kirry

Nuovo Iscritto
Salve,

vorrei sottoporre un quesito per avere delle risposte: la madre vedova con tre figli già aduti e per conto loro, può destinare la casa ad uno di essi che si è sempre preso cura di lei in tutto (a differrenza degli altri) e destinare con atto scritto a compensazione delle parti dell'eredità toccanti sulla casa, agli altri due figli somme di denaro? Mi sembra che la parte di 1/3 libera dalla legittima può destinarla e 1/3 tocca..quindi se la casa vale 120 mila euro da destinare agli altri due figli ci sarebbe la somma di 30 mila euro ciascuno) Anche perchè così la casa peraltro non grande non sarebbe venduta e rimarrebbe ad un erede di famiglia? Questa sarebbe la volontà della madre. Si chiede se ciò sia possibile e legittimo, per evitare contrasti civili in futuro e con quali atti arrivare a questa determinazione o se ci sono altre alternative. grazie di tutto
 

acquirente

Nuovo Iscritto
Alla morte di una persona, la legge riserva ad alcuni parenti stretti, per lo più figli e coniuge, una quota del patrimonio del defunto, intendendosi per patrimonio non solo ciò che lascia, ma anche ciò di cui si è spogliato, in vita, per donazione. Questa quota, varia a seconda di quanti sono eredi.
tua madre con testamento olografo puo' lasciare una quota maggiore al figlio al quale vorrebbe lasciare la casa ma non puo' toccare la quota di legittima degli altri due figli.
puo' naturalmentementre, fino a che e' in vita, dare del denaro agli altri due figli ma sarebbe considerata donazione indiretta.
ciao
 

arianna26

Membro Senior
Proprietario Casa
la signora potrebbe informarsi presso un notaio su come fare una donazione avente come causa la riconoscenza e non la volontà di un accrescimento gratuito del patrimonio del ricevente. se ben ricordo, ma il notaio non avrà problemi a dare tutte le informazioni, tali donazioni non possono essere oggetto di azione revocatoria.
qualora non volesse giungere a ciò la signora può:
1) vendere la nuda proprietà dell'immobile alla figlia (trattandosi di nuda proprietà il bene, peraltro, varrà meno dovendosi considerare il diritto reale di usufrutto in capo alla madre) e lasciare che un domani i figli si dividano il ricavato, attribuendo alla figlia prescelta la quota disponibile;
2) assegnare per testamento la quota disponibile alla figlia e chiarire che ella, dopo aver liquidato in denato le quote legittime dei fratelli, resti unica proprietaria della casa.
io opterei per la vendita.
 

raflomb

Membro Assiduo
Una soluzione potrebbe essere quella del legato:

Il legato1 costituisce e rappresenta una tipica estrinsecazione della volontà testamentaria. Più in dettaglio, il legato consiste in un’attribuzione di natura patrimoniale a favore del legatario che viene fatta, normalmente, con uno spirito di liberalità. Il codice civile include numerose tipologie di legati quali ad esempio il legato di cosa solo in parte del testatore (art. 652 c.c.), il legato di usufrutto da parte del nudo proprietario, il legato alternativo (art. 665 c.c.), il legato pecuniario, il legato di alimenti, il legato rimuneratorio, il legato di eredità, il legato di specie2, il legato di partecipazioni societarie etc…Il legato testamentario, a mio avviso, può essere definito come un negozio giuridico unilaterale, non recettizio, solenne e revocabile.

La ratio di questo istituto giuridico è proprio quella di soddisfare il desiderio delle persone umane di attribuzione di specifici diritti patrimoniali per il tempo in cui il testatore avrà cessato di vivere. In estrema sintesi, il legato può essere anche definitocome tutto ciò che non è attribuzione a titolo universale.

Pertanto, il legatario subentra nella titolarità di un bene mobile o immobile, di un diritto già spettante al testatore ex ante. Una fra le caratteristiche peculiari del legato è la sua assoluta autonomia nei confronti di tutte le altre disposizioni testamentarie.
 

kirry

Nuovo Iscritto
salve acquirente,
non si parla di soldi donati in vita, ma di soldi lasciati specificatamente in eredità come corrispettivo dello spettanto valore dell'immobile che si vorrebbe destinare ad uno dei tre eredi, anche per evitare che la casa possa essere posta in vendita per monetizzare. quindi i soldi che dovrebbero avere dopo la vendita, invece sono dati in eredità per evitare che ciò avvenga.
 

acquirente

Nuovo Iscritto
successione.
La prima operazione necessaria è la «formazione della massa ereditaria», che consiste nella elencazione di tutte le attività e passività del defunto.
Si procede quindi alla stima dei beni singoli, con riferimento ai prezzi correnti di mercato, e quindi alla formazione di porzioni corrispondenti alle quote di ciascun erede.
Ogni porzione, salvo diversi accordi, deve comprendere una quantità di mobili, immobili e crediti, in proporzione alle rispettive quote. Se ciò non è possibile, la differenza viene compensata in denaro.
Se vi sono immobili che non possono essere divisi?
Essi vanno per intero ai coeredi che hanno diritto a una quota maggiore con conguaglio in denaro per gli altri
ciao
 

STE441

Nuovo Iscritto
Che succede se il de cuius ha nominato anche il perito per la valutazione degli immobili un cui quota verra' liquidata all'erede che non avra' la proprieta' ? Cioe' questo erede puo' chiedere una controperizia se non soddisfatto ?
 

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