Lara Torre

Membro Attivo
Proprietario Casa
Buon pomeriggio, il mese scorso è stato venduto dalla mia famiglia un immobile ricevuto in eredità. Gli eredi erano dieci e tra loro c'era anche una suora che aveva fatto voto di povertà. Purtroppo la suora, molto anziana e malata, è deceduta anch'essa dopo circa 20 giorni dal rogito, quindi non c'è stato tempo per eventuali disposizioni testamentarie scritte. Ora ci chiediamo qual è la strada da seguire per la successione della somma ricevuta dalla nostra parente a seguito della vendita, ovvero per la legge italiana chi sono gli eredi? I nipoti o l'ordine monastico a cui apparteneva? E chi è tenuto a presentare la denuncia di successione, se dovuta? Grazie di cuore a chi vorrà rispondere
 

Seth

Membro Attivo
Proprietario Casa
In assenza di testamento, i legittimi eredi vanno individuati fra i parenti fino al sesto grado (o in mancanza lo Stato) secondo le regole del Codice civile negli articoli dal 565 al 586.
La dichiarazione di successione va presentata da uno qualsiasi degli eredi.
 

Lara Torre

Membro Attivo
Proprietario Casa
Salve, ci stiamo informando in questi giorni presso l'Istituto, ma con molta probabilità non ci sono volontà testamentarie
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Pensavo a un'altra possibilità: se per la vendita le è stato messo in mano un assegno, potrebbe averlo girato subito alla sua congregazione, proprio in obbedienza al voto di povertà.
 

Seth

Membro Attivo
Proprietario Casa
Pensavo a un'altra possibilità: se per la vendita le è stato messo in mano un assegno, potrebbe averlo girato subito alla sua congregazione, proprio in obbedienza al voto di povertà.
Il dubbio mi pare legittimo. Leggevo al proposito:

… Il religioso, per non violare il diritto canonico, tuttavia può richiedere al proprio superiore una autorizzazione per compiere il contratto che ha intenzione di stipulare. Nel caso concreto, pertanto, il religioso potrebbe recarsi dal notaio con l’autorizzazione del proprio superiore (rilevante per il diritto canonico) per rinunciare all’eredità, o per donare il bene ricevuto in eredità (eventualmente ai coeredi) o per venderlo devolvendo ad esempio il prezzo ricevuto al proprio istituto o a fini benefici.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Tempo addietro un sacerdote di un ordine piuttosto diffuso mi aveva raccontato che contestualmente al voto di povertà e alla rinuncia a tutti i beni materiali gli avevano fatto redigere un testamento a favore dell'ordine. Lui era di ottima famiglia e mi diceva "però io sono povero in canna e se dovessi ereditare qualcosa andrebbe dritto all'ordine".
Per quello mi è venuto il dubbio. Bisogna vedere in che forma le è stata assegnata la sua parte e se ha fatto in tempo a girarla alla sua congregazione. In questo caso un testamento sarebbe inutile.
 

griz

Membro Storico
Professionista
anni fa mi era capitato di seguire la vendita di un immobile appartenente ad una suora, la trattativa si faceva con l'economa dell'ordine
 

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