Ciao a tutti,
sono una nuova iscritta, vi ho conosciuti girovagando alla ricerca di un "probabile" problema. Mi scuso se non è la sezione adatta, ma è quella che più ha attinenza al caso specifico (almeno per me!).
Veniamo subito al dunque, sono sposata da una decina di anni e ho optato per la comunione dei beni. Nell'acquisto della mia attuale e unica casa, al fine di escludere la comunione legale su questa proprietà, in quanto comprata con proventi già posseduti antecedentemente al matrimonio, ho ritenuto necessario far inserire dal notaio, d'accordo con il mio coniuge, che nell'atto di acquisto venisse inserito la clausola che la escludesse dalla comunione dei beni.
Dopo circa due anni dal matrimonio il fratello di mio marito ha comprato una casa cointestandola a mio marito (50%) per la quale, per varie vicissitudini, non sono state pagare le rate (circa 5 anni) del mutuo acceso per comprarla.
In merito qualche giorno fa gli è stata recapitata una ingiunzione in solido a tutti e due fratelli specificando, a mo' di deterrente, che noi ci trovavamo in regime di comunione dei beni. Adesso, il fratello non ha nessuna intenzione di pagare, noi non abbiamo la possibilità di pagare un ulteriore mutuo e quindi è molto "probabile" che la banca si rivalga anche su di noi (il fratello oltre la casa, è nullatenente). Il mio dubbio è questo: quanto i creditori (in questo caso banca) possono incidere sulle proprietà della comunione dei beni e in particolare sulla casa che, da atto notarile, risulta solo di mia proprietà?
Grazie a quanti mi sapranno/ vorranno dare una utile risposta.
P.S.
In conseguenza dell'atto notarile, il mutuo è stato intestato solo alla sottoscritta.
sono una nuova iscritta, vi ho conosciuti girovagando alla ricerca di un "probabile" problema. Mi scuso se non è la sezione adatta, ma è quella che più ha attinenza al caso specifico (almeno per me!).
Veniamo subito al dunque, sono sposata da una decina di anni e ho optato per la comunione dei beni. Nell'acquisto della mia attuale e unica casa, al fine di escludere la comunione legale su questa proprietà, in quanto comprata con proventi già posseduti antecedentemente al matrimonio, ho ritenuto necessario far inserire dal notaio, d'accordo con il mio coniuge, che nell'atto di acquisto venisse inserito la clausola che la escludesse dalla comunione dei beni.
Dopo circa due anni dal matrimonio il fratello di mio marito ha comprato una casa cointestandola a mio marito (50%) per la quale, per varie vicissitudini, non sono state pagare le rate (circa 5 anni) del mutuo acceso per comprarla.
In merito qualche giorno fa gli è stata recapitata una ingiunzione in solido a tutti e due fratelli specificando, a mo' di deterrente, che noi ci trovavamo in regime di comunione dei beni. Adesso, il fratello non ha nessuna intenzione di pagare, noi non abbiamo la possibilità di pagare un ulteriore mutuo e quindi è molto "probabile" che la banca si rivalga anche su di noi (il fratello oltre la casa, è nullatenente). Il mio dubbio è questo: quanto i creditori (in questo caso banca) possono incidere sulle proprietà della comunione dei beni e in particolare sulla casa che, da atto notarile, risulta solo di mia proprietà?
Grazie a quanti mi sapranno/ vorranno dare una utile risposta.
P.S.
In conseguenza dell'atto notarile, il mutuo è stato intestato solo alla sottoscritta.