Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
Cari amici, oggi la mia richiesta verte su un altro argomento: il lavoro ed il Jobs Act. La situazione è questa: mia figlia era dipendente da circa 4 anni di una società di sorveglianza privata. Questa società, nel mese di settembre/ottobre ha ceduto il contratto di appalto che aveva in essere con un committente (HP). Mia figlia aveva un contratto di lavoro a tempo indeterminato con orario distribuito Lun/Ven. su due turni 7-14 o 14-21.
La nuova società, senza fornire documenti o nuove tipologie di contratto, pretendeva che i dipendenti firmassero le dimissioni volontarie e sarebbe scattata subito la riassunzione però.......ad altre condizioni!!! Un altro tipo di contratto, obbligo di prestare anche turni notturni (vi immaginate una receptionist sola di notte, in un palazzo deserto con un servizio di vigilanza armata (si fa per dire.....perché sappiamo bene cosa possono o non possono fare le guardie giurate) con un passaggio di controllo ogni 2 ore - 2 ore e mezza?
Mia figlia si è rifiutata di firmare queste nuove clausole. Quindi scatta il licenziamento, "loro" dicono per "giustificato motivo oggettivo" (Così recita il Jobs Act....) E ieri siamo andati all'U.T.L. per il tentativo di conciliazione. A quanto mi risulta, tale tentativo si riassume nell'offerta di un indennizzo di 4 o 5 mensilità e.....tanti saluti. Bene, la controparte non si è presentata. Il tentativo viene ancora svolto un'altra volta, dopo di che, in caso di ulteriore assenza della controparte, la proposta di conciliazione viene archiviata. Quindi, se vuoi avere i 4 o 5 mesi di indennizzo, ti devi rivolgere al Giudice. Allora: a che serve la conciliazione se non ha poteri decisionali e/o coercitivi?
Chi ha promulgato e sbandierato come una grande conquista sull'immobilismo italiano il Jobs Act, con tanti saluti alle nostre conquiste (Legge 300/70 e relativo, ma non solo, art. 18) va considerato solo e niente meno che un grande cialtrone!.
Nel corso della mia carriera lavorativa, ho affrontato due cause di lavoro. Entrambe vittoriose. Il datore di lavoro venne immediatamente condannato a rifondere i danni ed a riconoscere il diritto.
Accolgo volentieri suggerimenti, consigli e quant'altro, comprese manifestazioni di solidarietà.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Questa società, nel mese di settembre/ottobre ha ceduto il contratto di appalto che aveva in essere con un committente (HP). Mia figlia aveva un contratto di lavoro a tempo indeterminato con orario distribuito Lun/Ven. su due turni 7-14 o 14-21.

Vi è qualcosa di non chiaro.
Se la società ha ceduto un appalto che aveva con un cliente non significa che tua figlia cambia datore.
Allora o intendevi dire che la società ha ceduto a terzi l'intera attività con passaggio diretto delle "maestranze"...o tua filgia non è dispost ad andare a lavorare in altri siti.
Se non chiarisci questo punto si rischia di parlare del "nulla".
 
U

User_29045

Ospite
La nuova società, senza fornire documenti o nuove tipologie di contratto, pretendeva che i dipendenti firmassero le dimissioni volontarie e sarebbe scattata subito la riassunzione però.......ad altre condizioni!!!

Questa precisazione fa IPOTIZZARE che ci sia stata una vera e propria cessione del rapporto contrattuale.

Ma non esiste che i dipendenti devono firmare le dimissioni volontarie....

Perché se DEVONO firmarle, tutto sono, fuorché VOLONTARIE!!!!!

Temo che per dirimere la controversia serva assolutamente un legale specializzato in dirizzo del lavoro.

Il fatto che un contratto possa essere ceduto, non vuol certo dire che si debbano obbligare le persone a firmare le dimissioni per poi riassumerle, perché ovviamente grazie al Jobs Act, le nuove condizioni sono ben differenti!

Secondo me "ci hanno provato", ad indurre le persone a firmare le dimissioni.
 

Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
Perchè solo una sentenza può "coercitiva".
Una conciliazione è la ricerca di un accordo dove che più che un Giudcie vi è un "mediatore".
Se la controparte non si pesenta significa che non intende trovare alcun accordo.
In questo caso, nella commissione di conciliazione erano presenti: una Presidente, una rappresentante delle associazioni di confindustria o confcommercio .....o comunque una conf.... ed un rappresentane delle organizzazioni dei lavoratori. Non essendosi presentata la controparte, a mia domanda su cosa accadrebbe nel caso la controparte reiterasse l'assenza alla prossima convocazione(29 p.v.) La Presidente dice: archiviamo la conciliazione e lei si dove rivolgere al Giudice per vedersi riconosciuto il diritto all'indennizzo.
 

Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
La Società ha ceduto baracca e burattini ad una nuova organizzazione della sicurezza (sic!) I burattini nello specifico sono i lavoratori. Alcuni di loro hanno firmato le dimissioni; sono stati riassunti con un nuovo tipo di contratto (capestro) che prevede il lavoro su 3 turni - quindi anche il notturno - e condizioni del nuovo contratto svelate solo dopo le dimissioni e la riassunzione.
E, per Possessore, ti stupisci se succedono queste cose? Io non direi "grazie al Jobs Act" ma: ma a causa del Jobs Act.
 
U

User_29045

Ospite
Era un "grazie al Jobs Act" proprio per evidenziare che ha fatto solo danni.

Comunque ancora non mi è chiara una cosa.

Tu dici "La società ha ceduto", e poi dici "alcuni hanno firmato le dimissioni".

Se nel contratto originario era prevista la "clausola di cessione", non c'è alcun bisogno di firmare le dimissioni: domattina ti puoi ritrovare dipendente di altra società senza neanche accorgertene, basta una raccomandata A/R di notifica. Però le condizioni contrattuali devono restare le stesse!

Se invece non è prevista alcuna "clausola di cessione", allora semplicemente "ci hanno provato", e a quanto vedo, con alcuni gli è pure andata bene perché hanno accettato spontaneamente di dimettersi in cambio di un punto interrogativo.
 
U

User_29045

Ospite
Arrivati ad oggi, chi ha "spontaneamente" firmato le dimissioni ormai non può legalmente più fare alcunché, visto che su questa "spontanea" dimissione non c'è scritto che il datore di lavoro ti stava puntando la pistola alla tempia.

Agli atti, SEMBRA che il lavoratore si sia effettivamente dimesso SENZA COSTRIZIONI ESTERNE.

Chi invece è stato indotto a firmare le dimissioni ma non l'ha fatto, può ancora mettere le cose in chiaro con un legale specializzato in diritto del lavoro.

Se c'è clausola di cessione: OK alla cessione ad altra azienda, ma a parità di condizioni contrattuali.

Se non c'è clausola di cessione, il lavoratore se viene licenziato ha diritto all'indennizzo, ma in nessun caso può essere obbligato a firmare.

L'obbligo di firma poi, agli atti, viene visto come una dimissione REALMENTE SPONTANEA.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Non essendosi presentata la controparte, a mia domanda su cosa accadrebbe nel caso la controparte reiterasse l'assenza alla prossima convocazione(29 p.v.) La Presidente dice: archiviamo la conciliazione e lei si dove rivolgere al Giudice per vedersi riconosciuto il diritto all'indennizzo.

Ed era l'unica risposta che ti poteva dare.
Se vuoi avere una "sentenza" devi citare in causa la società.
Qualora non lo sapessi....la mancata presenza ad una "mediazione" è penalizzata negli eventuali "giudizi" successivi.
 

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