Pedro

Nuovo Iscritto
Buongiorno, spero possiate darmi dei consigli su questo problema.
Siamo 4 fratelli che abbiamo ereditato dopo la morte di nostro padre la casa ,sulla quale c'è ancora un debito residuo di mutuo di circa €100.000,00 , premetto che abbiamo avviato la pratica di successione con il caf e nel frattempo abbiamo messo in vendita l'immobile con una agenzia al prezzo di 190.000,00 € .Adesso abbiamo ricevuto una proposta d'acquisto a 170.000,00 € e uno dei fratelli si rifiuta di abbassare il prezzo.
Tra l'altro diversi agenti immobiliari ci hanno detto che il valore della casa non va oltre i 170.000,00 € . Cosa posso fare dato che per colpa sua non possiamo venderla e naturalmente estinguere il debito ? Premetto anche che sul conto di mio papà abbiamo solamente i soldi per pagare al massimo 1 anno di rate di mutuo.
Sicuro di un vostro consiglio vi saluto calorosamente.
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
I coeredi con unanime accordo , possono scioglere la divisione e nel caso vendere l'immobile .
In caso di disaccordo, anche se il disaccordo è circoscritto al prezzo, occorrerà rivolgersi al giudice . In quella sede l'autorità giudiziaria potrà anche disporre la vendita all'asta del bene ereditato, distribuendo tra i coeredi il ricavato, in proporzione delle loro rispettive quote.
Per evitare la causa lunga, costosa e logorante potreste tentare una conciliazione presso l'ufficio conciliazione della camera di commercio dove potrete avere tutte le informazioni : il costo della procedura è irrisorio e non pregiudica il successivo risorso all' A.G.
 

Mhuktidata

Nuovo Iscritto
Quello della conciliazione non è uno strumento utile, in quanto le Camere di Commercio lo offrono solo per controversie di carattere commerciale, fra imprese ed imprese o fra imprese e consumatori, come dispone l'art. 2. co. 4, lett. b) della legge 580 del 1993 e s.m.i.
Sicché in controversie di natura meramente privata, come quelle ereditarie, le Camere di Commercio non offrono assistenza. Prova a telefonare a una Camera qualsiasi, e ne avrai la conferma.

Purtroppo, nella situazione in cui scrivi, non puoi fare niente.
Tieni conto che, andando in causa, di media ci si mettono una diecina d'anni e si spendono sui diecimila euro di base di spese legali, più un 3% sul valore commerciale dei lasciti. Per farti un esempio, ho proprio adesso sul tavolo il fascicolo di una divisione ereditaria iniziata da mio zio (ora passato a miglior vita) nel 1993 (foro di Roma), per cui c'è l'ordinanza del giudice, ma con asta andata deserta 2 volte (perché fatta sulla base delle perizie ante "bolla", del 2006). Con tutto che avevamo allertato gli attori sull'esito; hanno insistito, e del resto peggio per loro e meglio per noi, visto che ci hanno portato incassi periodici e sicuri.

Per cui, cerca di convincere il fratello riottoso, con le buone o financo con le cattive (ma sempre vie legali), ad ogni costo, anche rimettendoci qualcosa. Lascia da parte le questioni di principio che non servono a nulla. Le cause ereditarie sono le più inutili, lunghe, costose, senza senso. Leggiti l'incipit del "Gatto con gli stivali" di Perrault, ed avrai la conferma di come vanno tali cose, da un secolo a questa parte.

Ma se poi hai una spontanea empatia masochista per la casta degli avvocati, allora rivolgiciti senza esitare!
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
Messaggio diretto al signor Pedro:Nota Importante
Chi scrive intende questo un forum, luogo di libero dibattito ove ognuno esprime la propria opinione, frutto della propria limitata esperienza, opinione che può non coincidere con quella di altri. Nè le opinioni qui espresse dallo scrivente, per limiti oggettivi, possono essere assunte a rango di approfondita consulenza



http://www.propit.it/f74/conciliazi...urarsi-cause-giudiziarie-lunghe-costose-3086/
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
Ho stamane telefonato alla Camera di Commercio di Sondrio che ,seppure non è organsimo abilitatodal Ministero IICC
( Dott.ssa Reghenzani 0342.527263) , è disponibile a procedere ad un tentativo di conciliazione: L'eventaluale accordo positivo avrebbe natura contrattuale per cui se non rispettato dovrebbe essere impugnato l' inadempimento da parte di una o piu' parti in sede di successiva procedura giudiziaria.

Invece la Camera di Commercio di Milano che ho pure contattato stamane (tel.02.805588 Dssa Villa) è regolamente iscritta presso il Ministero Industria e Commercio come organismo abilitato alla Conciliazione ( come per le altre CCIIAA che fruiscono di tale abilitazione) GIA' DA ORA presta conciliazione riguardo alle materie ipertinenti la DIVISIONE , come nel suo caso.La Dottoressa Villa mi ha spiegato che la differenza sta in questi termini:
le nuove materie conciliative trovano A CARATTERE volontario immediata applicazione, con la differenza che dall'aprile 2011 la conciliazione non sarà piu' facoltativa ma OBBLIGATORIA
La differenza sta che un verbale di conciliazione emesso da un organismo abilitato ha immediata efficacia esecutiva avendo valore di "una sentenza passata in giudicato". Per cui se uno nonrispetta quanto pattuito puo' essere oggetto di provvedimento giudiziario automaticamente senza ulteriori perdite di tempo

Pertanto il mio consiglio era sicuramente corretto
 

Pedro

Nuovo Iscritto
Vi ringrazio per il vostro interessamento al mio problema, credo a questo punto che la cosa migliore sia di rivolgermi alla Camera di Commercio di Milano. Grazie ancora vi farò sapere :fico:
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
Concordo pienamente con Lei. Di fronte ad un terzo esperto con buone dote di mediatore di conflitti , come dovrebbe essere il conciliatore, spesso le parti irragionevoli mitigano la loro spigolosità e danno spazio al buon senso
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità

Le Ultime Discussioni

Alto