Ciao a tutti, il mio post non riguarda aspetti successori, ma la divisione giudiziale di una normalissima comunione (non ereditaria), e questo mi è sembrato il luogo più appropriato dove postarlo; spero di non avere sbagliato sezione.
Anni fa mia sorella ha acquistato in comunione con un suo amico un monolocale. L’immobile è stato pagato ben più di quello che era il suo valore effettivo (o almeno di quello che sarebbe il suo valore oggi) e lei ne ha acquistato il 45%. Parte del prezzo è stato pagato tramite mutuo a carico di entrambi.
Dal momento che il suo amico era proprietario per il 55% ha avuto la bella pensata di nominare amministratore della sua comunione la sua compagna (e mia sorella non ha potuto farci nulla).
Questa “amministratrice della comunione” si è rivelata essere una parassita della peggior specie; tra compensi e spese di amministrazione e legali di varia natura, mia sorella si trova a sborsare cifre ridicole (soprattutto se paragonate al valore dell’immobile)….. spese che, sicuramente, paga solo lei (dubito fortemente che l’amministratrice chieda le stesse somme al suo compagno!).
Mia sorella vorrebbe adesso uscire da questa brutta situazione, ma dato che l’altro comunista non intende vendere l’immobile, né acquistare la quota di mia sorella, l’unica soluzione percorribile sembra essere la divisione giudiziale.
Il punto è che noi non sappiamo come si svolga la divisione giudiziale e vorremmo avere un’idea di quali potrebbero essere le conseguenze di questa sua decisione. Come funziona quindi la divisione giudiziale? L’immobile viene venduto all’asta, oppure deve essere necessariamente acquistato in toto da uno dei comunisti?
E poi c’è la questione più importante; l’immobile vale sui 50mila euro, ma su di esso grava ancora un mutuo di 65 mila euro. Come si comporterà quindi il giudice nella valutazione dell’immobile?
Dovrà necessariamente deliberare un valore di almeno 65 mila euro? Oppure chiederà l’estinzione del mutuo e poi valuterà l’immobile per il suo effettivo valore?
Per un verso sarei molto contento se mia sorella potesse uscire da questa brutta situazione, ma per altro verso non vorrei che chiedere la divisione giudiziale finisse per ritorcersi contro di lei, mettendola in una situazione ancora peggiore (sotto il profilo economico).
Non so se la cosa possa essere rilevante ma il monolocale è attualmente affittato ad un terzo.
Anni fa mia sorella ha acquistato in comunione con un suo amico un monolocale. L’immobile è stato pagato ben più di quello che era il suo valore effettivo (o almeno di quello che sarebbe il suo valore oggi) e lei ne ha acquistato il 45%. Parte del prezzo è stato pagato tramite mutuo a carico di entrambi.
Dal momento che il suo amico era proprietario per il 55% ha avuto la bella pensata di nominare amministratore della sua comunione la sua compagna (e mia sorella non ha potuto farci nulla).
Questa “amministratrice della comunione” si è rivelata essere una parassita della peggior specie; tra compensi e spese di amministrazione e legali di varia natura, mia sorella si trova a sborsare cifre ridicole (soprattutto se paragonate al valore dell’immobile)….. spese che, sicuramente, paga solo lei (dubito fortemente che l’amministratrice chieda le stesse somme al suo compagno!).
Mia sorella vorrebbe adesso uscire da questa brutta situazione, ma dato che l’altro comunista non intende vendere l’immobile, né acquistare la quota di mia sorella, l’unica soluzione percorribile sembra essere la divisione giudiziale.
Il punto è che noi non sappiamo come si svolga la divisione giudiziale e vorremmo avere un’idea di quali potrebbero essere le conseguenze di questa sua decisione. Come funziona quindi la divisione giudiziale? L’immobile viene venduto all’asta, oppure deve essere necessariamente acquistato in toto da uno dei comunisti?
E poi c’è la questione più importante; l’immobile vale sui 50mila euro, ma su di esso grava ancora un mutuo di 65 mila euro. Come si comporterà quindi il giudice nella valutazione dell’immobile?
Dovrà necessariamente deliberare un valore di almeno 65 mila euro? Oppure chiederà l’estinzione del mutuo e poi valuterà l’immobile per il suo effettivo valore?
Per un verso sarei molto contento se mia sorella potesse uscire da questa brutta situazione, ma per altro verso non vorrei che chiedere la divisione giudiziale finisse per ritorcersi contro di lei, mettendola in una situazione ancora peggiore (sotto il profilo economico).
Non so se la cosa possa essere rilevante ma il monolocale è attualmente affittato ad un terzo.