Franci63

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Sulla sentenza forse non cogli il senso della massima nel punto che hai citato:
"donazione della quota di un bene indiviso compreso in una massa ereditaria","che è nulla non potendosi, prima della divisione, ritenere che il singolo bene faccia parte del patrimonio del coerede donante.

Letta pedissequamente tale pronuncia afferma che fintanto che un bene (ricevuto in eredità) è indiviso (=comproprietà con altri) non puoi disporne la donazione.
No, tale sentenza afferma che che non si può donare prima della divisione della massa ereditaria (quindi senza che sia possibile chiarire a chi apparterrà cosa,dopo la divisione della massa stessa).

Il fatto che rinunciare ad una proprietà (o quota di essa) sembri strano non significa che il nostro ordinamento non lo preveda,o quantomeno, non vietandolo, non lo escluda.
Non ho detto che condivido la prassi, ma che esiste.
 

Dimaraz

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No, tale sentenza afferma che che non si può donare prima della divisione della massa ereditaria

Tanto per citarne uno:

Notaio Paolo Tonalini

Teniamo però presente che in seguito alla posizione recentemente assunta dalla Corte di Cassazione, che ha affermato la nullità della quota di un singolo bene compreso in una più ampia comunione ereditaria (Cassazione, sentenza 15 marzo 2016, n. 5068), appare molto dubbia la possibilità di rinunciare alla quota di comproprietà di un singolo bene ricevuto in eredità.
 

Franci63

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Tanto per citarne uno:

Notaio Paolo Tonalini

Teniamo però presente che in seguito alla posizione recentemente assunta dalla Corte di Cassazione, che ha affermato la nullità della quota di un singolo bene compreso in una più ampia comunione ereditaria (Cassazione, sentenza 15 marzo 2016, n. 5068), appare molto dubbia la possibilità di rinunciare alla quota di comproprietà di un singolo bene ricevuto in eredità.
Che è quanto dico io,cioè,ampliando la lettura di “Notaio Paolo Tonalini”:
“La situazione è diversa quando non si tratta di rinunciare a una proprietà esclusiva, ma a una quota di comproprietà.
In questo caso, si ritiene che la quota oggetto di rinuncia non vada allo Stato ma si accresca proporzionalmente alle quote degli altri comproprietari. Per esempio, se io rinuncio alla quota di un terzo, gli altri due comproprietari, che avevano un terzo ciascuno, avranno ora un mezzo ciascuno.
Tutto ciò avviene automaticamente in seguito alla semplice rinuncia, quindi senza bisogno di un’accettazione da parte degli altri comproprietari.

La rinuncia alla quota di comproprietà consente di accrescere la quota dei comproprietari, e ciò può risultare, in alcuni casi, vantaggioso. Se i comproprietari sono due, per esempio due coniugi che hanno acquistato insieme la casa, la rinuncia da parte di uno di loro fa sì che l’altro divenga pieno proprietario, senza che ciò comporti i problemi sulla futura commerciabilità dei beni, che deriverebbero da una donazione della quota di comproprietà.” “

Si può rinunciare ad una quota di comproprietà,ma non prima della divisione della massa ereditaria.

 

Dimaraz

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Solo che questa parte era scritta prima del rilievo che ho riportato prima.

Ciò significa che se anche esistono delle "formule" che lasciano presupporre la volontà del legislatore ad una "rinuncia di proprietà"...serve attenzione perchè ora qualcuno (Cassazione) comincia a fare dei distinguo.

Stuzzicato dall'argomento ho trovato anche

Riflessioni in tema di rinuncia alla proprietà

dove replicano quanto abbiamo finora evidenziato e dove sono citate le stesse mie perplessità su un istituto che "formalmente" non esiste.
 
Ultima modifica:

Franci63

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Proprietario Casa
Stuzzicato dall'argomento ho trovato anche

Riflessioni in tema di rinuncia alla proprietà

dove replicano quanto abbiamo finora evidenziato e dove sono citate le stesse mie perplessità su un istituto che "formalmente" non esiste.
Non mi pare che siano esplicitate tante perplessità, anzi,l'analisi della casistica è ampia e ben argomentata.
Si parla anche del regime fiscale della rinuncia, tassata (quando non è a favore di Stato o Regione) come la donazione.
La rinuncia è possibile,praticata perché praticabile.
Che sia "giusto " o meno per noi , poco rileva.
 

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