Mio marito ha una casa di sua proprietà, ma essendo un commerciante,
A parere di chi scrive , oltre le giuste osservazioni di Jrogin , occorre tenere presente che non è buona cosa in fatto vincolare la possibilità di liquidare i beni in caso di bisogno. Il mio parere è (specialmente quando i figli sono piccoli o giovanissimi)che inibirsi la possibiltà di disporre liberamente di questi beni potrebbe costituire impedimento a " fare cassa " in caso di bisogno urgente di liquidità. Infatti se i beni fossero intestati ai figli minorenni ogni azione sarebbe vincolata alla supervisione e all'autorizzazione del Giudice (p.es. Il Giudice potrebbe anche autorizzare la vendita ma imporrebbe di vincolare i denari in titoli di stato). Se invece i beni fossero donati al figlio maggiorenne necessiterebbe pur sempre la sua disponibiltà a vendere e "girare" ai genitori l'incasso. Oggi questo forse non è un problema ma lo potrebbe divenire un domani se il figlio si sposasse
D'altro canto suo marito è un imprenditore per cui è pur corretto porsi il problema di porre al riparo i beni da possibili dissesti economici ( serio rischio stante il particolare periodo economico)
La soluzione se quest' ultimo fosse il suo vero problema o quello principale è stipulare un "
fondo patrimoniale" che ha un costo davvero irrisorio ( 1500-2000 euro). Contrariamente a quanto comunemente si pensa il "fondo patrimoniale" nello stesso tempo "protegge dalle incursioni dei creditori" e puo' consentire una facilità e disponibilità dei beni molto elastica (dipende dalle clausole che vi si iscrivono). Se ben strutturato, annotato e trascritto, in caso di insolvenza costituisce un "fortino" inespugnabile da parte dei creditori
Purtroppo posso solo limitarmi ad un accenno per limiti di spazio rinviandola ad una consulenza approfondita con un professionista del settore (avvocato, notaio, commercialista) .