Elizabeth

Nuovo Iscritto
Non so come mai succedono sempre a lui ma qualche mese fa mentre guardavo i dati catastali on line delle sue proprietà per un altro motivo, mi sono accorta che a mio padre risultava un locale C6. Ho chiesto cosa era e lui cade dalle nuvole..
Dall'indirizzo capiamo di cosa si tratta. In pratica mio padre aveva costruito una palazzina con una largo spazio per i box al pianoterra. Parliamo di 30 anni fa almeno. Aveva venduto tutti gli appartamenti e anche i box, non c'era nessuna proprietà ormai. Scopro che il C6 non era altro che la zona di accesso ai box che sarebbe dovuta essere un bene comune non censibile e invece era lì con tanto di foglio particella e sub.

Abbiamo provato a chiedere all'Agenzia delle Entrate locale di rettificare l'errore visto che evidente che si tratta di una zona di accesso e di corridoi, ma il direttore non vuole saperne, dice di procedere per altre vie.
Un notaio consiglia di "vendere" ai condomini, anche accolandosene noi i costi, ma i condomini rispondono che non vogliono perderci tempo, le zone di accesso le usano lo stesso per andare ai box e quindi loro non sono interessati
Bisogna davvero andare per vie legali o a un procedimento tributario per risolvere? intanto ora mio padre si trova a pagarci l'ICI e anche l'IRPEF su questa "proprietà" e non è neanche poco :???:
 

massimo binotto

Membro Attivo
Professionista
Credo che la cosa sia più semplice di quello che si crede...
Rivolgetevi ad un tecnico esperto in catasto e fate fare una pratica di variazione da C/6 a bene comune.
Visto che tale mappale è già censito con un suo sub, si sopprime quel sub e si costituisce uno nuovo che sarà BCNC a tutti gli altri sub aventi diritto.
La pratica sarà corredata del solo elaborato planimetrico.

Saluti
 

Elizabeth

Nuovo Iscritto
Un geometra si è occupato di questa variazione a BCNC ma sia il funzionario e poi il direttore generale del catasto hanno detto che non avrebbero fatto la variazione. Così il geometra mi ha detto, l'ho appena chiamato e dice che ha anche la loro risposta negativa su carta e domani chiederà consiglio a un avvocato.
 

Elizabeth

Nuovo Iscritto
Ah, come mai me lo chiedo anche io.
La risposta, protocollata, dell'agenzia del territorio dice: "Con riferimento all'istanza di rettifica in oggetto si comunica che la stessa non è suscettibile di evasione da parte dello scrivente e dunque archiviata in quanto la variazione richiesta deve essere effettuata dalla parte interessata con pratiche DOCFA, coerenti con la titolarità degli immobili interessati"
Mi spiega il geometra che questa risposta del catasto indica, quale strada per regolarizzare quanto in oggetto, quella appunto di una pratica catastale DOCFA, a condizione, pero', della "coerenza con la titolarità degli immobili interessati", cioè successivamente ad un atto notarile di rettifica. Prima di rispondere per iscritto era quello che gli era stato infatti comunicato verbalmente dal Direttore e dal Responsabile del reparto...
Ma perché in Italia è tutto così inutilmente burocratico e cavilloso? Non è evidente che stiamo parlando di corridoi di accesso? Lo vede anche un profano che è un errore averlo censito e che come proprietà a sé stante è assurda: una persona dà la possibilità/obbligo d'uso agli altri senza ricavarne nessun utile e non abitandoci neanche nel palazzo e pagandone solo gli oneri? Una rettifica notarile....mah?! :rabbia:
 

mtr

Membro Attivo
Beh, a sapere che volevate fare una variazione senza DOCFA...
Qui non si tratta di eccesso di legge: si tratta che esiste una procedura e va rispettata IL DOCFA è una procedura semplice e veloce, che permette a tutta la Nazione una catalogazione di dati immobiliari.
E' uno strumento, utile ed efficace.
Certo che coloro i quali compilano i DOCFA... sono un'altra cosa.
Spesso nel mio lavoro ho rilevato delle mancanze incredibili da parte dei colleghi/non colleghi incaricati, ma è un altro problema.
Avere la titolarità significa essere il proprietario.
Se tuo padre è propriatrio faccia fare il DOCFA a un Professionista abilitato, serio, e tutto si risolve.
 

antoniodonati

Nuovo Iscritto
La risposta della competente AdT è precisa e puntuale!
La procedura DocFa permetterebbe in questa circostanza di variare i dati di classamento in atti, a mezzo dichiarazione e firma da parte di chi detiene la titolarità del bene, prodotta e firmata dal tecnico incaricato.
Per fare questo occorre un Atto notarile con la presenza di tutte le parti interessate, chi vende e chi compra. Solo successivamente si potrà procedere quindi con la variazione catastale.
I tecnici non sono notai, e la procedura DocFa non è un Atto notarile.
Ogni tanto l'AdT ha ragione nel motivare
 

Elizabeth

Nuovo Iscritto
Per fare questo occorre un Atto notarile con la presenza di tutte le parti interessate, chi vende e chi compra.

Ed eccoci ritornati al nodo:
  1. Nessuno dei condomini vuole saperne niente: hanno usato i corridoi d'accesso per 30 anni e non vedono perchè devono perdere tempo dal notaio e acquisire una nuova proprietà (secondo loro)
  2. Non sono affatto disponibili a nessuna spesa: chi comprerebbe un bene che intanto usa lo stesso gratuitamente? Cosa facciamo, blocchiamo l'accesso ai box perchè sulla proprietà di mio padre non si passa?
Quindi spese di notaio, spese di avvocato per "costringerli"...etc
 

antoniodonati

Nuovo Iscritto
Andiamo oltre, o meglio... torniamo alle origini, per cercare di capire!
La palazzina è stata costruita 30 anni fa e le unità immobiliari sono state tutte vendute.
Se posso fare tre domande:
1 --- E' stato redatto un regolamento di condominio al termine della costruzione del fabbricato ed è stato depositato presso uno studio notarile?
2 --- Come è stato dichiarato il box e chi lo ha dichiarato presso il catasto? [presumo dichiarato 30 anni fa!]
3 --- Hai a disposizione (l'eventuale) copia della scheda di "Accertamento generale della proprietà immobiliare urbana" redatta al momento della dichiarazione del bene?
Alcune precisazioni:
- Nel regolamento di condominio viene, tra le altre cose, descritta e disciplinata la comproprietà, l'uso e l'amministrazione del fabbricato, depositato presso uno studio notarile e trascritto presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari.
- La scheda di "Accertamento generale della proprietà immobiliare urbana" veniva redatta al fine di dichiarare le unità immobiliari ai sensi dell'art. 3 della Legge n. 1249/1939, modificata con DLgs n. 514/1948, e nella stessa venivano annotati tutti i dati di classamento e allegata la relativa planimetria.
Lascio a Te e a chi vuole contribuire possibili riflessioni.
 

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