Ti ringrazio per la fiducia ma oltre non so andare: del resto la tua descrizione della situazione è chiara. Circa le tuo ultime domande posso esprimere solo un parere, senza alcun fondamento.
ma sulle conseguenze del rogito credo divergiamo: da come descrivi i fatti, non hai mai parlato di frazionamento del terreno per riservare la parte non costruita ai proprietari originari. Secondo me la conseguenza è che tutto il terreno è stato soggetto alla costruzione, e la parte libera è diventata la parte comune dell'eedificio: il valore della proprietà rimane diviso per millesimi; ma circa l'uso valgono le regole del condominio che si è venuto a formare.
Mi chiederai allora cosa significhi la sentenza che ha attribuito al caso il solo diritto di superficie. Non so valutarlo, ma oserei dire, certo con presunzione, che sia stata affermata una cosa arbitraria.
Qui ti darei ragione solo in parte. Sul valore del catasto siamo d'accordo: prevale il rogito.io sostengo che i diritti derivanti dal rogito , cioè proprietà del terreno distinta dal fabbricato , e quindi a millesimi, non possono essere modificati da modifiche fatte dal catasto .
ma sulle conseguenze del rogito credo divergiamo: da come descrivi i fatti, non hai mai parlato di frazionamento del terreno per riservare la parte non costruita ai proprietari originari. Secondo me la conseguenza è che tutto il terreno è stato soggetto alla costruzione, e la parte libera è diventata la parte comune dell'eedificio: il valore della proprietà rimane diviso per millesimi; ma circa l'uso valgono le regole del condominio che si è venuto a formare.
Per quanto sopra non condividerei la tua conclusione.Mi muovo in questa direzione per un problema di posti auto che vorrei gestire dosando l'uso a millesimi di proprietà del terreno ( secondo le norme della comunione ) ; anzichè con le norme condominiali che prevedono un pari uso.
Mi chiederai allora cosa significhi la sentenza che ha attribuito al caso il solo diritto di superficie. Non so valutarlo, ma oserei dire, certo con presunzione, che sia stata affermata una cosa arbitraria.