Cari amici, oggi la mia richiesta verte su un altro argomento: il lavoro ed il Jobs Act. La situazione è questa: mia figlia era dipendente da circa 4 anni di una società di sorveglianza privata. Questa società, nel mese di settembre/ottobre ha ceduto il contratto di appalto che aveva in essere con un committente (HP). Mia figlia aveva un contratto di lavoro a tempo indeterminato con orario distribuito Lun/Ven. su due turni 7-14 o 14-21.
La nuova società, senza fornire documenti o nuove tipologie di contratto, pretendeva che i dipendenti firmassero le dimissioni volontarie e sarebbe scattata subito la riassunzione però.......ad altre condizioni!!! Un altro tipo di contratto, obbligo di prestare anche turni notturni (vi immaginate una receptionist sola di notte, in un palazzo deserto con un servizio di vigilanza armata (si fa per dire.....perché sappiamo bene cosa possono o non possono fare le guardie giurate) con un passaggio di controllo ogni 2 ore - 2 ore e mezza?
Mia figlia si è rifiutata di firmare queste nuove clausole. Quindi scatta il licenziamento, "loro" dicono per "giustificato motivo oggettivo" (Così recita il Jobs Act....) E ieri siamo andati all'U.T.L. per il tentativo di conciliazione. A quanto mi risulta, tale tentativo si riassume nell'offerta di un indennizzo di 4 o 5 mensilità e.....tanti saluti. Bene, la controparte non si è presentata. Il tentativo viene ancora svolto un'altra volta, dopo di che, in caso di ulteriore assenza della controparte, la proposta di conciliazione viene archiviata. Quindi, se vuoi avere i 4 o 5 mesi di indennizzo, ti devi rivolgere al Giudice. Allora: a che serve la conciliazione se non ha poteri decisionali e/o coercitivi?
Chi ha promulgato e sbandierato come una grande conquista sull'immobilismo italiano il Jobs Act, con tanti saluti alle nostre conquiste (Legge 300/70 e relativo, ma non solo, art. 18) va considerato solo e niente meno che un grande cialtrone!.
Nel corso della mia carriera lavorativa, ho affrontato due cause di lavoro. Entrambe vittoriose. Il datore di lavoro venne immediatamente condannato a rifondere i danni ed a riconoscere il diritto.
Accolgo volentieri suggerimenti, consigli e quant'altro, comprese manifestazioni di solidarietà.
La nuova società, senza fornire documenti o nuove tipologie di contratto, pretendeva che i dipendenti firmassero le dimissioni volontarie e sarebbe scattata subito la riassunzione però.......ad altre condizioni!!! Un altro tipo di contratto, obbligo di prestare anche turni notturni (vi immaginate una receptionist sola di notte, in un palazzo deserto con un servizio di vigilanza armata (si fa per dire.....perché sappiamo bene cosa possono o non possono fare le guardie giurate) con un passaggio di controllo ogni 2 ore - 2 ore e mezza?
Mia figlia si è rifiutata di firmare queste nuove clausole. Quindi scatta il licenziamento, "loro" dicono per "giustificato motivo oggettivo" (Così recita il Jobs Act....) E ieri siamo andati all'U.T.L. per il tentativo di conciliazione. A quanto mi risulta, tale tentativo si riassume nell'offerta di un indennizzo di 4 o 5 mensilità e.....tanti saluti. Bene, la controparte non si è presentata. Il tentativo viene ancora svolto un'altra volta, dopo di che, in caso di ulteriore assenza della controparte, la proposta di conciliazione viene archiviata. Quindi, se vuoi avere i 4 o 5 mesi di indennizzo, ti devi rivolgere al Giudice. Allora: a che serve la conciliazione se non ha poteri decisionali e/o coercitivi?
Chi ha promulgato e sbandierato come una grande conquista sull'immobilismo italiano il Jobs Act, con tanti saluti alle nostre conquiste (Legge 300/70 e relativo, ma non solo, art. 18) va considerato solo e niente meno che un grande cialtrone!.
Nel corso della mia carriera lavorativa, ho affrontato due cause di lavoro. Entrambe vittoriose. Il datore di lavoro venne immediatamente condannato a rifondere i danni ed a riconoscere il diritto.
Accolgo volentieri suggerimenti, consigli e quant'altro, comprese manifestazioni di solidarietà.