Si ricalca correttamente il riassunto trovato a Catasto.
1) Il padre ha donato 1/2 dell'immobile
2) il padre trattiene per sé 1/6 dell'immobile + diritto abitazione e uso mobili + usufrutto su 1/2 donato
3) il figlio vanta sua quota di 1/6 in piena proprietà + 1/2 in nuda proprietà donato gravato di un modus e vi è esclusione dalla collazione
4) la figlia vanta 1/6 sua quota di 1/6 in piena proprietà
Alla morte del padre:
1) quantificazione del donatum sottratto il modus (maggiore sarà la prestazione del miglio minore il donatum da conteggiare ai fini successori) , cosa non facile e di certo sarà investito un giudice
2) riunione fittizia donatum + relictum; posto che il relictum consista solo nel 1/6
dell'immobile di piena proprietà del padre, e posto che il figlio abbia prestato solo assistenza morale compensabile con il vantaggio ricevuto dal vivere nell'immobile (il padre aveva una sua pensione), avremo 1/2 + 1/6 = 4/6 dell'immobile, dove la quota disponibile sarà pari ad 1/3 e la quota di ciascun figlio 1/3 (sui 4/6 dell'immobile)
3) il padre, poteva disporre di 1/3 ma ha donato 1/2, ledendo così la quota di legittima spettante alla figlia
4) la figlia potrà procedere contro il fratello per pretendere che sia reintegrata la quota a lei spettante: essendovi 1/6 di relictum, il fratello dovrà corrisponderle ancora la differenza tra 1/2 (donazione) e 8/18 (legittima + disponibile), ossia 1/18 di immobile pari al 5,556% del valore totale.
Stanti le premesse (e nell'eventualità che il figlio possa anche vantare una prestazione che diminuisca il valore del donatum), sinceramente, salvo l'immobile non valesse molto, non vedo l'opportunità di agire in giudizio per avere il 5,556% della quota immobiliare mancante (ogni 100.000,00 Euro sarebbe € 5.556,00)