ROBERTO LEGGERI

Membro Attivo
Proprietario Casa
Buonasera a tutti. Gradivo conoscere le opinioni di qualcuno relative alla vendita di un negozio per il quale sono emersi problemi di condono, buona parte dei quali risolti.
Cercherò di spiegarmi.
Edificato fine anni 80, partendo da documenti generici sull’immobile conservati dai miei genitori, seguendo una procedura del comune capitolino, siamo riusciti incredibilmente a individuare il documento d’interesse che ne determina l’ufficialità della sanatoria.
Ritenendo di essere in possesso dei documenti necessari per venderlo, abbiamo chiesto agli acquirenti un preliminare economico d’impegno all’acquisto del 30%.
Siamo fermi in quanto gli interessati, su consiglio di un loro tecnico, vogliono approfondire l’iter di questa concessione poiché, secondo loro, sembrerebbe mancante un documento che autorizzava una variante.
Questo approfondimento, sempre a loro dire, fintanto non verrà chiarito, non consente di procedere sia al preliminare che all’atto definitivo davanti il notaio.
Per spiegarmi meglio, è come se questa procedura di condono nelle nostre mani, partita dalla lettera A, arriva direttamente alla lettera C, il loro tecnico vuole conoscere il contenuto del tratto B, mancante (lo sta facendo interessando mezzo mondo dell’ufficio tecnico del comune che non gli ha dato tempistiche di soluzione).
Scusandomi per l’esempio sopra descritto, arrivo al dunque.
Come posso muovermi ? Posso esigerlo questo 30% (lo avevamo concordato e avevano accettato la proposta) in virtù dei tempi ciclopici di risposta del comune, sottoscrivendo, ovviamente, un atto formale da parte di un legale ? Corrisponde a verità che un notaio non possa redigere l’atto di vendita/acquisto se non prima aver verificato l’iter di questa variante “sconosciuta” che, in ogni caso, ha determinato la concessione in sanatoria ?
Come sempre caotico nelle mie richieste, spero di essermi riuscito a spiegare.
Ringrazio chi dedicherà la sua esperienza al mio nebuloso quesito.
Cordialmente, RL
 

griz

Membro Storico
Professionista
In generale se c'è una concessione in sanatoria, quella vale in quanto emessa dal comune a conclusione dell'istruttoria
 

1giggi1

Membro Assiduo
Proprietario Casa
Ma la concessione edilizia in sanatoria è stata concessa?

E' stata individuata la pratica all'USCE ma non ancora conclusa?

La pratica riguarda tutto il negozio o c'è qualcosa che non quadra?

Io, in un caso simile di necessità circa 4 anni fa, ho fatto produrre dal notaio una richiesta di urgenza per compravendita e in "poco" tempo sono riuscito ad ottenere la concessione chiesta nel primo condono anni 80.
 

Jan80

Membro Attivo
Professionista
Premesso che il condono non ha varianti, ma può avere una o più integrazioni, non si capisce quale sia il problema. L'importante è che la concessione edilizia sia stata rilasciata a chiusura del condono e che vi sia presente l'allegato elaborato grafico e ulteriori allegati come documentazione fotografica, di chiarazioni, .....
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
Posso esigerlo questo 30% (lo avevamo concordato e avevano accettato la proposta) in virtù dei tempi ciclopici di risposta del comune, sottoscrivendo, ovviamente, un atto formale da parte di un legale ?
Finora avete firmato qualcosa, o avete trattato a voce ?
Nel primo caso, vale quanto firmato, nel secondo non puoi pretendere nulla.
Ma se il tecnico dell’acquirente ha qualche perplessità, anche se non sei riuscito a spiegare quale sia di preciso il problema, non ti conviene incassare il 30% , poiché, se risultasse che c’è ancora un abuso non sanato e non sanabile, saresti tu in torto e potresti trovarti nella posizione di dover rendere il doppio di quanto ricevuto. Meglio prima approfondire.
Corrisponde a verità che un notaio non possa redigere l’atto di vendita/acquisto se non prima aver verificato l’iter di questa variante “sconosciuta” che, in ogni caso, ha determinato la concessione in sanatoria ?
In generale, no.
Il notaio non fa controlli urbanistici, e, in presenza di un condono, si limita a menzionarlo nell’atto.
Ma se il tecnico dell’acquirente vuole approfondire, e quindi il notaio viene a conoscenza di un possibile problema di irregolarità, è il primo a suggerire prudenza, e rimandare in attesa di certezze.

Dovresti farti spiegare meglio qual’ è il problema
 

ROBERTO LEGGERI

Membro Attivo
Proprietario Casa
Grazie per le risposte. Franci63, da quanto ho capito, il “problema” dovrebbe essere lo spostamento dell’ingresso principale che, in ogni caso, è stato corretto nella piantina catastale documentata (il già citato passaggio B);
aggiungo, il fabbricato, originariamente destinato a circolo ricreativo, pagato il dovuto nell’originale richiesta di sanatoria, in virtù della concessione recuperata (a fatica), è adesso classificato C1.
Spero che questa integrazione sia utile. Ringrazio.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Ovviamente la rettifica nella planimetria catastale deve essere preceduta dalla regolarizzazione della pratica edilizia.
 

griz

Membro Storico
Professionista
Se c'è stato uno spostamento dell'ingresso successivo alla concessione in sanatoria, andava presentata una pratica edilizia, se non è stato fatto serve una sanatoria per regolarizzarlo
 

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