Infatti l'interiezione neh la usava un mio capufficio piemontese...
Che a dispetto delle origini ci fece conoscere il recioto, a proposito di vini... e ci speigava cos'erano le recie (raspi di vino appesi con lo spago sui granai, ad essiccare) che, spremute, davano quella delizia.
Non me ne vogliano le Langhe, ma anche la Valpolicella, come la zona del Chianti, ha vini e vignaioli eccezionali.
E l'avellinese, che per noi delle zone rosse (rif. al colore del vino) era l'hic sunt leones, sta producendo dei bianchi sempre più eccellenti.
Meno trangugiabile trovai lo zibibbo che vecchi amici peloritani mi servirono con una robustissima pasta al forno... non per la qualità. ma perchè, anche con pasta al forno soda e alta tre dita, che fa andare alle stelle la sete, bere zibibbo quando sotto il Mongibello ci sono 38 gradi, mette in crisi anche i migliori amanti di Bacco... parbacco!
Il buon vino è una delle poche tradizioni che resistono, sopravvivono e sperabilmente usciranno bene dalla crisi che devasta tante parti dell'economia.
Perchè il vino buono piaceva già mooolto prima di Talleyrand... e piacerà anche mooolto dopo di lui. E di noi
A proposito di "Buone notizie sul fronte della crisi" (speriamo siano buone...)