Il 2013 non porta buone notizie per chi deciderà di affittare un immobile. A partire da gennaio, infatti, entrano in vigore le novità introdotte con la riforma del lavoro firmata Fornero, la cui copertura finanziaria è in parte assicurata dall’abbassamento dal 15 al 5 per cento della deduzione forfettaria sui redditi derivanti dai canoni di locazione. Ma è ovvio che trattandosi di una modifica in vigore da quest’anno, i suoi effetti concreti cominceranno a farsi sentire con le dichiarazioni del 2014.
Questi i fatti generici, vediamo adesso di entrare un po’ più nello specifico. La legge 92 dello scorso giugno (la riforma Fornero appunto) all’articolo 4, comma 74, introduce una modifica di non poca importanza rispetto all’articolo 37 del Tuir (comma 4-bis) che regola le deduzioni forfettarie sui canoni di locazione. In pratica fino a tutto il 2012 chiunque avesse affittato un appartamento, e non avesse scelto in caso di affitto di un’abitazione il regime sostitutivo della cedolare secca, avrebbe avuto diritto sulla dichiarazione dei redditi a una deduzione forfettaria del 15% sul reddito da locazione conseguito nell’anno d’imposta. Ipotizzando ad esempio un reddito da locazione pari a 10mila euro, ecco che il locatore, in virtù della deduzione del 15%, avrebbe potuto dichiararne 8.500, fermo restando che gli 8.500 euro fossero stati superiori alla rendita catastale dell’immobile rivalutata del 5%, visto che il reddito fondiario da dichiarare (sul quale poi si paga l’IRPEF) è costituito sempre dal valore superiore fra l’importo del canone incassato, al netto della deduzione, e quello della rendita rivalutata.
Ora non sarà più così. La legge Fornero abbassa infatti dal 15 al 5 per cento il margine della deduzione sul reddito imponibile correggendo di fatto la precedente disposizione del Tuir. Tornando quindi all’esempio dei 10mila euro, un locatore che si trovi oggi ad affittare un suo appartamento, o comunque un immobile, non potrà più dichiararne 8.500 ma 9.500, vista la nuova riduzione del 5%. È chiaro che questo potrebbe avere dei contraccolpi seri sul mercato delle locazioni. La Confedilizia a tal proposito non ha usato mezzi termini definendo il provvedimento come una misura “iniqua” e viziata da “illegittimità costituzionale”, facendo inoltre presente (in un comunicato dello scorso ottobre) “che il gettito che il Governo si prefiggeva di ottenere da questa disposizione avrebbe potuto essere ottenuto riducendo la deduzione a non meno dell’11%”.
Sull'affitto la deduzione si abbassa al 5% - CAF ACLI