Oggi, primo giorno post festivo e studio deserto (tutti i colleghi sono ancora, beati loro, a far pallate di neve) mi consento rammentare un mio episodio.
Il 30 luglio di tre anni fa (ne avevo già 82) al rientro dal tribunale - Genova è deserta - percorro un sottopasso dove m'accorgo di due giovani, diciamo 'foresti' (se no la Boldrini s'incxxxza), che mi seguono. Sento che uno accelera per venirmi incontro. Dopo un attimo di smarrimento, invece di tentare una fuga di certo improvvida lascio che mi raggiunga e quando è a tiro, memore dei miei antichi fasti sportivi, mi giro e lo scalcio col piede a 'martello' (roba da cartellino rosso!) colpendolo nella zona più...sensibile. Col che lo rendo sul momento innocuo; indi me la do a gambe levate. Poi per scrupolo vado in Questura a far denuncia. Ancora un po alterato esprimo al poliziotto la mia intenzione di chiedere il porto d'armi. Gentilmente me ne dissuade: "guardi che bisogna andare a lungo in un poligono ad imparare senza esser neanche certo dopo d'ottenerlo; e poi una pistola dove pensa di tenerla? Nella cartella o in tasca? Dovendo riuscire a prenderla e caricare sarebbe già sopraffatto col rischio d'un attacco più violento. Fanno ridere le signore collo spray al peperoncino in borsetta, quando 'quelli' agiscono sempre di sorpresa!" Allora, obbietto, bisogna sempre subire? "No, le do un consiglio: data, in specie, la sua età lei può avere con se un bastone; se ne premunisca d'uno abbastanza lungo e robusto perché questo già ce l'ha in mano e, mi creda, come difesa in casi analoghi funziona". Infatti adesso ne ho uno, bello nodoso, con cui passeggio e che ho già trovato di gradevole utilità. Ad esempio quando vado in autobus mi cedono subito il posto e quando attraverso la strada sulle strisce pedonali lo alzo e gli autisti non lo prendono come un cenno di saluto tant'è che frenano anche bruscamente per lasciarmi il passo. Niente male (ultimo inciso che rivolgo a @Dimaraz) : pure quanto nel palazzo m'incontro con i casigliani, li trovo sempre molto ossequiosi!
Il 30 luglio di tre anni fa (ne avevo già 82) al rientro dal tribunale - Genova è deserta - percorro un sottopasso dove m'accorgo di due giovani, diciamo 'foresti' (se no la Boldrini s'incxxxza), che mi seguono. Sento che uno accelera per venirmi incontro. Dopo un attimo di smarrimento, invece di tentare una fuga di certo improvvida lascio che mi raggiunga e quando è a tiro, memore dei miei antichi fasti sportivi, mi giro e lo scalcio col piede a 'martello' (roba da cartellino rosso!) colpendolo nella zona più...sensibile. Col che lo rendo sul momento innocuo; indi me la do a gambe levate. Poi per scrupolo vado in Questura a far denuncia. Ancora un po alterato esprimo al poliziotto la mia intenzione di chiedere il porto d'armi. Gentilmente me ne dissuade: "guardi che bisogna andare a lungo in un poligono ad imparare senza esser neanche certo dopo d'ottenerlo; e poi una pistola dove pensa di tenerla? Nella cartella o in tasca? Dovendo riuscire a prenderla e caricare sarebbe già sopraffatto col rischio d'un attacco più violento. Fanno ridere le signore collo spray al peperoncino in borsetta, quando 'quelli' agiscono sempre di sorpresa!" Allora, obbietto, bisogna sempre subire? "No, le do un consiglio: data, in specie, la sua età lei può avere con se un bastone; se ne premunisca d'uno abbastanza lungo e robusto perché questo già ce l'ha in mano e, mi creda, come difesa in casi analoghi funziona". Infatti adesso ne ho uno, bello nodoso, con cui passeggio e che ho già trovato di gradevole utilità. Ad esempio quando vado in autobus mi cedono subito il posto e quando attraverso la strada sulle strisce pedonali lo alzo e gli autisti non lo prendono come un cenno di saluto tant'è che frenano anche bruscamente per lasciarmi il passo. Niente male (ultimo inciso che rivolgo a @Dimaraz) : pure quanto nel palazzo m'incontro con i casigliani, li trovo sempre molto ossequiosi!