Il finanziamento è stato chiesto a Banca con copertura di assicurazione caso morte.A decesso avvenuto aperto il sinistro assicurazione rigetta la liquidazione in quanto ritiene che la patologia era già esistente al momento della sottoscrizione.la banca ora richiede i soldi.
Tutto regolare. Il finanziamento viene accordato a persone sane e non a persone malate affette da malattie croniche per es. diabete. Al momento della presentazione della richiesta di finanziamento la banca chiede se il richiedente il finanziamento soffre di malattie, ma non chiede un certificato medico del medico curante o fa sottoporre il richiedente ad esami specifici. Tuttavia si cautela mettendo delle clausole circa la veridicità di quanto autodichiarato dal richiedente e nel frattempo gli fa sottoscrive una assicurazione a suo favore sulla vita del richiedente. Se durante il periodo di restituzione del prestito il richiedente muore, non è che con la morte si estingue il suo debito nei confronti della banca, questa, tanto per incominciare, fa denuncia alla assicurazione per rientrare del saldo mancante. L'assicurazione, prima di pagare la banca, fa le proprie indagini e se viene a sapere che il soggetto è morto per le complicanze di una malattia cronica, il cui accertamento era stato fatto, oppure, la cui diagnosi poteva essere accertata, prima del momento della stipula del finanziamento, non paga. Non paga per ovvi motivi: non si fanno polizze vita ad individui malati sopratutto malati di malattie croniche progressive (diabete, tumori ecc... ecc...) .
La banca nel sottoscrivere la polizza vita ha agito in nome e per conto del richiedente il finanziamento, ha dichiarato la sanità del cliente stesso, girando la autodichiarazione rilasciata dal medesimo per avere il finanziamento.
Pertanto, per ovvi motivi contenuti nelle clausole assicurative, il contratto di assicurazione sulla vita è nullo; l'assicurazione non paga; ma i soldi sono stati erogati e vanno restituiti da qui la richiesta della banca agli eredi.