Buongiorno.
All'apertura della cassetta di sicurezza di mio padre, deceduto alcuni mesi fa, abbiamo scoperto che mancavano dei preziosi cimeli di famiglia che mio padre aveva destinato a me (come espressamente scritto nel testamento olografo accettato da tutti i coeredi).
Risulta che una coerede, moglie di mio padre, ha effettuato l'ultimo accesso alla cassetta di sicurezza poche settimane prima del decesso, quando mio padre era in ospedale, giudicato dai medici in fin di vita. Aggiungo che mio padre era gravemente sofferente di Alzheimer da anni e del tutto incapace di prendersi cura della gestione delle proprie necessità quotidiane. Sua moglie, pur in assenza di una amministrazione di sostegno, era di fatto l'unica persona che potesse accedere alla cassetta di sicurezza. E in banca risulta, infatti, che l'ultimo accesso è stato fatto da lei.
Ora, che sia stata lei ad appropriarsi del contenuto della cassetta è ovvio. Ma se la signora dicesse che quei beni sono stati prelevati da mio padre quando ancora stava bene e che li ha regalati, venduti o smarriti? Sarebbe solo la mia presunzione contro la sua parola? Insomma, che cosa posso fare, per tutelare il mio diritto di erede e la volontà di mio padre?
Nella speranza di una risposta esauriente, ringrazio in anticipo e porgo i miei più cordiali saluti
All'apertura della cassetta di sicurezza di mio padre, deceduto alcuni mesi fa, abbiamo scoperto che mancavano dei preziosi cimeli di famiglia che mio padre aveva destinato a me (come espressamente scritto nel testamento olografo accettato da tutti i coeredi).
Risulta che una coerede, moglie di mio padre, ha effettuato l'ultimo accesso alla cassetta di sicurezza poche settimane prima del decesso, quando mio padre era in ospedale, giudicato dai medici in fin di vita. Aggiungo che mio padre era gravemente sofferente di Alzheimer da anni e del tutto incapace di prendersi cura della gestione delle proprie necessità quotidiane. Sua moglie, pur in assenza di una amministrazione di sostegno, era di fatto l'unica persona che potesse accedere alla cassetta di sicurezza. E in banca risulta, infatti, che l'ultimo accesso è stato fatto da lei.
Ora, che sia stata lei ad appropriarsi del contenuto della cassetta è ovvio. Ma se la signora dicesse che quei beni sono stati prelevati da mio padre quando ancora stava bene e che li ha regalati, venduti o smarriti? Sarebbe solo la mia presunzione contro la sua parola? Insomma, che cosa posso fare, per tutelare il mio diritto di erede e la volontà di mio padre?
Nella speranza di una risposta esauriente, ringrazio in anticipo e porgo i miei più cordiali saluti