Allora cercherò di rispondere a tutti in un solo post e mi scuso in anticipo per la lunghezza.
@basty : come ho scritto in varie discussioni (compresa questa), la stessa Agenzia nelle sue guide evidenzia che per avere certezza sull'inquadramento e, di conseguenza, sulla detraibilità di un'opera "
deve essere verificata la conformità alle normative edilizie locali".
Per cui le tabelle contenute nelle sue guide sono puramente indicative, perché non possono obiettivamente tenere in considerazione ogni singola realtà edilizia territoriale.
L'"aspetto fiscale" in queste circostanze non può derogare a quello tecnico, perché le normative autorizzano l'attribuzione dei bonus sulla base di requisiti oggettivi di interventi ed edifici, che fanno capo a leggi di ambito puramente tecnico ed edilizio.
@griz : mi pare di non aver scritto nulla di diverso da quello che stai dicendo tu: non ho detto di fermarsi a quanto riportato nel Glossario nazionale, ma di rivolgersi al Comune, proprio per avere la conferma dell'applicazione "locale" della norma al proprio caso.
Possono infatti esistere situazioni in cui i piani edilizi territoriali derogano per motivi paesaggistici, storici, ambientali, ecc. alle normative standard.
A noi è addirittura capitato di seguire clienti in Comuni dove, per interventi identici su edifici siti sulla stessa strada, vigevano inquadramenti diversi a seconda dei civici.
I Comuni, dunque, non fanno altro che recepire (e non interpretare, come hai scritto tu) le leggi dello Stato, adattandone l'applicabilità alle loro situazioni locali (la legge glielo consente, ovviamente entro certi limiti).
Non nego che anche i Comuni a volte si spingano un po' troppo oltre il recepimento e, come tutti, possano così sbagliare.
Ma, finché nessuno glielo fa notare o fa loro causa, non si può agire di testa propria in barba alle loro disposizioni.
E, di sicuro, i tempi per venire a capo di queste situazioni sono ben più lunghi di quelli connessi alle richieste dei bonus e si rischia di infilarsi in un ginepraio.
@Dimaraz : concordo sul fatto che nessun ente vuole prendersi la responsabilità e che, in caso di mala informazione, siano comunque tenuti a rispondere dei loro errori nei tempi e nei modi previsti dalla legge.
Tuttavia, il Fisco ha un modo alquanto subdolo per evitare di incappare in questi problemi.
Come hanno notato in molti anche qu,i infatti, esistono ben poche loro risposte, circolari, guide, ecc. che danno indicazioni perentorie e certe (come si dice in gergo legale, "senza ombra di dubbio").
Loro interpretano, poi mettono le mani avanti, coinvolgendo "altri competenti".
Al che chiedo a tutti voi di mettervi nei panni del Fisco: quanto può essere oggettiva (e completa) l'esposizione di un contribuente direttamente coinvolto nel caso che sta esponendo?
C'è la ragionevole possibilità che il suo interpello manchi di dettagli e analisi indispensabili per non lasciare adito a dubbi?
Ecco perché, sempre e comunque, l'Agenzia delle Entrate fa presente che le sue risposte si limitano a valutare la situazione prospettata dal richiedente, senza approfondirne eventuali implicazioni laterali e territoriali, spesso fondamentali per avere invece riposte senza neppure chiedere il loro parere.
Quindi, in realtà, non danno risposte sbagliate, semplicemente non rispondono in modo esaustivo (leggi compromettente).
La responsabilità però la impongono al contribuente che, per dimostrare la liceità della sua richiesta d'incentivo, deve produrre un'autocertificazione (che ha risvolti civili e penali) nella quale dichiara che, qualora il Comune non preveda comunicazioni o richieste autorizzative, i lavori rientrano comunque negli inquadramenti giusti.
Voi la compilereste e firmereste a cuor leggero sapendo che non basta la risposta ad un interpello ad avvallarne la correttezza, ma ha molto più peso quello che è riportato nei regolamenti edilizi?...
Concludo spiegandovi il perché dei miei consigli.
Io sono un consulente, quindi cerco sempre di osservare le situazioni da punti di vista diversi, "immedesimandomi" nei vari attori coinvolti (cliente, Enea, Fisco, tecnici comunali, ecc.).
Provo a fare coi colleghi l'analisi più dettagliata possibile di tutti gli aspetti per poi trarre delle conclusioni che siano per il cliente il giusto mezzo tra rischi e lungaggini da evitare e guadagni da ottenere.
Ma, soprattutto, evito di fare il teorico delle leggi e do suggerimenti che si basano sulle esperienze vissute durante i molti anni di lavoro in questo campo.
Seguendo quasi sempre gli interventi dal concepimento fino alle eventuali ispezioni fiscali, ormai so quali procedure seguire e quali evitare.
Non sto assolutamente dicendo che conosco ogni segreto dei Bonus Casa e che non sbaglio mai, anzi.
È un ambito in continua evoluzione e nessuno potrà mai averne la conoscenza assoluta, per tanto che si sforzi di studiare e informarsi.
Tuttavia sono molto pratico e so cosa vuol dire avere a che fare con mille interlocutori diversi e, sopratutto, col Fisco.
Come in tutti gli ambiti penso che sia la strategia che fa la differenza più della teoria e delle chiacchiere.