Forse non è la sezione giusta, ma spero come sempre di avere un'indicazione ad hoc.
Da circa un anno sono in contenzioso con una palestra che ho frequentato per 15 mesi dovuti ad una promozione estiva (giugno-luglio-agosto) cui dovevano seguire 12 mesi. Il contenzioso si fonda su questo: loro dicono che l'attivazione dell'anno decorre dalla firma del contratto, mentre io sostengo (supportata dalle scartoffie) che la promozione prevedeva oltre ai 3 estivi, 12 mesi di frequenza collegati con il vincolo di 12 mesi di addebito su c/c. Per loro la disdetta doveva avvenire prima di giugno, mentre io l'ho presentata ai primi di luglio in quanto per me, i 12 mesi decorrevano da settembre.
Oggi mi viene contestata questa interpretazione e, dopo un sollecito da parte di una società di recupero crediti (che si è ritirata dopo aver visto la documentazione), la pratica è tornata direttamente in mano alla sede centrale della palestra.
Io mi sono appoggiata ad Adiconsum che ha convenuto quantomeno sul vizio di forma contrattuale ed ha inviato una AR. A seguito di ciò mi è stata proposta dalla palestra la riduzione ad un terzo di quanto dovuto infatti dicono che no avendo dato disdetta secondo i loro tempi il contratto si è AUTOMATICAMENTE RINNOVATO per un altro anno (ma io non ho frequentato e ritengo che niente sia dovuto): in contenzioso infatti è proprio sulle decorrenze della promozione e quindi dei 12 mesi cui la stessa era legata.
Io ritengo di essere nel giusto e quindi non ho intenzione di pagare nulla (ciò significa Davide contro Golia).
Se dovessi andare avanti cosa dovrei fare? Il recupero forzoso che minacciano, come avviene? Si andrebbe in giudizio e con quali tempi? In caso di giudizio sfavorevole a quale tipo di spese andrei incontro? Ormai è diventata una questione di principio.
Grazie a tutti per l'aiuto!
Da circa un anno sono in contenzioso con una palestra che ho frequentato per 15 mesi dovuti ad una promozione estiva (giugno-luglio-agosto) cui dovevano seguire 12 mesi. Il contenzioso si fonda su questo: loro dicono che l'attivazione dell'anno decorre dalla firma del contratto, mentre io sostengo (supportata dalle scartoffie) che la promozione prevedeva oltre ai 3 estivi, 12 mesi di frequenza collegati con il vincolo di 12 mesi di addebito su c/c. Per loro la disdetta doveva avvenire prima di giugno, mentre io l'ho presentata ai primi di luglio in quanto per me, i 12 mesi decorrevano da settembre.
Oggi mi viene contestata questa interpretazione e, dopo un sollecito da parte di una società di recupero crediti (che si è ritirata dopo aver visto la documentazione), la pratica è tornata direttamente in mano alla sede centrale della palestra.
Io mi sono appoggiata ad Adiconsum che ha convenuto quantomeno sul vizio di forma contrattuale ed ha inviato una AR. A seguito di ciò mi è stata proposta dalla palestra la riduzione ad un terzo di quanto dovuto infatti dicono che no avendo dato disdetta secondo i loro tempi il contratto si è AUTOMATICAMENTE RINNOVATO per un altro anno (ma io non ho frequentato e ritengo che niente sia dovuto): in contenzioso infatti è proprio sulle decorrenze della promozione e quindi dei 12 mesi cui la stessa era legata.
Io ritengo di essere nel giusto e quindi non ho intenzione di pagare nulla (ciò significa Davide contro Golia).
Se dovessi andare avanti cosa dovrei fare? Il recupero forzoso che minacciano, come avviene? Si andrebbe in giudizio e con quali tempi? In caso di giudizio sfavorevole a quale tipo di spese andrei incontro? Ormai è diventata una questione di principio.
Grazie a tutti per l'aiuto!