M
marvit40
Ospite
Mi è stata sottoposta una questione (tragica/patetica/macabra?) che essenzialmente così si riassume:
Il condominio ha deliberato la locazione (3 + 2 anni) di un appartamentino di proprietà comune ad una persona specificamente identificata, con la clausola "per sè stessa e suoi aventi causa": dopo pochi giorni dall'inizio del contratto quella persona- vedova e convivente con un figlio celibe maggiorenne- defunge (!) per vecchiaia, e il figlio chiede il subentro nello stesso contratto; il condominio ne prende atto con tutti i crismi legali senza alcuna obiezione. Dopo un paio di mesi dal subentro, il figlio inizia una convivenza "more uxorio" con una signora includendola nel proprio documento di residenza ma, ancora dopo pochi mesi, questo primo subentrato defunge a sua volta (!!) per incidente e la convivente- abbastanza gradita al condominio-chiede anch'essa il subentro; trattandosi di convivente "more uxorio" ivi residente, il condominio non può opporsi alla domanda e concede. ....... Altro senonchè! per naturale propensione, questa seconda subentrata trova anche lei un convivente "more uxorio" ma con residenza ufficiale a pochi chilometri dove possiede un'abitazione a lui disponibile; quest'ultimo è decisamente sgradito al condominio perchè recidivo con condanne per reati contro la persona (non si possono citare i motivi!). Ma il massimo della.....succede quando la seconda subentrata, in an-ticipo rispetto alla prima scadenza del contratto triennale, defunge anch'essa (!!!) per malattia e il convivente per niente gradito pretende anche lui (con una certa tracotanza) il diritto di subentro che il condominio non intende concedere per tre motivi, credo fondati, ignorando che sia sgradito: 1) non è ufficilmente convivente;
2) è proprietario di altro immobile abitabile dove può benissimo trasferirsi, e 3) perchè il contratto originario registrato specificamente ad una persona "per sè stessa e suoi aventi causa" è ormai totalmente snaturato e privo di fondamento rispetto alla concessione di origine.
Non so se ci sono stati altri casi simili e per questo chiedo alla cortesia degli esperti pareri se l'atteggiamento del condominio in tutti e tre i casi è stato o è legalmente sostenibile. Grazie a chi vorrà intervenire.
Il condominio ha deliberato la locazione (3 + 2 anni) di un appartamentino di proprietà comune ad una persona specificamente identificata, con la clausola "per sè stessa e suoi aventi causa": dopo pochi giorni dall'inizio del contratto quella persona- vedova e convivente con un figlio celibe maggiorenne- defunge (!) per vecchiaia, e il figlio chiede il subentro nello stesso contratto; il condominio ne prende atto con tutti i crismi legali senza alcuna obiezione. Dopo un paio di mesi dal subentro, il figlio inizia una convivenza "more uxorio" con una signora includendola nel proprio documento di residenza ma, ancora dopo pochi mesi, questo primo subentrato defunge a sua volta (!!) per incidente e la convivente- abbastanza gradita al condominio-chiede anch'essa il subentro; trattandosi di convivente "more uxorio" ivi residente, il condominio non può opporsi alla domanda e concede. ....... Altro senonchè! per naturale propensione, questa seconda subentrata trova anche lei un convivente "more uxorio" ma con residenza ufficiale a pochi chilometri dove possiede un'abitazione a lui disponibile; quest'ultimo è decisamente sgradito al condominio perchè recidivo con condanne per reati contro la persona (non si possono citare i motivi!). Ma il massimo della.....succede quando la seconda subentrata, in an-ticipo rispetto alla prima scadenza del contratto triennale, defunge anch'essa (!!!) per malattia e il convivente per niente gradito pretende anche lui (con una certa tracotanza) il diritto di subentro che il condominio non intende concedere per tre motivi, credo fondati, ignorando che sia sgradito: 1) non è ufficilmente convivente;
2) è proprietario di altro immobile abitabile dove può benissimo trasferirsi, e 3) perchè il contratto originario registrato specificamente ad una persona "per sè stessa e suoi aventi causa" è ormai totalmente snaturato e privo di fondamento rispetto alla concessione di origine.
Non so se ci sono stati altri casi simili e per questo chiedo alla cortesia degli esperti pareri se l'atteggiamento del condominio in tutti e tre i casi è stato o è legalmente sostenibile. Grazie a chi vorrà intervenire.