salve, salvo cervino
dico quello che mi viene in mente.
1° le successioni vanno aperte entro un anno dal decesso, altrimenti lo Stato stima i beni e si pagano eccessive tasse.
2° bisogna sapere se il
terreno dove è piantata la casa e stato aquistato dai coniugi in "comunione dei beni" e in seguito costruito dai coniugi, oppure donato o ereditato dal de cuius.
Nel caso di aquisto in comunione beni, al decesso di uno dei coniugi subentra l'altro automaticamente come assoluto proprietario e credo non si possa dividere se non accordato dalla vedova alle buone per favorire il benessere dei figli.
Nel secondo caso, madre e sorelle sono coeredi a pari diritti. ampliamenti apportati alla casa dopo il decesso del proprietario vengono stimati dal CTU nominato.
Per quanto riguarda le spese di ampliamento occorre produrre ricevute e fatture solo così possono essere detratte dalla massa ereditaria o dagli usufrutti. Senza ricevute la tua cliente è comproprietaria per 1/3 anche degli ampliamenti eseguiti post decesso senza aver contribuito.
l'immobile appartiene infatti al proprietario del terreno e non a chi costruisce!
Alle buone non accade niente quindi:
ITER.
incaricare notaio per le successioni, poi avvocato per scioglimento della comunione ereditaria, segue CTU incaricato dal tribunale che stima l' immobile allo stato attuale, usufrutti e spese di ampliamento (solo "se si presentano ricevute").
segue.
1° causa, SCIOGLIMENTO COMUNIONE EREDITARIA, e sentenza con calcolo conguagli.
2° segue sorteggio con relativo verbale
3° provvedimento di attribuzione
4° per ufficio iscrizione al catasto delle quote assegnate ai singoli eredi
5° eventuali debiti gravano ipotecariamente sull'immobile fino a provata estinzione.
Nb.
da punto 1° a 3° ocorrono fino a tre anni di tempo, gli usufrutti per questo periodo sono un buco nero.
da 1° a 5° occorrono dai 13 fino a venti anni.
Spese legali a carico dell'attore.
Cordialissimi
pagolino