mapeit

Membro Senior
Proprietario Casa
E' un contratto molto particolare (occorre sottoscrivere anche un "patto di coabitazione" e definire i ruoli per fare le pulizie, cucinare, ecc) che io non ho mai preparato.
Deve essere sottoscritto e vidimato da un Sindacato degli inquilini e da uno dei proprietari.
Direi che qui le organizzazioni sindacali hanno esagerato. Con il patto di coabitazione si entra nell'ambito delle relazioni intime tra le persone e ciò non penso che riguardi né le leggi sulle locazioni, né i sindacati asseveratori. Cucinare, preparare il letto, fare le pulizie e fare la spesa sono attività che rientrano nella vita privata e nella sfera personale di ognuno di noi e metterci il naso per regolarle per legge mi sembra decisamente fuori luogo.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Direi che qui le organizzazioni sindacali hanno esagerato
Non sono d'accordo con la tua interpretazione i questa tipologia contrattuale.

Lo scopo è quello di agevolare due particolari tipi di locatore e conduttore.
Il primo in genere è un proprietario anziano (molto spesso donna) con basso reddito che vive da solo. E ha necessità sia di integrare la pensione affittando una stanza, sia di avere compagnia e piccoli aiuti domestici.
Il conduttore è un giovane (specialmente ragazze) che cerca una soluzione abitativa poco costosa ed è disposto a fornire qualche aiuto all'anziano.

Per tutelare entrambi è necessario stipulare il contratto di locazione fissando anche delle regole di coabitazione.
Sovente le parti non ci riuscirebbero da sole perché poco esperti nelle locazioni e nella stesura dei contratti.
L'intervento dei Sindacati è da intendersi in questo senso: aiuto e tutela per chi lo chiede.

Chi pensa che i Sindacati e/o il Legislatore vogliano soltanto
metterci il naso
forse non conosce alcune problematiche (pensioni basse, disoccupazione o lavori sottopagati, disagio dovuto anche alla solitudine) degli anziani e dei giovani in una città in stato di emergenza abitativa e socio-economica come Torino.
Spesso la segnalazione delle persone interessate a questo tipo di contratto proviene da Enti religiosi (ho conosciuto suore che se ne occupano) e Associazioni di volontariato. Che prestano supporto anche successivamente, durante lo svolgersi della locazione.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Non sono d'accordo con la tua interpretazione i questa tipologia contrattuale.
Io credo di aver inteso la osservazione di mapeit come circoscritta alla seguente condizione:
occorre sottoscrivere anche un "patto di coabitazione" e definire i ruoli per fare le pulizie, cucinare, ecc

Ora le tue considerazioni sono sicuramente condivisibili: ma le soluzioni ci sono sempre state, anche prima che fossero definiti i contratti concordati, transitori e per studenti, ex L 431.

Ben venga che sindacati delle due parti stabiliscano contratti base, con le tipiche condizioni: dopodichè saranno le parti a riempire gli articoli secondo la specifica realtà abitativa, per regolamentare la convivenza.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
saranno le parti a riempire gli articoli secondo la specifica realtà abitativa, per regolamentare la convivenza.
E' ovvio che spetta alle parti stabilire come regolare la loro convivenza , in base a ciò che decidono liberamente. Non esiste un "patto di coabitazione" standard predisposto dai Sindacati.
Come il locatore e il conduttore voglio organizzarsi per suddividere i vari compiti è affare loro.
I Sindacati controllano soltanto che non vi siano illegalità.
Ad esempio un "patto di coabitazione" che obbliga il conduttore a prendersi interamente carico delle pulizie e della cucina non va bene, perché sarebbe elusivo del contratto di lavoro per le colf conviventi col datore di lavoro domestico.

Secondo me è giusto che per stipulare quel particolare tipo di contratto è obbligatorio redigere e sottoscrivere il "patto di coabitazione".
Così sia il locatore che il conduttore si impegnano formalmente a rispettare, per tutta la durata della locazione, quanto da loro stessi stabilito alla stipula del contratto.

le soluzioni ci sono sempre state, anche prima che fossero definiti i contratti concordati, transitori e per studenti,
Se ti riferisci ai contratti liberi 4 + 4, non ne ho mai visto uno che in caso di affitto parziale di una stanza con uso comune dei servizi comprendesse un "patto di coabitazione" tra coinquilini.

Questo è il contratto concordato di locazione parziale transitorio:

Questo è il contratto concordato di locazione parziale per studenti:
 

mapeit

Membro Senior
Proprietario Casa
forse non conosce alcune problematiche (pensioni basse, disoccupazione o lavori sottopagati, disagio dovuto anche alla solitudine) degli anziani e dei giovani in una città in stato di emergenza abitativa e socio-economica come Torino.
Conosco bene certe situazioni socioeconomiche di disagio che costringono le persone anziane e con misere pensioni a ricorrere alla coabitazione con un'altra persona che corrisponda loro un affitto. Ritengo che queste, come la situazione del giovane lavoratore precario che non riesce a pagarsi per intero l'affitto di un monolocale, ci siano sempre state.
Forse oggi il problema è acuito dal caro-bollette, ma le regole di convivenza si sono sempre basate sul buon senso, sul rispetto reciproco e sulle esigenze particolari che una delle persone coinvolte può avere.
Che il locatore debba andare dai sindacati per farsi suggerire come stabilire i turni di cucina o delle pulizie con il suo conduttore convivente, mi sembra veramente indelicato e invasivo. Poi ognuno può pensarlo come meglio crede.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
I Sindacati controllano soltanto che non vi siano illegalità.
E questo lo fanno asseverando il contratto concordato,
Secondo me è giusto che per stipulare quel particolare tipo di contratto è obbligatorio redigere e sottoscrivere il "patto di coabitazione".
Visto che sottolinei "obbligatorio", questo è obbligatorio per l'accordo di Torino, che pretende la coabitazione col proprietario locatore. Non così in altre città: e francamente questo vincolo =coabitazione non so da quale DM sia stato citato.
Se ti riferisci ai contratti liberi 4 + 4,
No: intanto mi riferivo alle situazioni socio-economiche da te elencate per giustificare questa ingerenza nella scelta del locatore e degli inquilini parziali. Non si avevano i contratti concordati, ma sono sempre esistite le affittacamere o le pensioni, che rispondevano a quelle esigenze da te elencate. Che si sia data una ulteriore opportunità mi stà benissimo, ma non per questo giustifico la condizione prevista da Torino e ad es. non presente a Milano.

Ora queste situazioni particolari sono sempre esistite: ti porto la mia esperienza personale:
Assunto dopo il servizio militare da una società Milanese, mi sono trasferito "parzialmente" a Milano: e la "gavetta" è cominciata trovando una sistemazione presso una anziana signora nei pressi della stazione centrale, che affittava le camere in eccesso, per arrotondare e sbarcare il lunario. Dopo qualche mese, con un altro coinquilino abbiamo trovato una sistemazione, sempre in zona, più confortevole e più "organizzata". Questa volta la proprietaria non coabitava, essendo proprietaria di due appartamenti molto grandi, uno al 1° e uno al 7° piano di uno stabile piuttosto prestigioso: insomma una sorta di affittacamere o pensione: Non so quale status avesse: forniva solo il servizio di pulizia e biancheria, ed uso del bagno. Non si era autorizzati all'uso della cucina, almeno per i pasti principali.

Quanto al "patto di convivenza", ovvio che se richiesto occorre farlo: non vedo però perchè necessariamente fuori contratto. Le stesse cose avrebbero potuto essere indicate nel contratto stesso.

Che poi a te stia bene, nessuno lo contesta.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Che il locatore debba andare dai sindacati per farsi suggerire come stabilire i turni di cucina o delle pulizie con il suo conduttore convivente,
A Torino il locatore deve andare dai Sindacati per stipulare quel particolare tipo di contratto.
Non deve farsi suggerire come regolare la convivenza. L'ho scritto nel post n. #15:
Come il locatore e il conduttore voglio organizzarsi per suddividere i vari compiti è affare loro.
I Sindacati controllano soltanto che non vi siano illegalità.

le regole di convivenza si sono sempre basate sul buon senso, sul rispetto reciproco e sulle esigenze particolari che una delle persone coinvolte può avere.
E' corretto.
Infatti le parti (non i Sindacati) stabiliscono in base al buon senso, rispetto reciproco ed esigenze particolari come convivere. Poi lo scrivono, lo firmano e lo allegano al contratto di locazione.

Spesso le conduttrici sono ragazze straniere che non conoscono bene l'italiano e le locatrici sono donne anziane di bassa cultura. Quindi può essere utile, ma non obbligatorio, l'intervento di una terza persona che le aiuti a scrivere il "patto di coabitazione".
Questa terza persona in genere è un volontario: quando mi è stato chiesto da un Ente religioso di dare una mano io mi sono prestata gratuitamente.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
questo è obbligatorio per l'accordo di Torino
L'ho premesso nel post n. #10:
L'Accordo Territoriale di Torino permette le locazioni parziali delle stanze solo se il locatore è convivente con il/i conduttore/i.

questo vincolo =coabitazione non so da quale DM sia stato citato.
Non è citato in alcun D.M. Nessuna norma prescrive né vieta quel vincolo di coabitazione.
Sta scritto nell'Accordo Territoriale di Torino.
Non in quello di altre città perché in ogni Comune le Organizzazioni sindacali possono siglare Accordi diversi tra loro.

Ricordo che per quanto riguarda i contratti concordati per studenti universitari l'art. 5 c. 3 l. 431/1998 prevede che agli Accordi Territoriali partecipino anche le aziende per il diritto allo studio e le associazioni degli studenti, nonche' cooperative ed enti non lucrativi operanti nel settore.
A Torino l'Accordo che prevede quel tipo particolare di contratto concordato parziale in coabitazione col locatore è stato firmato da Edisu.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
non vedo però perchè necessariamente fuori contratto. Le stesse cose avrebbero potuto essere indicate nel contratto stesso.
Come detto più volte in questo Forum, i contratti concordati vengono
redatti in conformità ai modelli ministeriali e a quelli allegati agli Accordi Territoriali di ogni Comune.
Se leggi ciò che ho linkato nel post n. #15 vedi che i modelli in uso a Torino di questo particolare tipo di contratto parziale contengono alcune regole generali inerenti la coabitazione tra locatore e conduttore.
Il "patto di coabitazione" che regola più dettagliatamente la vita quotidiana non fa parte del modello proprio perché viene liberamente deciso e firmato dalle parti, e dopo allegato al contratto.

Probabilmente tu stipuli soltanto contratti liberi 4 + 4 in cui, giustamente, inserisci clausole diverse a seconda di cosa decidi col tuo conduttore. Ovviamente sempre nel rispetto della l. 431/1998.

Chi sceglie di stipulare un contratto concordato deve prima studiare l'Accordo Territoriale e capire quali sono i vincoli da rispettare.

Che poi a te stia bene, nessuno lo contesta.
Mi sta bene ciò che è utile ad aiutare le persone in difficoltà (in questo caso parlo di emergenza abitativa e problemi economici di giovani e anziani) perché mi sono sempre impegnata nel volontariato in vari settori, cercando di dare il mio piccolo contributo.
Naturalmente non contesto le opinioni altrui diverse dalle mie.
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità

Discussioni simili a questa...

Le Ultime Discussioni

Alto