Visto che hai modificato la domanda, modifico la risposta,
Ma Condobip, la domanda è la stessa che ponevo nel mio primo post:
"Siamo poi così sicuri che il diritto di usufrutto si estenda anche sull'appartamento di proprietà comune?".
Però, forse, non mi sono spiegato bene aproposito del dubbio che potrebbe sorgere. Ci riprovo:
In un condominio abbiamo un appartamento che chiamiamo "X";
Su questo appartamento "X" grava un diritto di usufrutto a favore di un soggetto che chiameremo "A" per distinguerlo dal nudo proprietario che chiameremo "B";
Nello stesso condominio esiste un appartamento, catastalmente e fisicamente separato dall'appartamento "X", che chiameremo "Y" e che, incidentalmente, appartiene in maniera proporzionale a tutti i condomini (preferisco non dire "è condominiale" per chiarezza);
Questo il quadro della situazione.
Ora, è assolutamente pacifico che l'usufruttuario "A" possa esercitare a pieno tutti i suoi diritti sull'appartamento "X",su tutte le pertinenze e su tutte le parti comuni non catastalmente identificate in maniera separata (scale, androne, lastrici, tetti, garages comuni e chi più ne ha più ne metta);
Sin qui siamo tutti assolutamente d'accordo.
Tuttavia:
L'appartamento "Y" è un immobile differente rispetto a quello "X" e, di per se, non è gravato da alcun diritto di usufrutto, neanche parziale. Il fatto che abbia più proprietari, in questo senso, non ha rilevanza. Tantopiù che, se non erro, la cassazione ha recentemente stabilito che è lecita la vendita delle singole quote di proprietà un bene comune che abbia cessato la sua funzione originale. Il numero dei proprietari potrebbe quindi cambiare.
In tutti gli atti di "nascita" di usufrutto che mi è capitato di vedere (non pochi...) il bene su cui si iscrive il diritto è (ovviamente) identificato in maniera molto precisa; quindi suppongo che l'usufrutto di cui parliamo sia stato iscritto solo sull'appartamento "X".
(Ovviamente le variabili sono infinite, tipo quando nasce l'usufrutto, cosa c'è scritto sull'atto notarile, se all'epoca l'appartamento "Y" era ancora abitato dal portiere... ma per amore della linearità del ragionamento facciamo finta che non esistano);
A questo punto, se si accettano le premesse, il diritto dell'usufruttuario "A" di riscuotere pro quota il reddito della locazione dell'appartamento "Y" sarebbe ragionevole solo ed esclusivamente se su "Y" si estendesse automaticamente il diritto di usufrutto che che grava in suo favore su "X"...
Domandavo:
"Siamo poi così sicuri che il diritto di usufrutto si estenda anche sull'appartamento di proprietà comune?" perché questa estensione automatica del diritto su "X" anche a "Y", mi lascia un po' perplesso (anche se, ripeto, non la escludo). Da questa perplessità la richiesta di qualche "pezza" normativa e giurisprudenziale a sostegno dell'una o dell'altra ipotesi.
Spero di essere stato più chiaro, stavolta