posso fare qualche passo indietro, anche perchè mi interessa assai questa discussione? oppure devo aprirne una nuova?
in sostanza: nel 2007 scompare - purtroppo - il papà di mia moglie, la quale, assieme ad altri quattro fratelli eredita una cospicua dote immobiliare. mia suocerà era ahimè, gia scomparsa anni addietro, quindi gli unici eredi rimangono i cinque figli. qualche anno dopo, mi pare fosse il 2009, i cinque fratelli hanno provveduto alla successione dividendo ogni bene per cinque. ora ogni parte risulta ovviamente proprietaria del 20% di ogni immobile.
sino a qua tutto bene, se non fosse che la dote immobiliare lasciata dal suocero è parecchio, parecchio, disomogenea.
1. negozio + magazzino, legato ad attività tutt'ora in esercizio, dove lavorano quali soci lavoratori quattro figli su cinque (tranne mia moglie che è solo socio);
2. casa dei genitori, non abitata, utilizzata sporadicamente;
3. altro negozio nuovo ma sfitto;
4. magazzino interrato posto sotto l'altro negozio, quello sfitto;
5. casa al mare divisibile (categoria A su due livelli, e seminterrato di categoria C);
6. casa rurale di categoria catastale alta ma in contesto paesaggistico con molti vincoli e con strada d'accesso disagiata;
7. un appartamento di civile abitazione nuova dove vivo con mia moglie;
8. un appartamento di civile abitazione nuova dove vive un fratello con la moglie;
9. un terrazzo che è diviso dalle proprietà e che sovrasta la palazzina con gli immobili ai punti 3, 4, 7 ed 8
10. terreno in zona industriale con valore intrinseco abbastanza alto in caso di costruzione di capannone, ecc
al di là della mera esposizione della gioielleria, non si cava piede su nessuna proposta in merito alla divisione e nessuno dei fratelli ha ancora avanzato una qualsivoglia proposta. tutti aspettano le mosse degli altri (seppur i rapporti siano ottimi e nessuno ha esigenze particolari a meno del pagamento di tributi per un quinto a testa ma su beni spesso inutilizzati).
Noi abbiamo chiesto le perizie ad un amico professionista, il quale ha semplicemente stimato il valore commerciale ed immobiliare delle proprietà ma a quanto pare non è la via giusta da percorrere. una parte dice che la divisione si fa sul valore catastale, ma come si sa, nel corso degli anni, alcuni immobili non hanno subito alcuna revisione catastale anche se il loro valore commerciale si è moltiplicato a dismisura...
insomma, chi mi consiglia cosa fare? da dove partire? e soprattutto, come costringere gli altri ad un incontro mirato alla divisione delle parti?
grazie
in sostanza: nel 2007 scompare - purtroppo - il papà di mia moglie, la quale, assieme ad altri quattro fratelli eredita una cospicua dote immobiliare. mia suocerà era ahimè, gia scomparsa anni addietro, quindi gli unici eredi rimangono i cinque figli. qualche anno dopo, mi pare fosse il 2009, i cinque fratelli hanno provveduto alla successione dividendo ogni bene per cinque. ora ogni parte risulta ovviamente proprietaria del 20% di ogni immobile.
sino a qua tutto bene, se non fosse che la dote immobiliare lasciata dal suocero è parecchio, parecchio, disomogenea.
1. negozio + magazzino, legato ad attività tutt'ora in esercizio, dove lavorano quali soci lavoratori quattro figli su cinque (tranne mia moglie che è solo socio);
2. casa dei genitori, non abitata, utilizzata sporadicamente;
3. altro negozio nuovo ma sfitto;
4. magazzino interrato posto sotto l'altro negozio, quello sfitto;
5. casa al mare divisibile (categoria A su due livelli, e seminterrato di categoria C);
6. casa rurale di categoria catastale alta ma in contesto paesaggistico con molti vincoli e con strada d'accesso disagiata;
7. un appartamento di civile abitazione nuova dove vivo con mia moglie;
8. un appartamento di civile abitazione nuova dove vive un fratello con la moglie;
9. un terrazzo che è diviso dalle proprietà e che sovrasta la palazzina con gli immobili ai punti 3, 4, 7 ed 8
10. terreno in zona industriale con valore intrinseco abbastanza alto in caso di costruzione di capannone, ecc
al di là della mera esposizione della gioielleria, non si cava piede su nessuna proposta in merito alla divisione e nessuno dei fratelli ha ancora avanzato una qualsivoglia proposta. tutti aspettano le mosse degli altri (seppur i rapporti siano ottimi e nessuno ha esigenze particolari a meno del pagamento di tributi per un quinto a testa ma su beni spesso inutilizzati).
Noi abbiamo chiesto le perizie ad un amico professionista, il quale ha semplicemente stimato il valore commerciale ed immobiliare delle proprietà ma a quanto pare non è la via giusta da percorrere. una parte dice che la divisione si fa sul valore catastale, ma come si sa, nel corso degli anni, alcuni immobili non hanno subito alcuna revisione catastale anche se il loro valore commerciale si è moltiplicato a dismisura...
insomma, chi mi consiglia cosa fare? da dove partire? e soprattutto, come costringere gli altri ad un incontro mirato alla divisione delle parti?
grazie