Il condomino può rinunciare all'utilizzo dell'impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini.
Anche se scritta dal Legislatore, questa frase, un pò come la scritta "la legge è uguale per tutti", lascia molte interpretazioni e quindi motivi di discussione.
L'argomento, un pò come le definizioni delle parole crociate, si ripete ciclicamente.
Io appartengo alla sponda di quelli che sono contrari al distacco: perché privilegia alcuni condòmini (i primi che si sono distaccati) a scapito degli altri. Infatti il distacco dal riscaldamento effettuato secondo il c.c.
può essere possibile per i primi due o tre distacchi (dipende da come è fatto l'impianto anche perché può non essere mai possibile), poi non è più possibile senza arrecare squilibri o aggravi agli altri condomini. Quindi impedisce agli altri proprietari di esercitare lo stesso diritto.
Sono contrarissimo al distacco fatto "alla siciliana": cioè mettere davanti all'amministratore ed al condominio il fatto compiuto come ha scritto condobip
Eseguito il lavoro invia una lettera raccomandata, ed invita l'amministratore al controllo (se lo desidera), magari allega copia della perizia con i risultati eseguiti dal tecnico.
Perché in alternativa al distacco non proponi l'installazione delle valvole contabilizzatrici di calore?
Hai fatto quattro conti di quanto ti costerà il distacco, sia in termini di esecuzione del lavoro che di certificazione e di probabile contenzioso?
Sappi che, interpretando la recente legge sul risparmio energetico, in alcune regioni è vietato il distacco dal riscaldamento condominiale e non vorrei sbagliarmi ma la Regione Piemonte appartiene a questo gruppo proibizionista.