Buonasera a tutti. Gradivo conoscere le opinioni di qualcuno relative alla vendita di un negozio per il quale sono emersi problemi di condono, buona parte dei quali risolti.
Cercherò di spiegarmi.
Edificato fine anni 80, partendo da documenti generici sull’immobile conservati dai miei genitori, seguendo una procedura del comune capitolino, siamo riusciti incredibilmente a individuare il documento d’interesse che ne determina l’ufficialità della sanatoria.
Ritenendo di essere in possesso dei documenti necessari per venderlo, abbiamo chiesto agli acquirenti un preliminare economico d’impegno all’acquisto del 30%.
Siamo fermi in quanto gli interessati, su consiglio di un loro tecnico, vogliono approfondire l’iter di questa concessione poiché, secondo loro, sembrerebbe mancante un documento che autorizzava una variante.
Questo approfondimento, sempre a loro dire, fintanto non verrà chiarito, non consente di procedere sia al preliminare che all’atto definitivo davanti il notaio.
Per spiegarmi meglio, è come se questa procedura di condono nelle nostre mani, partita dalla lettera A, arriva direttamente alla lettera C, il loro tecnico vuole conoscere il contenuto del tratto B, mancante (lo sta facendo interessando mezzo mondo dell’ufficio tecnico del comune che non gli ha dato tempistiche di soluzione).
Scusandomi per l’esempio sopra descritto, arrivo al dunque.
Come posso muovermi ? Posso esigerlo questo 30% (lo avevamo concordato e avevano accettato la proposta) in virtù dei tempi ciclopici di risposta del comune, sottoscrivendo, ovviamente, un atto formale da parte di un legale ? Corrisponde a verità che un notaio non possa redigere l’atto di vendita/acquisto se non prima aver verificato l’iter di questa variante “sconosciuta” che, in ogni caso, ha determinato la concessione in sanatoria ?
Come sempre caotico nelle mie richieste, spero di essermi riuscito a spiegare.
Ringrazio chi dedicherà la sua esperienza al mio nebuloso quesito.
Cordialmente, RL
Cercherò di spiegarmi.
Edificato fine anni 80, partendo da documenti generici sull’immobile conservati dai miei genitori, seguendo una procedura del comune capitolino, siamo riusciti incredibilmente a individuare il documento d’interesse che ne determina l’ufficialità della sanatoria.
Ritenendo di essere in possesso dei documenti necessari per venderlo, abbiamo chiesto agli acquirenti un preliminare economico d’impegno all’acquisto del 30%.
Siamo fermi in quanto gli interessati, su consiglio di un loro tecnico, vogliono approfondire l’iter di questa concessione poiché, secondo loro, sembrerebbe mancante un documento che autorizzava una variante.
Questo approfondimento, sempre a loro dire, fintanto non verrà chiarito, non consente di procedere sia al preliminare che all’atto definitivo davanti il notaio.
Per spiegarmi meglio, è come se questa procedura di condono nelle nostre mani, partita dalla lettera A, arriva direttamente alla lettera C, il loro tecnico vuole conoscere il contenuto del tratto B, mancante (lo sta facendo interessando mezzo mondo dell’ufficio tecnico del comune che non gli ha dato tempistiche di soluzione).
Scusandomi per l’esempio sopra descritto, arrivo al dunque.
Come posso muovermi ? Posso esigerlo questo 30% (lo avevamo concordato e avevano accettato la proposta) in virtù dei tempi ciclopici di risposta del comune, sottoscrivendo, ovviamente, un atto formale da parte di un legale ? Corrisponde a verità che un notaio non possa redigere l’atto di vendita/acquisto se non prima aver verificato l’iter di questa variante “sconosciuta” che, in ogni caso, ha determinato la concessione in sanatoria ?
Come sempre caotico nelle mie richieste, spero di essermi riuscito a spiegare.
Ringrazio chi dedicherà la sua esperienza al mio nebuloso quesito.
Cordialmente, RL