Luigi Criscuolo

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se l'attività "commerciale" ha un margine di ricarico del 50% (per comodità di calcolo) ed un volume di vendite di 200mila euro anno ...ecco che in 2 anni si potrebbero accumulare rimanenze per 100mila Euro su cui si è integralmente saldato fattura ed essere comunque in pari con l'erario.
questo vuol dire aver acquistato merce a 100.000 € e pagato fatture con IVA per 22.000 € di aver venduto merce per 100.000 € e di aver riscosso 22.000 € di IVA: quindi il bilancio IVA è a pareggio. Ma l'attività ha ancore merce da vendere che se la vende a margine pieno dovrà riscuotere altri 22.000 € di IVA da girare allo Stato.
Lo so che 22.000 € fanno gola ma se il nostro amico li incassa tutti in una tranche è meglio che li accantoni per pagare l'IVA altrimenti se chiede un dilazionamento corre il rischio che quei soldi li spende per altro e l'IVA non la paga più.
 

Dimaraz

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Chi ti rilascia la fattura se non c'è pagamento?
Non so quali imprese tu abbia frequentato...ma vige obbligo di emissione fattura quando consegni un bene o esegui una prestazione (solo i professionisti pissono emettera fattura al momento del pagamento) entro il 15 del mese successivo (una volta era il mese solare).
Vi sono casi in cui è convenuto dilazioni ampie (il classico 30/60/90) che in certi settiri supera i 4 mesi.
E se un cliente fallisce...hai voglia gli anni che aspetti (quando va bene).

Ps.
Sull'esempio che citi mi par di capire ci sia un incendio ed una polizza...ma manca la spiegazione integrale.
 

Dimaraz

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se la vende a margine pieno dovrà riscuotere altri 22.000

Se ha rimanenze per 100mila e "liquida" senza guadagno sono 22mila...altrimenti saranno ben di più.
Sono comunque soldi dell'erario che egli deve versare indipendentemente che li incassi o meno (vedi sopra).

Per il redto hai capito la "stranezza".
Se vende dovrebbe incassare ben più di quel che deve versare come IVA...salvo non voglia usare tali importi per coprire altri "buchi" o concedersi qualche "distrazione" di lusso.
 

Luigi Criscuolo

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Non so quali imprese tu abbia frequentato...
la regola numero 1 era che la merce lascia il magazzino quando il cliente ha pagato: regola inderogabile sulle riparazioni. Sulle vendite, se non c'era alternativa al leasing, con il regolamento in mano aziendale, vendita con riservato dominio, bolla di accompagnamento merce con fattura proforma. La fattura vera quando il saldo è entrato in cassa aziendale.
Se ha rimanenze per 100mila e "liquida" senza guadagno sono 22mila...altrimenti saranno ben di più.
direi che c'è forse qualche cosa da mettere a posto. L'IVA la paghi sulla vendita e siamo tutti d'accordo ma a quanto vendi se permetti lo decide il commerciante.
Diciamo che compri merce per 100.000 € ;. poi ci sono le spese di spedizione per averle in magazzino (handling-packaging-lifting on truck-forwarding) diciamo 5.000 € il tutto è in fattura, perché il fornitore se non paghi non molla la merce, che viaggia con la BAM.
Quando ricevi la merce hai pagato 100.000 € di merce+ 5.000 € di servizi + 22.000 € di IVA sulla merce + 1.100 € di IVA sui servizi per un Totale di 128.100 €. Ma quando il magazziniere ha sistemato la merce nel magazzino la merce non costa più 105.000 € (+ 23.100 € di IVA) ma ti costa 105.000 € + il costo per far vivere l'azienda: di solito si esprime percentualmente questo costo, io usavo il 20% (ma si può usare un più cautelativo 25%), quindi 105.000 + 20% = 126.000 € . Questa cifra indica il punto limite che ti dice che se dalle vendite incassi quella cifra praticamente hai lavorato senza che l'azienda abbia guadagnato. Diciamo che ti poni di guadagnare un 30% da questa merce; 126.000:0,7 = 180.000 €. Su questa cifra dovrai applicare il 22% di IVA cioè 39.600 €, la contabilità IVA registrerà 23.100 di IVA acquisti e 39.600 € di IVA vendite; quindi dovrà versare solo 16.500 € di differenza.
Poniamo che dopo un periodo promettente le vendite rallentano ci sia un 40% di giacenza di magazzino. Cioè il 60% è stato fatturato con margine di guadagnano prestabilito quindi si sono incassati 108.000 € +23.760 di IVA. Sul restante 40%, equivalente a 50.400 € di costo aziendale della merce, si decide di applicare un margine di guadagno del 15%, di conseguenza questa merce fatturerà 59.295 € + 13.045 di IVA. In questa situazione l'ufficio contabilità registrerà 23.100 di IVA acquisti e 36,805 (23.760+13.045) € di IVA vendite; quindi dovrà versare solo 13.705 € di differenza.
Alla fine: vendite per 167.295 € ; breakeven point a 126.000 €; quindi, a fronte di un immobilizzo di 105.000 €, si è guadagnato prima delle tasse 41.295 €; all' Ufficio IVA si versano ulteriori 13.705 € oltre ai 23.100 pagati al fornitore; credo che i conti tornino per tutti.
All'ufficio IVA non interessa entrare nel merito di come l'azienda fa i propri conti: all'ufficio IVA interessa che a fronte di IVA acquisti l'azienda paghi un ulteriore obolo di IVA perché ha fatturato; l' ufficio IVA drizza le antenne se l'azienda va in credito, allora in quel caso, prima di accreditare somme, una ispezione la mandano.
Diverso è il discorso sul fatto accaduto diversi anni fa dove un cassiere di un bar aveva regalato uno stick di caramelle ad un bambino che piangeva. Combinazione erano entrati degli agenti in borghese della GdF uno di questi ha assistito alla scena e, dopo essersi qualificato, ha elevato una contravvenzione al gestore del bar perché il cassiere era liberissimo di regalare lo stick di caramelle, e quindi non solo rinunciare al guadagno ed andare in perdita, ma doveva battere ugualmente lo scontrino per non evadere l'IVA.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
la regola numero 1 era che la merce lascia il magazzino quando il cliente ha pagato: regola inderogabile sulle riparazioni
Se non ricordo male ti "occupavi" di vendita di macchinari movimento terra...settore assimilabile a quello di vendita auto (alias "beni registrati") dove chiunque vende fa la registrazione della proprietà solo con un "pagamento" in mano.
Mercato di "nicchia" ...nella stragrande maggioranza tutti gli altri segue "prassi" ben diversa (specie chi lavora in subfornitura o commercio all'ingrosso)

ma a quanto vendi se permetti lo decide il commerciante.
NI...il prezzo è sempre in funzione del prodotto e del mercato e della concorrenza.
Ovviamente se fai parte di un settore che lavora in "monopolio" o con "cartelli" (veri o presunti) hai pienamente ragione...ma le "eccezzioni" non sono "regole".

Quando ricevi la merce hai pagato 100.000 € di merce+ 5.000 € di servizi + 22.000 € di IVA sulla merce + 1.100 € di IVA sui servizi per un Totale di 128.100 €. Ma quando il magazziniere ha sistemato la merce nel magazzino la merce non costa più 105.000 € (+ 23.100 € di IVA) ma ti costa 105.000 € + il costo per far vivere l'azienda:...

La merce "contabilmente" vale sempre e solo il prezzo pagato...i "servizi" fiscalmente li detrai immediatamente dal bilancio dell'anno in cui ricevi fattura (servirebbe ulteriore distinguo per eventuali "lavori" di trasformazione...ma non è il caso di elencare le mille sfaccettature).


Tralascio tutti i successivi calcoli (non è clima e nessun interesse a verificare somme algebriche)..

All'ufficio IVA non interessa entrare nel merito di come l'azienda fa i propri conti: all'ufficio IVA interessa che a fronte di IVA acquisti l'azienda paghi un ulteriore obolo di IVA perché ha fatturato; l' ufficio IVA drizza le antenne se l'azienda va in credito, allora in quel caso, prima di accreditare somme, una ispezione la mandano.

Qui ti sbagli.
All'Ufficio IVA interessa moltissimo come fai i tuoi conti e in che settore lavori.
Certe aziende possono essere "cronicamente" a credito IVA per svariati motivi:
1-hanno "investito" in immobilizzazioni e macchinari che verranno ammortizzati nel tempo...ma l'IVA pagata creerà subito credito
2-acquistano in regime IVA e vendono in "esenzione" oppure in differente scaglione Ne sono esempio quante commerciano con l'estero (extra UE) oppure tante "manifatturiere" che acquistano materie e prodotti ad aliquota piena e vendono ad aliquota agevolata : ad esempio per restare in settore quanti hanno a che fare con le costruzioni edili e connessi (imprese edili, serramentisti, impiantisti, idraulici etc).
Acquisti al 22 vendi con il 10 se non il 4.
3-acquistano....ma non vendono a sufficenza accumulando magazzino (anticamera per un fallimento se la questione non si sblocca)
...ma questo non significa avere gli agenti di GdF in ispezione ogni 3x2

Diverso è il discorso sul fatto accaduto diversi anni fa dove un cassiere di un bar aveva regalato uno stick di caramelle ad un bambino che piangeva. Combinazione erano entrati degli agenti in borghese della GdF uno di questi ha assistito alla scena e, dopo essersi qualificato, ha elevato una contravvenzione al gestore del bar perché il cassiere era liberissimo di regalare lo stick di caramelle, e quindi non solo rinunciare al guadagno ed andare in perdita, ma doveva battere ugualmente lo scontrino per non evadere l'IVA.

Qui ci sarebbe da fare una disquisizione "giuridica"...se il cassiere avesse battuto uno scontrino per un qualsiasi valore risibile..."l'avvoltoio mascherato" avrebbe avuto le "grinfie spuntate".

Aver omesso l'emissione del documento fiscale è una infrazione punibile...ma nessuno può sindacare sul valore cui cedi occasionalmente un prodotto.
Il cassiere ha errato (le cronache riportano spesso di casi simili) per omissione...se voleva "regalare" un bene (e non era titolare o autorizzato dallo stesso) doveva emettere scontrino per l'intero importo e pagare di tasca propria o, in altra ipotesi, fare uno scontrino per valore centesimale.
 

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