L’anno scorso è deceduto uno zio, vedovo e senza figli. Anni prima aveva fatto testamento presso un notaio. Dopo la sua morte sono stati trovati due testamenti olografi più recenti emessi in PARI DATA. Tutti e tre i testamenti sono stati pubblicati insieme dallo stesso notaio che aveva ricevuto il primo. Ora, mentre è evidente che il primo testamento è stato superato dagli altri due è impossibile accertare quale dei due è l’ultimo e pertanto i 4 nipoti eredi nominati , di comune accordo, li hanno ritenuti entrambi validi.
Resta però da stabilire il valore delle singole quote perché:
nel 1° lo zio lascia la metà a Tizia e l’altra metà da dividere tra Caio e Sempronio (suoi parenti consanguinei)
nel 2° testamento, sempre in pari data, lo zio lascia la metà ancora a Tizia e l’altra metà a Maria (sua parente affine)
Come deve essere divisa l’eredità?
Il fatto che Tizia appaia in entrambi mi farebbe pensare che a lei spetti, facendo una comparazione una quota maggiore proporzionata ai due testamenti e cioè: il 41,66% ad A, il 16,66% a Caio e Sempronio e il 25% a Maria.
Voi che ne dite?
Resta però da stabilire il valore delle singole quote perché:
nel 1° lo zio lascia la metà a Tizia e l’altra metà da dividere tra Caio e Sempronio (suoi parenti consanguinei)
nel 2° testamento, sempre in pari data, lo zio lascia la metà ancora a Tizia e l’altra metà a Maria (sua parente affine)
Come deve essere divisa l’eredità?
Il fatto che Tizia appaia in entrambi mi farebbe pensare che a lei spetti, facendo una comparazione una quota maggiore proporzionata ai due testamenti e cioè: il 41,66% ad A, il 16,66% a Caio e Sempronio e il 25% a Maria.
Voi che ne dite?