Palazzo con dieci scale con ben 156 appartamenti al centro di Roma, zona Testaccio. Cortile condominiale ghiaiato e con palme, utilizzato ai lati per parcheggio motorini e moto (circa 60 mezzi). Dopo vari tentativi di non autorizzare detto spazio per il suddetto parcheggio (motivazione principale "la salvaguardia del decoro" dello stabile (...che ha quasi 90 anni, e che necessiterebbe davvero di una manutenzione delle facciate interne...), ed altrettanti tentativi andati anch'essi a vuoto per imporre un canone d'affitto degli spazi (comunque accessibili ai soli condomini), avendo il condominio oggettive necessità di avere fondi economici a disposizione per dar luogo ad una serie di spese per la messa in sicurezza dello stabile e per altre migliorie (necessarie per la succitata vetustà del caseggiato), tra le varie iniziative da attivare a breve (vedi aumento dei canoni di affitto di proprietà comuni, come la "casa del portiere", magazzini uso soffitta, vendita di spazi pubblicitari esterni), si è pensato di riportare in discussione il "canone parcheggio motorini". Poichè personalmente ritengo che questa ultima ipotesi sia ancora molto accidentata, mi sono permesso di mettere in discussione una nuova proposta, formalmente diversa dalle (sfortunate) precedenti: anzichè istituire "un canone di locazione", che ha troppo implicanze anche amministrative, ho ipotizzato un "contributo suppletivo" (non superiore ai 15 euro mensili) a carico dei proprietari delle moto e biciclette, per la migliore manutenzione del giardino, poichè in qualche modo la sosta dei mezzi altera il posizionamento della ghiaia, nonchè il drenaggio, nonchè impone diverse più complesse procedure per l'innaffiamento delle siepi, degli alberelli e delle palme. In altre parole, pur essendo parti comuni a disposizione di tutti, non è che chi non ha la moto alteri o movimenti la ghiaia, mentre chi ha le moto sì. Io credo che così impostata la norma non abbia particolari vincoli procedurali per la sua approvazione in assemblea, e non dovrebbero esserci ricorsi (come un tempo ci sono stati, peraltro vinti in sede giudiziale) da parte di chi si è rifiutato a priori di non parcheggiare la propria moto e di pagare eventuali "tasse di parcheggio". Ultimissima cosa: il regolamento condominiale, che, in ultima stesura risale al 1936, fa divieto d'accesso al giardino da parte di non meglio definiti mezzi di locomozione: viste le iniziative del Comune di Roma per favorire la realizzazione di parcheggi privati negli stabili, credo che tale disposizione (fatta eccezione per le macchine o veicoli a quattroruote) dovrebbe essere di fatto superata. Per concludere: è praticabile la mia ipotesi?
Aurosat
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