Salve a tutti innanzitutto, vi spiego il mio problema:
Abbiamo Tizio e Beatrice sposati in comunione dei beni, Tizio non ha figli ma Beatrice ne ha già 1, Caio.
Nel corso degli anni Tizio compra vari immobili di diversa natura, compra anche un immobile per Caio, lo compra girando degli assegni incassati dal suo lavoro direttamente al venditore della casa (se dichiarati o meno purtroppo non ci è dato saperlo), nel contratto di compravendita però non risulta il suo nome.
Qualche anno dopo Beatrice viene a mancare, si apre la successione e nasce un diverbio tra Tizio e Caio, essendo stati Tizio e Beatrice in comunione dei beni difatti a Caio aspetta una percentuale, Tizio anche se ben conscio di questo, afferma per controbattere che la casa regalata la farà risultare come donazione indiretta, Caio chiede al suo avvocato se effettivamente è passabile come donazione ma l'avvocato lo tranquillizza, afferma che per risultare una donazione indiretta che lede l'asse ereditario gli immobili devono esser stati donati da Beatrice e NON da Tizio, oltre ovviamente a dimostrare il collegamento tra i soldi e l'acquisto dell'immobile, nel nostro caso gli assegni (di Tizio).
La causa và avanti fino al punto in cui il giudice decide di far valutare tutti gli immobili dell'asse ereditario dai CTU del tribunale e di parte, sorprendentemente includendo come collazione la casa di Caio ! Chiedendo lumi all'avvocato, quest'ultimo afferma di non preoccuparsi in quanto il giudice starà facendo valutare la casa solo per "completezza", opinione diversa quella del CTU di parte di Caio che afferma che invece il giudice la sta riconoscendo in tutto e per tutto come collazione.
Chi ha ragione ? Perchè la casa di Caio viene messa in collazione se i soldi dell'acquisto sono stati regalati (o donati) da Tizio e non da Beatrice ? Premetto inoltre che Beatrice è stata senza reddito per tutta la vita essendo stata casalinga, ragione ulteriore per escludere qualsivoglia donazione.
Grazie !
Abbiamo Tizio e Beatrice sposati in comunione dei beni, Tizio non ha figli ma Beatrice ne ha già 1, Caio.
Nel corso degli anni Tizio compra vari immobili di diversa natura, compra anche un immobile per Caio, lo compra girando degli assegni incassati dal suo lavoro direttamente al venditore della casa (se dichiarati o meno purtroppo non ci è dato saperlo), nel contratto di compravendita però non risulta il suo nome.
Qualche anno dopo Beatrice viene a mancare, si apre la successione e nasce un diverbio tra Tizio e Caio, essendo stati Tizio e Beatrice in comunione dei beni difatti a Caio aspetta una percentuale, Tizio anche se ben conscio di questo, afferma per controbattere che la casa regalata la farà risultare come donazione indiretta, Caio chiede al suo avvocato se effettivamente è passabile come donazione ma l'avvocato lo tranquillizza, afferma che per risultare una donazione indiretta che lede l'asse ereditario gli immobili devono esser stati donati da Beatrice e NON da Tizio, oltre ovviamente a dimostrare il collegamento tra i soldi e l'acquisto dell'immobile, nel nostro caso gli assegni (di Tizio).
La causa và avanti fino al punto in cui il giudice decide di far valutare tutti gli immobili dell'asse ereditario dai CTU del tribunale e di parte, sorprendentemente includendo come collazione la casa di Caio ! Chiedendo lumi all'avvocato, quest'ultimo afferma di non preoccuparsi in quanto il giudice starà facendo valutare la casa solo per "completezza", opinione diversa quella del CTU di parte di Caio che afferma che invece il giudice la sta riconoscendo in tutto e per tutto come collazione.
Chi ha ragione ? Perchè la casa di Caio viene messa in collazione se i soldi dell'acquisto sono stati regalati (o donati) da Tizio e non da Beatrice ? Premetto inoltre che Beatrice è stata senza reddito per tutta la vita essendo stata casalinga, ragione ulteriore per escludere qualsivoglia donazione.
Grazie !