cosa dovrebbe fare il resto della famiglia?
Se fanno parte del nucleo famigliare dell'intestatario continuano a rimanere nell'appartamento altrimenti si cercano un'altra abitazione. Troppo spesso le case diciamo, come genericamente si dice a Roma, degli "ENTI" vengono passate da madre in figlio o da nonna e nipote o da zio a nipote in modo da poter continuare nel possesso di quell'appartamento, magari assegnato 40/50 anni fa, all'interno dello stesso ceppo famigliare. Questi appartamenti non ritornano più in circolazione per essere messi a disposizioni di chi cerca una sistemazione economica popolare.
Se non mi sbaglio già ti avevo scritto di quel tizio che abita in una casa di proprietà comunale che sta a due passi da Piazza Mazzini che fu assegnata prima dell'epoca fascista al nonno in quanto dipendente di non so quale ministero. Lui è ancora dentro e paga quattro copechi a confronto dell'affitto a mercato libero.
Ti cito un altro episodio avvenuto questa volta in quel di Milano. Non so se hai sentito che a Milano in Piazzale Corvetto c'erano delle case occupate da emigranti di tutti i tipi. Orbene io dai 5 anni ai 34 anni sono stato residente in un appartamento che sta poco distante da quel gruppo di case che fanno parte del "Villaggio Regina MArgherita" : si tratta di case popolari costruite ai primi anni del '900. Quando andavo alle scuole elementari avevo moltissimi compagni di classe che abitavano in quelle case; modeste ma dignitose occupate regolarmente da famiglie monoreddito di ceto operaio. Ora il tempo passa; non so quanti dei miei compagni di classe siano ancora vivi, ma crescendo, sposandosi hanno trovato un'altra sistemazione. I loro genitori, pian piano hanno lasciato liberi gli appartamenti. Appartamenti che avevano bisogno di essere messi in regola per quanto riguarda la luce elettrica: avevano ancora le trecce esterne ai muri, non avevano la messa a terra. Occorrevano dei soldi che l'allora IACP diventato ALER non aveva: nessuno voleva prendersi l'onere di far sottoscrivere contratti d'affitto che avrebbero potuto causare rogne all'ente ed ai dirigenti. Gli appartamenti sono rimasti vuoti per qualche tempo, poi è scattata l'occupazione di egiziani, marocchini, tunisini, bengalesi, romeni e qualche italiano. Ora che gli illegali sono il doppio dei legali (2/3 contro 1/3) i tentativi di far sloggiare chi non aveva diritto sono naufragati di fronte alla insurrezione degli occupanti. Il tempo lavora a loro favore prima o poi verranno legalizzati perché sono tanti e troppi. Inutile dire che tutto il quartiere ne ha risentito a livello delle quotazioni immobiliari: è un pò come all'epoca della Pantanella.