una copia dei testi in adozione nei vari corsi, per cui i testi sono comunque fruibili gratuitamente da qualsiasi studente.
 

ralf

Nuovo Iscritto
Ottimo argomento (come al solito) posto da Gatta ed ottima anche la risposta di Muhktidata :daccordo: Visto che siamo su internet sposto l'asse dell'argomento proprio sulle riproduzioni di documenti presi da siti e riportati in altri. La domanda ad esempio è questa: se un utente di propit riporta un articolo copiato da un altro sito riportando la fonte è legale? E se non riporta la fonte è ugualmente legale? Cosa ne pensate?
 

Gatta

Membro Attivo
Non conosco quanto scritto dal Terracina sul punto nè so alcunchè sulla direttiva comunitaria.Mi si perdoni l'ignoranza.
Circa la capacità sanzionataria del sistema a me risultano comminate innumerevoli sanzioni. Ammenochè quanto riportato dalla stampa nazionale e riferitomi da testimoni sia falso (è anche possibile).
Nessun dubbio che la normativa sia facilmente aggirabile.
Del resto gli italiani sono degli "specialisti"....
Il discorso agganciabile al diritto allo studio voleva significare che certi studenti ad esempio non hanno la possibilità di recarsi nelle biblioteche per leggersi i testi e che comunque potrebbe esser preferibile studiare sul proprio libro a casa propria ed in santa pace....qualcuno ha proposto appunto l'acquisto del volume usato su cui si possano evidenziare gli argomenti a proprio piacimento.Il testo insomma ha un valore personale e ognuno desidera averne uno suo.Io conservo ancora i miei libri universitari con le relative chiose.
Comunque grazie dell' intervento intelligente,Muhuktidata.
A dumas rispondo che comunque sarebbe sempre corretto citare la fonte cui si è attinto ovvero virgolettarla.Circa la legalità andrebbe esaminato se c'è violazione del diritto d'autore.
Gatta
 

Mhuktidata

Nuovo Iscritto
Visto che siamo su internet sposto l'asse dell'argomento proprio sulle riproduzioni di documenti presi da siti e riportati in altri. La domanda ad esempio è questa: se un utente di propit riporta un articolo copiato da un altro sito riportando la fonte è legale?

Formalmente la riproduzione di articoli interi, anche se con indicazione della fonte da cui l'articolo è tratta è illecita, ed addirittura sanzionata penalmente qualora sia effettuata a fini di lucro o si ponga in contrasto con lo sfruttamento economico dell'opera: ciò ai sensi dell'art. 171-ter, lettera b) della Legge 633 del 1941. E' comunque assai improbabile che qualcuno si attivi legalmente per la rimozione o il risarcimento del danno, atteso il fatto che il copia/incolla è estremamente diffuso su internet e pochissime volte qualcuno ha avuto qualcosa da ridire.

Quello che è possibile, invece, è fare un breve sunto o una citazioni dell'articolo che si vuole citare, e invitare ai lettori a visitare il link alla pagina lecita che lo contiene. Ciò ai sensi dell'art. 70 primo comma della legge citata, secondo la quale "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera"


E se non riporta la fonte è ugualmente legale? Cosa ne pensate?
Se non si riporta la fonte, né l'autore, si sta contravvenendo alle disposizioni in materia di diritto morale d'autore (il c.d. plagio), in quanto l'opera ha tutto l'aspetto di apparire come prodotto di chi l'ha postata, anche se dietro nickname. Il plagio è anche una circostanza aggravante qualora sia ravvisabile nell'utilizzazione dell'opera stessa un reato.
 

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