Salve a tutti, ho già aperto un post in cui descrivo la situazione in cui mi trovo, ovvero dover fare una divisione fra me e mio fratello dell'eredità di mio padre (alcuni immobili e terreni).
Scrivo un post diverso perché anche se riguarda sempre la divisione fra me e mio fratello, è una questione specifica tecnico/legale, e vorrei dei pareri in merito.
Mio padre era un contadino, vedovo, pensionato, è morto qualche mese fa e gli unici eredi legittimi siamo io e mio fratello. Dopo la sua morte abbiamo aperto le pratiche per la successione, e a quel punto ho scoperto che sul suo conto corrente era rimasto praticamente niente. Ho chiesto spiegazioni a mio fratello, che non ha saputo darmele, farfugliando scuse strampalate. Da sempre mio fratello è rimasto a vivere in casa con mio padre, mentre io 30 anni fa mi sono trasferito. Essendo rimasto mio fratello in casa con nostro padre, negli ultimi anni in cui nostro padre è diventato anziano è stato mio fratello a occuparsi della gestione dei soldi di mio padre, teneva lui il suo libretto degli assegni e all'occorrenza prelevava al posto suo. Mio padre era una persona con un tenore di vita semplicissimo, non spendeva quasi niente per vivere, non aveva neppure la patente né la macchina, stava sempre a casa e nell'orto (mangiava quasi solo la roba del suo orto, per farvi capire il suo tenore di vita). Ovviamente non mi capacitavo del fatto che il suo conto corrente fosse vuoto, così ho chiesto alla banca, in qualità di erede legittimo, di fornirmi le copie degli estratti conto degli ultimi 7 anni (posso chiedere anche fino a 10 anni precedenti, ma inizialmente ho chiesto gli ultimi 7 anni). Ho scoperto che negli ultimi 7 anni mio fratello ha effettuato una media di circa 2000 euro al mese di prelievi, e in 7 anni ci sono state uscite totali di circa 190 mila euro. Ora, ammettendo che una parte di questi soldi sia realmente servito a mio fratello per questioni legate al mantenimento di mio padre, mi pare evidente che gran parte dei quei soldi non sono serviti per spese legate a mio padre ma siano finiti nelle tasche di mio fratello. A questo punto vorrei capire come comportarmi, perché mi sembra un'ingiustizia clamorosa. Tra l'altro, sono sicuro che tutti quei prelievi li ha fatti apponendo lui stesso la firma di mio padre sugli assegni, perché mio padre non avrebbe mai acconsentito a fare una cosa del genere.
I miei dubbi sono:
1) ho possibilità di dimostrare che non è stato mio padre a fare quei prelievi, ma che è stato lui ad apporre la firma sugli assegni?
2) ho possibilità di dimostrare che quei soldi non siano serviti per il sostentamento di nostro padre?
3) ho possibilità che le cifre che si è intascato vengano inserite nel monte ereditario come collazione, e considerate come acconto sulla sua parte di eredità?
Premetto che nonostante ci sia rimasto malissimo, la mia intenzione non è fare la guerra a mio fratello, tanto più che non posso permettermi spese folli in avvocati/processi e chissà cosa... Non voglio "punire" mio fratello, ma solo che sia fatta giustizia, ovvero che la parte che mio fratello si è intascato mentre nostro padre era in vita venga considerata come "acconto" della sua quota ereditaria, in modo tale che alla fine dei giochi ciascuno di noi abbia avuto la metà di quello che ci spetta.
Scusate se sono stato prolisso, spero di essermi spiegato decentemente, grazie a tutti!
Scrivo un post diverso perché anche se riguarda sempre la divisione fra me e mio fratello, è una questione specifica tecnico/legale, e vorrei dei pareri in merito.
Mio padre era un contadino, vedovo, pensionato, è morto qualche mese fa e gli unici eredi legittimi siamo io e mio fratello. Dopo la sua morte abbiamo aperto le pratiche per la successione, e a quel punto ho scoperto che sul suo conto corrente era rimasto praticamente niente. Ho chiesto spiegazioni a mio fratello, che non ha saputo darmele, farfugliando scuse strampalate. Da sempre mio fratello è rimasto a vivere in casa con mio padre, mentre io 30 anni fa mi sono trasferito. Essendo rimasto mio fratello in casa con nostro padre, negli ultimi anni in cui nostro padre è diventato anziano è stato mio fratello a occuparsi della gestione dei soldi di mio padre, teneva lui il suo libretto degli assegni e all'occorrenza prelevava al posto suo. Mio padre era una persona con un tenore di vita semplicissimo, non spendeva quasi niente per vivere, non aveva neppure la patente né la macchina, stava sempre a casa e nell'orto (mangiava quasi solo la roba del suo orto, per farvi capire il suo tenore di vita). Ovviamente non mi capacitavo del fatto che il suo conto corrente fosse vuoto, così ho chiesto alla banca, in qualità di erede legittimo, di fornirmi le copie degli estratti conto degli ultimi 7 anni (posso chiedere anche fino a 10 anni precedenti, ma inizialmente ho chiesto gli ultimi 7 anni). Ho scoperto che negli ultimi 7 anni mio fratello ha effettuato una media di circa 2000 euro al mese di prelievi, e in 7 anni ci sono state uscite totali di circa 190 mila euro. Ora, ammettendo che una parte di questi soldi sia realmente servito a mio fratello per questioni legate al mantenimento di mio padre, mi pare evidente che gran parte dei quei soldi non sono serviti per spese legate a mio padre ma siano finiti nelle tasche di mio fratello. A questo punto vorrei capire come comportarmi, perché mi sembra un'ingiustizia clamorosa. Tra l'altro, sono sicuro che tutti quei prelievi li ha fatti apponendo lui stesso la firma di mio padre sugli assegni, perché mio padre non avrebbe mai acconsentito a fare una cosa del genere.
I miei dubbi sono:
1) ho possibilità di dimostrare che non è stato mio padre a fare quei prelievi, ma che è stato lui ad apporre la firma sugli assegni?
2) ho possibilità di dimostrare che quei soldi non siano serviti per il sostentamento di nostro padre?
3) ho possibilità che le cifre che si è intascato vengano inserite nel monte ereditario come collazione, e considerate come acconto sulla sua parte di eredità?
Premetto che nonostante ci sia rimasto malissimo, la mia intenzione non è fare la guerra a mio fratello, tanto più che non posso permettermi spese folli in avvocati/processi e chissà cosa... Non voglio "punire" mio fratello, ma solo che sia fatta giustizia, ovvero che la parte che mio fratello si è intascato mentre nostro padre era in vita venga considerata come "acconto" della sua quota ereditaria, in modo tale che alla fine dei giochi ciascuno di noi abbia avuto la metà di quello che ci spetta.
Scusate se sono stato prolisso, spero di essermi spiegato decentemente, grazie a tutti!