Come sempre, in Italia, ogni ufficio dell'Agenzia delle Entrate interpreta le norme a sua discrezione. Il thread del Forum Immobilio che ho postato ne è un chiaro esempio. Fermo restando che è assodato che il mero rimborso delle spese condominiali sostenute per il conduttore non costituisca reddito per il locatore, si apre la diatriba proprio quando il rimborso è stabilito in maniera forfettaria. Se il locatore si fa rimborsare più di quanto abbia effettivamente speso, in teoria ciò costituisce un reddito. E' qui che molti uffici sostengono che per evitare l'imposizione andrebbe operato un conguaglio, ovvero la restituzione al conduttore della quota di spese indebitamente rimborsate. In teoria non fa una piega, in pratica altri uffici soprassiedono alla cosa purché - come sostiene @uva - non vi sia un'evidente sproporzione tra quota affitto e quota spese che potrebbe nascondere un reddito in nero mascherato. Se vi fosse qualche circolare ufficiale dell'Agenzia delle Entrate in merito, oppure anche qualche risposta ufficiale ad un interpello (che comunque vale solo nel caso in questione), sarei ben lieto di fornirvela, ma come vedete la risposta fornita e pubblicata nel Forum non ha alcuna veste ufficiale. Pertanto sostengo che, a scanso di contestazioni, è sempre meglio scrivere nel contratto la frase "salvo conguaglio". Se poi il conguaglio non si farà, la cosa resterà tra le parti.Mi pare abbia citato un "suggerimento" dell'Agenzia delle Entrate di Milano.
Se esiste una normativa specifica in merito, sarebbe interessante che @mapeit o altri locatori che siano informati ci diano dei riferimenti precisi.