La sanatoria catastale non elimina gli abusi
C'è chi ha realizzato un soppalco nel monolocale e chi si è dimenticato di aggiornare il Catasto dopo aver ereditato la casa di campagna. C'è chi ha scoperto di abitare in un alloggio registrato come ufficio (A/10) e chi ha costruito una parete divisoria in cartongesso senza avvisare il Comune.
È una galleria di sviste, dimenticanze e piccole irregolarità quella che emerge dalle domande inviate al forum online legato alla Guida pratica «Le novità per la casa», pubblicata con Il Sole 24 Ore di ieri. In ballo non ci sono le case interamente abusive – i cui proprietari stanno in silenzio, sperando in un condono – ma le innumerevoli modifiche di lieve entità con cui gli italiani hanno plasmato negli anni il patrimonio edilizio.
Il Dl 78/2010, all'articolo 19, avvia una manovra in due mosse: da un lato, afferma che i rogiti stipulati dal 1° luglio potranno avvenire solo se ci sarà conformità tra i dati catastali, le planimetrie e lo stato di fatto; dall'altro, stabilisce che fino al 31 dicembre i proprietari di edifici non in regola con il Catasto potranno mettersi a norma.
A fare la differenza, però, saranno i profili urbanistici ed edilizi, che non possono essere sanati con un semplice accatastamento. Ad oggi, la manovra finanziaria non prevede un condono edilizio: quindi, chi ha commesso violazioni formali, potrà mettersi in regola con l'agenzia del Territorio (per i profili catastali) e con il Comune (per quelli urbanistico-edilizi), per poi vendere tranquillamente l'abitazione o darla in affitto. Chi ha commesso violazioni sostanziali, invece, si troverà in una scomoda impasse: potrà sì accatastare l'edificio, ma rischierà l'intervento del Comune, che potrà anche ordinare la demolizione. Casi come quello del lettore cui il municipio ha già intimato la demolizione della veranda rientrano perfettamente in questa casistica. Ma ci sono anche situazioni molto meno gravi: per il muro in cartongesso (così come per le opere realizzate senza titolo abilitativo ma comunque conformi alla disciplina vigente all'epoca dei fatti) si può chiedere la sanatoria ordinaria. Il procedimento costa come minimo 516 euro di oblazione, più la parcella del professionista, ma non vale la pena di rischiare.
La sanatoria catastale non elimina gli abusi - Il Sole 24 ORE
:daccordo:
C'è chi ha realizzato un soppalco nel monolocale e chi si è dimenticato di aggiornare il Catasto dopo aver ereditato la casa di campagna. C'è chi ha scoperto di abitare in un alloggio registrato come ufficio (A/10) e chi ha costruito una parete divisoria in cartongesso senza avvisare il Comune.
È una galleria di sviste, dimenticanze e piccole irregolarità quella che emerge dalle domande inviate al forum online legato alla Guida pratica «Le novità per la casa», pubblicata con Il Sole 24 Ore di ieri. In ballo non ci sono le case interamente abusive – i cui proprietari stanno in silenzio, sperando in un condono – ma le innumerevoli modifiche di lieve entità con cui gli italiani hanno plasmato negli anni il patrimonio edilizio.
Il Dl 78/2010, all'articolo 19, avvia una manovra in due mosse: da un lato, afferma che i rogiti stipulati dal 1° luglio potranno avvenire solo se ci sarà conformità tra i dati catastali, le planimetrie e lo stato di fatto; dall'altro, stabilisce che fino al 31 dicembre i proprietari di edifici non in regola con il Catasto potranno mettersi a norma.
A fare la differenza, però, saranno i profili urbanistici ed edilizi, che non possono essere sanati con un semplice accatastamento. Ad oggi, la manovra finanziaria non prevede un condono edilizio: quindi, chi ha commesso violazioni formali, potrà mettersi in regola con l'agenzia del Territorio (per i profili catastali) e con il Comune (per quelli urbanistico-edilizi), per poi vendere tranquillamente l'abitazione o darla in affitto. Chi ha commesso violazioni sostanziali, invece, si troverà in una scomoda impasse: potrà sì accatastare l'edificio, ma rischierà l'intervento del Comune, che potrà anche ordinare la demolizione. Casi come quello del lettore cui il municipio ha già intimato la demolizione della veranda rientrano perfettamente in questa casistica. Ma ci sono anche situazioni molto meno gravi: per il muro in cartongesso (così come per le opere realizzate senza titolo abilitativo ma comunque conformi alla disciplina vigente all'epoca dei fatti) si può chiedere la sanatoria ordinaria. Il procedimento costa come minimo 516 euro di oblazione, più la parcella del professionista, ma non vale la pena di rischiare.
La sanatoria catastale non elimina gli abusi - Il Sole 24 ORE
:daccordo: