Non so quali imprese tu abbia frequentato...
la regola numero 1 era che la merce lascia il magazzino quando il cliente ha pagato: regola inderogabile sulle riparazioni. Sulle vendite, se non c'era alternativa al leasing, con il regolamento in mano aziendale, vendita con riservato dominio, bolla di accompagnamento merce con fattura proforma. La fattura vera quando il saldo è entrato in cassa aziendale.
Se ha rimanenze per 100mila e "liquida" senza guadagno sono 22mila...altrimenti saranno ben di più.
direi che c'è forse qualche cosa da mettere a posto. L'IVA la paghi sulla vendita e siamo tutti d'accordo ma a quanto vendi se permetti lo decide il commerciante.
Diciamo che compri merce per 100.000 € ;. poi ci sono le spese di spedizione per averle in magazzino (handling-packaging-lifting on truck-forwarding) diciamo 5.000 € il tutto è in fattura, perché il fornitore se non paghi non molla la merce, che viaggia con la BAM.
Quando ricevi la merce hai pagato 100.000 € di merce+ 5.000 € di servizi + 22.000 € di IVA sulla merce + 1.100 € di IVA sui servizi per un Totale di 128.100 €. Ma quando il magazziniere ha sistemato la merce nel magazzino la merce non costa più 105.000 € (+ 23.100 € di IVA) ma ti costa 105.000 € + il costo per far vivere l'azienda: di solito si esprime percentualmente questo costo, io usavo il 20% (ma si può usare un più cautelativo 25%), quindi 105.000 + 20% = 126.000 € . Questa cifra indica il punto limite che ti dice che se dalle vendite incassi quella cifra praticamente hai lavorato senza che l'azienda abbia guadagnato. Diciamo che ti poni di guadagnare un 30% da questa merce; 126.000:0,7 = 180.000 €. Su questa cifra dovrai applicare il 22% di IVA cioè 39.600 €, la contabilità IVA registrerà 23.100 di IVA acquisti e 39.600 € di IVA vendite; quindi dovrà versare solo 16.500 € di differenza.
Poniamo che dopo un periodo promettente le vendite rallentano ci sia un 40% di giacenza di magazzino. Cioè il 60% è stato fatturato con margine di guadagnano prestabilito quindi si sono incassati 108.000 € +23.760 di IVA. Sul restante 40%, equivalente a 50.400 € di costo aziendale della merce, si decide di applicare un margine di guadagno del 15%, di conseguenza questa merce fatturerà 59.295 € + 13.045 di IVA. In questa situazione l'ufficio contabilità registrerà 23.100 di IVA acquisti e 36,805 (23.760+13.045) € di IVA vendite; quindi dovrà versare solo 13.705 € di differenza.
Alla fine: vendite per 167.295 € ; breakeven point a 126.000 €; quindi, a fronte di un immobilizzo di 105.000 €, si è guadagnato prima delle tasse 41.295 €; all' Ufficio IVA si versano ulteriori 13.705 € oltre ai 23.100 pagati al fornitore; credo che i conti tornino per tutti.
All'ufficio IVA non interessa entrare nel merito di come l'azienda fa i propri conti: all'ufficio IVA interessa che a fronte di IVA acquisti l'azienda paghi un ulteriore obolo di IVA perché ha fatturato; l' ufficio IVA drizza le antenne se l'azienda va in credito, allora in quel caso, prima di accreditare somme, una ispezione la mandano.
Diverso è il discorso sul fatto accaduto diversi anni fa dove un cassiere di un bar aveva regalato uno stick di caramelle ad un bambino che piangeva. Combinazione erano entrati degli agenti in borghese della GdF uno di questi ha assistito alla scena e, dopo essersi qualificato, ha elevato una contravvenzione al gestore del bar perché il cassiere era liberissimo di regalare lo stick di caramelle, e quindi non solo rinunciare al guadagno ed andare in perdita, ma doveva battere ugualmente lo scontrino per non evadere l'IVA.