Estathe

Membro Attivo
Proprietario Casa
Buongiorno a tutti, nel Lazio ho un bosco di 15 ettari.
Mi è stato proposto il “taglio” dello stesso da parte di una ditta specializzata al fine di ricavarne il legname. Che cifre dovrei farmi corrispondere? Cosa prevedono le normative a riguardo? Grazie
 
U

User_29045

Ospite
Non ci hai detto se hai un bosco di ciliegi, di pini, di abeti, di cipressi, di faggi...

OVVIAMENTE ti hanno detto che hanno bisogno di legna da ardere, ma tieni conto che:

- Ti fregheranno sulla quantità prelevata, comunicandotene di meno (non penso che stai lì a contare);
- Non è assolutamente detto che la usino come legna da ardere: ti dicono così perché sperano che tu tenga basso il prezzo, pensando che andrà bruciata.

Comunque, ecco qui la risposta:

FONTE: Quanto costa il legno? Ecco i prezzi - artedelrestauro.it

Quanto costa il legno?
Ecco una rassegna sintetica delle principali essenze lignee di uso corrente e di facile reperibilità in Italia. Il prezzo è ottenuto da una media tra le diverse qualità della stessa essenza. Questo prezzo è soggetto a variazioni nel tempo e tra le zone di vendita, dunque va inteso come un prezzo puramente indicativo.
  • abete. Un legno tenero e dalla fibra disomogenea, resinoso, di colore chiaro tendente al giallo, ricco di nodi. Poco pregiato, è usato per le strutture interne dei mobili e per arredi rustici. Il costo si aggira sui 400-500 €/m³;
  • pino. Simile all’abete per aspetto e caratteristiche, è leggermente più duro e resistente. Viene usato per mobili e rivestimenti rustici. Il costo di riferimento è 500 €/m³;
  • pioppo. Un legno tenero, dalla fibra compatta ma nervosa, di colore biancastro. Si usa per mobili rustici e strutture interne. Costa circa 400 €/m³;
  • tiglio. Tenero e compatto, è un ottimo legno da intaglio fine e scultura, dal colore avorio e dalla venatura poco pronunciata . Lo si trova a circa 900 €/m³;
  • faggio. Un legno duro e compatto, facilmente lavorabile, di colore chiaro rosato. Viene adoperato per mobili e oggetti usati di frequente o anche in maniera intensiva, come gli utensili da cucina e i banchi da falegname. Costo di mercato 850 €/m³;
  • acero. Un legno duro, di grana fine e colore bianco. Di bell’aspetto, si presta bene alla lavorazione e alla lucidatura. Prezzo intorno ai 1000 €/m³;
  • larice. Duro, elastico, di buona resistenza. Simile all’abete per aspetto, si caratterizza per un bel colore rosso con venature più scure. Viene usato nell’edilizia, per infissi e costruzioni da esterno. Costa circa 800 €/m³;
  • ciliegio. Legno duro, di difficile lavorazione a causa della venatura nervosa, ha un colore bruno rosato di grande effetto. Lo si usa in ebanisteria e in mobili di pregio. Il prezzo è sui 1300 €/m³;
  • noce. Duro, compatto, facile da lavorare e lucidare, dal colore bruno e di grande resa estetica. Si tratta del legno nobile per eccellenza, usato tradizionalmente in mobili e ambienti di pregio, per intagli e sculture. Il costo di riferimento è 2000-3000 €/m³;
  • querce. Una categoria che comprende legni quali il rovere, il leccio, il frassino, ecc. Pur con alcune differenze di colore e di robustezza, i legni di questo genere sono abbastanza simili, duri e resistenti, segnati da venature profonde. Si usano per strutture e mobili fatti per durare nel tempo. Il prezzo è di 900-1300 €/m³.
 
U

User_29045

Ospite
A questo link puoi trovare la migliore legna da ardere per il riscaldamento:


Per riscaldare la propria abitazione in modo efficiente ed economico, un elemento da valutare con attenzione è senza dubbio la tipologia di legna che si andrà ad utilizzare per alimentare il proprio termocamino o la propria stufa. Esistono infatti sul mercato diverse essenze, ovvero tipologie di legno, che vanno a caratterizzare in maniera differente le proprietà di combustione della materia prima.
· LEGNA DOLCE (essenza di Abete, Pioppo, Ontano, Castagno, Salice, Pino):
Questo tipo di legname risulta molto facile da accendere; proprio per questo motivo, però, brucia anche molto velocemente. La fiamma lunga generata è perciò ideale per i forni, specialmente in fase di avviamento, ma sconsigliata per un impianto di riscaldamento domestico: si determina infatti un inesorabile aumento del consumo del combustibile necessario per mantenere la combustione. Questi tipi di essenze, inoltre, creano più creosoto (catrame di carbone) rispetto alle essenze forti; per questo motivo, se vengono impiegate per stufe e per camini, occorre pulire gli impianti di riscaldamento più spesso. In genere ha un peso di circa 300-350 kg per metro cubo.
· LEGNA FORTE (essenza di Quercia, Leccio, Faggio, Olmo, Frassino, Betulla, Rovere):
La legna forte brucia più lentamente, con fiamme più corte: è perciò questa l’essenza più consigliata per il riscaldamento domestico, in quanto garantisce una maggiore la durevolezza nella combustione. La legna forte ha un peso specifico superiore rispetto alla legna dolce: circa 350-400 kg per metro cubo.
Quanto è importante la stagionatura della legna?
Un altro fattore molto importante da valutare è quello relativo alla stagionatura della legna.
La legna appena tagliata, infatti, contiene generalmente fino al 75% di umidità: bruciare questo tipo di legna può determinare difficoltà nella combustione, una resa calorifera non ottimale e persino problematiche al proprio impianto (da residui nella canna fumaria fino alla possibilità di incendio della canna fumaria stessa).
Viceversa, più la legna è asciutta e migliore sarà la resa del calore. In genere la legna è pronta per essere bruciata quando raggiunge il 15/20% di umidità, e perché ciò avvenga sono necessari tra i 18 ed i 24 mesi.
La durata della stagionatura dipende inoltre dall’essenza del legno e, in caso di alberi non perenni, da quando viene eseguito il taglio. La linfa degli alberi decidui (ovvero non sempreverdi) non scorre in inverno, e per questo motivo tagliare questo tipo di essenze nella stagione invernale garantisce, in linea generale, un contenuto di umidità già basso in partenza, accelerando il processo di stagionatura.
Un punto fondamentale su cui riflettere sta nel fatto che la legna non ha bisogno di essere stagionata più a lungo del necessario: una stagionatura eccessiva toglie potere calorico, scomponendo i composti chimici alla base delle resine contenute nel legno. Esistono a questo proposito diversi strumenti per misurare il livello di umidità del legno, per una corretta valutazione dello stato di stagionatura: un semplice igrometro (misuratore di umidità) ha un costo relativamente basso, e andrebbe consigliato il suo acquisto ad ogni consumatore di legna da ardere.
Come conservare la legna dopo l’acquisto?
Il legname, una volta acquistato, ha ancora bisogno di essere curato per mantenere ed anzi aumentare le sue proprietà: in questo senso, la sua conservazione non va assolutamente sottovalutata.
È necessario stipare la legna in luoghi riparati dalle intemperie, ma allo stesso tempo in ambienti ben aerati: un accorgimento utile potrebbe essere quello di avere una pezzatura pronta all'uso, ed adeguata alla grandezza della camera di combustione del nostro impianto di riscaldamento. In linea generale, infatti, la pezzatura più piccola ha un costo superiore ai tronchi più grandi (ciò è dovuto essenzialmente al tempo maggiore per effettuare i tagli e il maggiore spreco che ne deriva); in questo senso, un espediente per risparmiare in termini economici potrebbe essere quello di acquistare una grossa pezzatura, per poi affinarla in seguito (anche se, ovviamente, ciò richiede tempo e altre risorse a disposizione).
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Avevo trascurato la discussione perché presenta domande assurde (prezzo) o di cui non serve una laurea per capire che va posta agli Uffici preposti nel territorio di competenza.
Un conto è procedere al taglio di una piantagione sviluppata a tal scopo...altro paio di maniche pensare di "radere al suolo" un bosco naturale seppur di proprietà.


@possessore ...ti sei "dannato" in un lavoro inutile.
1-i prezzi che hai citato per le varie essenze sono quelli per materiale pronto all'uso.
Qui @Estathe cita un "bosco da tagliare" e non possono essere presi a riferimento i prezzi "retail" perché vanno considerati tutti costi per traformare un albero in tavolame segato, "spurgato" ed essiccato per l'uso.
Va altresì dedotto tutti lo scarto che si ha per ottenere tavole lavorabili (rami, corteccia, centro della pianta) e verificata la qualità.
2-non ha scritto che la ditta che lo ha interpellato per fare legna da ardere o cippato.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
se tu sei il proprietario incomincia a leggere qua
poi per il conquibus leggi qua
taglio bosco e quantità di legname estraibile
Resa bosco
Stima Bosco querce
stima bosco
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Buongiorno a tutti, nel Lazio ho un bosco di 15 ettari.
Mi è stato proposto il “taglio” dello stesso da parte di una ditta specializzata al fine di ricavarne il legname. Che cifre dovrei farmi corrispondere? Cosa prevedono le normative a riguardo? Grazie
Fossi in te interpellerei un perito agrario che è in grado di farti una stima appropriata, tenendo conto dei vincoli che dovrai rispettare per garantire la rinascita del nuovo bosco.
 

Estathe

Membro Attivo
Proprietario Casa
Mi è stato proposto un compenso a ettaro, 900€, per un massimo di tre ettari. Il limite potrebbe essere quello imposto dalla regione Lazio?
La tipologia di alberi presenti non mi è nota, non ci capisco nulla. Si capisce da Google maps?
 
U

User_29045

Ospite
Basta fotografare le chiome e un primo piano delle foglie, per capire di che alberi si tratta.

Poi fai tutte le prove con Google Immagini: una volta chiedi "foglie di pioppo", una volta chiedi "foglie di acero".

Pini e abeti hanno gli aghi ma si riconoscono benissimo dalla chioma. I pini tendono ad avere la chioma tondeggiante, mentre gli abeti hanno la punta affusolata.
 
Ultima modifica di un moderatore:

moralista

Membro Senior
Professionista
Buongiorno a tutti, nel Lazio ho un bosco di 15 ettari.
Mi è stato proposto il “taglio” dello stesso da parte di una ditta specializzata al fine di ricavarne il legname. Che cifre dovrei farmi corrispondere? Cosa prevedono le normative a riguardo? Grazie
Dipende da bosco a bosco, se fosse un bosco di alto fusto potrebbe valere molto di più come legname d'opera, di un bosco ceduo, x il valore devi sentire chi tratta questo tipo di valutazioni
 

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