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No, se alla sua morte la postante fosse titolare del solo diritto di usufrutto, al marito non potrebbe andare il diritto di abitazione.Poi se morisse prima postante al marito va il diritto di abitare nella casa coniugale?!
I figli del marito non ne hanno la legittimazione, finché il padre rimane in vita.No perché i figli acquisiti potrebbero impugnare la o le donazioni fatte ai nipoti in riduzione.
Questa potrebbe essere una strada percorribile, se fatta ad una cifra interessante per i nipoti, anche se non corrisponde perfettamente agli obiettivi (irrealizzabili, se si sposa) della postante.Ok niente donazione, vendita della nuda proprietà ai nipoti!
L'ipotesi ventilata è che la postante convogli a nozze con il padre dei figli che lei vorrebbe escludere dall'eredità. Ma nel momento in cui lei si sposa i figli del marito diventano suoi eredi. Quindi se facesse delle donazioni ai nipoti i figliastri potrebbero impugnare gli atti in riduzione per pretendere la loro quota.I figli del marito non ne hanno la legittimazione, finché il padre rimane in vita.
Ma quando mai? I figli del compagno, nel momento in cui lo sposerà, diventeranno suoi affini.Ma nel momento in cui lei si sposa i figli del marito diventano suoi eredi.
Allora la postante non ha niente da preoccuparsi.Ma quando mai? I figli del compagno, nel momento in cui lo sposerà, diventeranno suoi affini.
Ho una casa di proprietà e voglio sposare , in regime di separazione di beni, Paolo divorziato e con due figli . Io non ho figli .Vorrei sapere come fare in assenza di figli comuni con Paolo, ad evitare che i suoi figli di precedente matrimonio possano avere diritti di successione sulla casa che vorrei andasse ai figli dei miei fratelli.
Come già detto se lei venisse a mancare prima del marito, erediterebbe il marito (almeno la quota legittima) , poi alla morte di lui i figli.Allora la postante non ha niente da preoccuparsi.
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