archimede2013
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Salve.
E' il mio primo messaggio qui: spero di essere nella sezione giusta e mi scuso per la lunghezza forse eccessiva, ma volevo essere il più esauriente possibile.
I miei genitori vivono da quasi 50 anni in un condominio che ha la caldaia in comune con quello a fianco. Più precisamente, l'impianto è sito in un locale dell'altro condominio; tale "configurazione" è quella voluta dal costruttore (quindi da sempre prevista nel regolamento condominiale).
L'altro condominio (e anche alcuni condomini del nostro) vorrebbero modificare tale stato di cose dismettendo il vecchio impianto e installandone uno nuovo per ciascun palazzo.
Le motivazioni sono, principalmente, per risparmiare (venendo meno la "dispersione" dovuta alla distanza del nostro condominio dalla caldaia) e perché, mi dicono, lo imporrebbe la legge.
I miei genitori, abitando all'ultimo piano, hanno per lungo tempo (20 o 30 anni) avuto problemi di insufficienza di calore nei mesi più freddi; poiché tali problemi solo negli ultimi anni si sono mitigati, sono totalmente contrari a tale cambiamento e intendono opporsi non volendo sostenere una spesa rilevante proprio ora che le cose iniziavano a funzionare.
Chiedo quindi un parere a chi è senz'altro più esperto di me in materia riguardo a questo scenario; in particolare:
- a me risulta che una decisione di tale rilevanza, soprattutto essendo una modifica di un regolamento condominiale, necessiti dell'unanimità di tutti i condomini: è vero? E, se sì, che strumenti abbiamo per tutelarci nel caso volessero comunque far passare tale decisione a maggioranza?
- esiste davvero una legge che obbliga al cambio anche contro la volontà di alcuni condomini?
Spero di non aver omesso particolari importanti, ma sono ovviamente a disposizione per qualsiasi ulteriore dettaglio dovesse essere necessario.
Ringrazio per l'attenzione (e la pazienza, se siete arrivati a leggere fino a qui).
Alessandro
E' il mio primo messaggio qui: spero di essere nella sezione giusta e mi scuso per la lunghezza forse eccessiva, ma volevo essere il più esauriente possibile.
I miei genitori vivono da quasi 50 anni in un condominio che ha la caldaia in comune con quello a fianco. Più precisamente, l'impianto è sito in un locale dell'altro condominio; tale "configurazione" è quella voluta dal costruttore (quindi da sempre prevista nel regolamento condominiale).
L'altro condominio (e anche alcuni condomini del nostro) vorrebbero modificare tale stato di cose dismettendo il vecchio impianto e installandone uno nuovo per ciascun palazzo.
Le motivazioni sono, principalmente, per risparmiare (venendo meno la "dispersione" dovuta alla distanza del nostro condominio dalla caldaia) e perché, mi dicono, lo imporrebbe la legge.
I miei genitori, abitando all'ultimo piano, hanno per lungo tempo (20 o 30 anni) avuto problemi di insufficienza di calore nei mesi più freddi; poiché tali problemi solo negli ultimi anni si sono mitigati, sono totalmente contrari a tale cambiamento e intendono opporsi non volendo sostenere una spesa rilevante proprio ora che le cose iniziavano a funzionare.
Chiedo quindi un parere a chi è senz'altro più esperto di me in materia riguardo a questo scenario; in particolare:
- a me risulta che una decisione di tale rilevanza, soprattutto essendo una modifica di un regolamento condominiale, necessiti dell'unanimità di tutti i condomini: è vero? E, se sì, che strumenti abbiamo per tutelarci nel caso volessero comunque far passare tale decisione a maggioranza?
- esiste davvero una legge che obbliga al cambio anche contro la volontà di alcuni condomini?
Spero di non aver omesso particolari importanti, ma sono ovviamente a disposizione per qualsiasi ulteriore dettaglio dovesse essere necessario.
Ringrazio per l'attenzione (e la pazienza, se siete arrivati a leggere fino a qui).
Alessandro