diciamo la verità: le detrazioni fiscali per lavori eseguiti sugli immobili sono una pratica degli ultimi 15/20 anni quando i vari governi hanno introdotto i bonus. Oggi ci sarà un buon terzo di proprietà immobiliari oggetto di compravendita che hanno in atto il recupero del bonus, non sono un caso isolato, quindi sia il notaio che l'agente immobiliare avrebbero potuto chiedere, come bisogna chiedere se esistono dei gravami, se l'immobile gode dei benefici fiscali. Tuttavia il primo interessato a continuare ad usufruire dei benefici è il venditore, anche lui è colpevole, come gli altri personaggi coinvolti, di questa lacuna: non può pretendere che altri curino al 100% i suoi interessi. Probabilmente neanche al CAF dell'Acli. dove il venditore si è rivolto per la dichiarazione dei redditi, non gli avevano detto che i benefici fiscali erano legati alla proprietà dell'immobile: e allora diamo una parte di colpa anche a loro.
Mi viene in mente una discussione di alcuni anni fa nella quale un tizio aveva venduto un appartamento in un condominio nel quale l'assemblea condominiale aveva approvato e deliberato degli importanti lavori sulle facciate. Il venditore. prima di rogitare, pagò tutta la parte di spesa legata all'appartamento per avere la liberatoria da parte dell'amministratore condominiale. Il fatto è che, data l'alta morosità nel riscuotere le quote per il fondo lavori, l'assemblea condominiale decise successivamente di annullare la delibera precedente e di restituire le quote fino allora riscosse. L'amministratore avrebbe voluto restituire la somma relativa all'appartamento al nuovo proprietario, ma il vecchio proprietario, venuto a sapere dell'annullamento dei lavori, ha avanzato la richiesta di riavere i soldi che aveva versato per fare i lavori che successivamente non si sono più fatti.
Questo caso trattava di circa 30.000 € non di 1.250 €.