60 giorni son trascorsi.Devono emettere la fattura, relativamente al pagamento dei corrispettivi, entro sessanta giorni dalla data di costituzione del "deposito" (per le somme ricevute "in deposito", globalmente e indistintamente, sia a titolo di corrispettivo sia a titolo di spese da sostenere in nome e per conto dei clienti).
Esiste quindi una deroga al D.P.R. n. 633/1972, che prevede l’obbligo di emissione della fattura al momento di effettuazione dell'operazione.
Se, invece, il fondo è costituito solo da compensi o solo da spese (non sostenute in nome e per conto del cliente) la deroga non potrà essere applicata e la fattura dovrà essere emessa immediatamente.
Se davvero buona parte della somma va al Conservatore (è così?), di IVA da evadere ce n’è poca. In tal caso l’omissione sarebbe dovuta più che altro alla trascuratezza, che ho riscontrato anche in altri aspetti che vi risparmio (o magari dedicherò un post a parte).Chi è senza peccato scagli la prima pietra .....
Certo che constatare tale attitudine a glissare sugli obblighi fiscali , anche da parte dei soggetti preposti dallo stato, è triste:
credo che l'unica soluzione per abbattere tali comportamenti sia dare la possibilità anche all'utente finale di detrarre (anche parzialmente) l'IVA: in modo che a tutti convenga chiederla. (anche se immagino sia facile aggirare anche questa soluzione....)
Assegno.Come hai pagato quella somma?
Se in modo tracciabile (con bonifico, assegno, bancomat) non penso che il notaio possa evitare di emettere la fattura o un documento fiscalmente valido.