raflomb
Membro Assiduo
Se vostra sorella non ascolta le vostre istanze e le vostre ragioni, che sono giuste e comprensibili dovrete operare su due piani paralleli e contestuali:
1) farle comprendere che lei non ha alcun diritto di continuare ad abitare l'immobile entrato in comunione e reditaria, e che potete legittimamente azionare delle procedure per liberarlo in via coattiva, e che ove lei voglia continuare nel suo atteggiamento ostruzionistico, voi, vostro malgrado, dovrete prenedere delle decisioni in tal senso;
2) farle comprendere che contestualmente sarete costretti, vostro malgrado, a ricorrere allo scioglimento della comunione in via giudiziaria, con conseguente nocumento di tutti per il probabile minor valore che otterrete dalla vendita all'asta.
Fatte queste due premesse, probabilmente la sorella sarà portata alla riflessione e potrà collaborare nella ricerca di un nuovo alloggio. La ricerca del nuovo alloggio la potrete fare anche a mezzo acquisto per aste giudiziarie, mi risulta, da esperienza diretta, cha a Prato si acquisti molto bene.
Ciò premesso, occorre informarti che ove dovrete seguire, come estrema ratio, la divisione della comunione in via giudiziaria, una volta che il CTU (consulente tecnico d'ufficio) nominato dal giudice avrà esperito la perizia estimativa sull'immobile, voi coeredi avendo il diritto di prelazione potete benissimo liquidare la parte quota della sorella e divenire in 2 proprietari (o anche uno solo di voi che vi avesse interesse) con coseguente provvedimento giudiziale che vostra sorella dovrà liberare l'immobile. Una volta liquidata la quota di vostra sorella potete tranquillamente vendere sul libero mercato l'immobile de quo. O, ove non ci fosse interesse a porre in essere questa operazione, far procedere alla vendita all'asta l'immobile, ed il ricavato verrà diviso in 4 quote, tolte le spese della procedura, della CTU e della pubblicità.
1) farle comprendere che lei non ha alcun diritto di continuare ad abitare l'immobile entrato in comunione e reditaria, e che potete legittimamente azionare delle procedure per liberarlo in via coattiva, e che ove lei voglia continuare nel suo atteggiamento ostruzionistico, voi, vostro malgrado, dovrete prenedere delle decisioni in tal senso;
2) farle comprendere che contestualmente sarete costretti, vostro malgrado, a ricorrere allo scioglimento della comunione in via giudiziaria, con conseguente nocumento di tutti per il probabile minor valore che otterrete dalla vendita all'asta.
Fatte queste due premesse, probabilmente la sorella sarà portata alla riflessione e potrà collaborare nella ricerca di un nuovo alloggio. La ricerca del nuovo alloggio la potrete fare anche a mezzo acquisto per aste giudiziarie, mi risulta, da esperienza diretta, cha a Prato si acquisti molto bene.
Ciò premesso, occorre informarti che ove dovrete seguire, come estrema ratio, la divisione della comunione in via giudiziaria, una volta che il CTU (consulente tecnico d'ufficio) nominato dal giudice avrà esperito la perizia estimativa sull'immobile, voi coeredi avendo il diritto di prelazione potete benissimo liquidare la parte quota della sorella e divenire in 2 proprietari (o anche uno solo di voi che vi avesse interesse) con coseguente provvedimento giudiziale che vostra sorella dovrà liberare l'immobile. Una volta liquidata la quota di vostra sorella potete tranquillamente vendere sul libero mercato l'immobile de quo. O, ove non ci fosse interesse a porre in essere questa operazione, far procedere alla vendita all'asta l'immobile, ed il ricavato verrà diviso in 4 quote, tolte le spese della procedura, della CTU e della pubblicità.