Eccomi di nuovo con un altro problema che mi riguarda da vicino perchè coinvolta una persona a me cara.
Nel 1998 è stato preso in affitto un negozio con durata 6+6 e l'accordo che l'aumento istat sarebbestato preso in esame solo dopo 3 anni e ciò risulta dal contratto.
Il locatario fino a dicembre 2012 non ha mai richiesto adeguamento del canone originale in quanto la zona è poco appetibile e negli ultimi due anni sono spariti diverse altre attività commerciali causa trasferimento di uffici pubblici.
A metà gennaio 2013 arriva una A.R. con allegata una tabella nella quale il locatario ricalcola il valore del canone sulla base Istat dal 2001 ad oggi e comunica quindi che a partire dal mese di febbraio il nuovo canone sarà quello che risulta dal nuovo conteggio.
Mi chiedo: è corretto questo comportamento? Se non ha mai aumentato fino ad ora sicuramente ha avuto i suoi buoni motivi (visto che ha altri 15 immobili): in questo modo invece risulta un aumento in una unica soluzione di oltre il 22%. Lo può fare ritornando indietro di 10 anni? Se il fisco può risalire ai 5 anni precedenti, mi sembra fuori dal mondo che invece per l'affitto sia possibile ritornare a 12 anni prima.
Spero in un conforto che mi consenta di impugnare questa situazione perchè diversamente mi diventa insopportabile l'aumento dal punto di vista economico.
Non sarebbe stato più corretto se avesse rimesso in discussione il canone dopo i 6+6? Oltretutto conosce la situazione di difficoltà della zona in cui è situato il locale di 28mq.
Sono stata un po' logorroica ma vi dovevo tutti gli elementi in questione. Personalmente credo che abbia rivisto il tutto dopo il pagamento dell'IMU.
Grazie e resto in attesa del vs. conforto.
Nel 1998 è stato preso in affitto un negozio con durata 6+6 e l'accordo che l'aumento istat sarebbestato preso in esame solo dopo 3 anni e ciò risulta dal contratto.
Il locatario fino a dicembre 2012 non ha mai richiesto adeguamento del canone originale in quanto la zona è poco appetibile e negli ultimi due anni sono spariti diverse altre attività commerciali causa trasferimento di uffici pubblici.
A metà gennaio 2013 arriva una A.R. con allegata una tabella nella quale il locatario ricalcola il valore del canone sulla base Istat dal 2001 ad oggi e comunica quindi che a partire dal mese di febbraio il nuovo canone sarà quello che risulta dal nuovo conteggio.
Mi chiedo: è corretto questo comportamento? Se non ha mai aumentato fino ad ora sicuramente ha avuto i suoi buoni motivi (visto che ha altri 15 immobili): in questo modo invece risulta un aumento in una unica soluzione di oltre il 22%. Lo può fare ritornando indietro di 10 anni? Se il fisco può risalire ai 5 anni precedenti, mi sembra fuori dal mondo che invece per l'affitto sia possibile ritornare a 12 anni prima.
Spero in un conforto che mi consenta di impugnare questa situazione perchè diversamente mi diventa insopportabile l'aumento dal punto di vista economico.
Non sarebbe stato più corretto se avesse rimesso in discussione il canone dopo i 6+6? Oltretutto conosce la situazione di difficoltà della zona in cui è situato il locale di 28mq.
Sono stata un po' logorroica ma vi dovevo tutti gli elementi in questione. Personalmente credo che abbia rivisto il tutto dopo il pagamento dell'IMU.
Grazie e resto in attesa del vs. conforto.