Con la riforma del condominio, che ha tolto dal codice civile la norma che regolamenta la figura del Presidente dell’assemblea condominiale, si dovrebbe assimilare quest’ultimo al Presidente di una società. E per me la figura è a questa assimilabile, altrimenti non capisco il perché dell’abolizione.
Io, quando faccio il Presidente, cerco solo di calmare gli animi, evitare il più possibile discussioni (lasciando che dicano il loro parere, ma stoppando offese ecc.) invitando a votare l’argomento invece di girarci attorno. A suo tempo avevo stampato quanto deliberato nella sentenza della Cassazione del 13/11/20029, n. 24132, che attribuisce al Presidente il potere di regolare la durata degli interventi. E io richiamo, se necessario, a questo, i partecipanti, .
Non è facile gestire bene un’assemblea, dipende anche dal livello dei condomini. Certo che se si comincia con ripicche e litigi diventa difficile ottenere quell’armonia (ideale) necessaria ad esaminare i problemi ,e soprattutto a risolverli nell’interesse di tutti. A volte si gestisce tutto in qualche modo, e può andare bene se non ci sono persone difficili. E dipende anche dall’amministratore; se è una ameba, o se non ha esperienza, non è di aiuto.
Il Presidente dovrebbe innanzitutto sapere sempre cosa ha scritto il segretario; teoricamente, il Presidente dovrebbe fare rileggere al segretario quanto scritto ogni volta, prima di passare al punto successivo, per controllare se quanto scritto è condiviso da tutti.
Nel caso specifico, a mio modesto parere, se manca la firma del Presidente che deve avallare il verbale, una assemblea per giunta interrotta così brutalmente, non dovrebbe essere ritenuta valida e si dovrebbe rifare, possibilmente con un richiamo dell’amministratore affinché sia, nell’interesse comune, pacifica. Si possono esprimere pareri diversi anche con educazione e rispetto delle opinioni altrui. Comunque ci saranno sicuramente nel forum persone più esperte giuridicamente che sapranno consigliare meglio di me Karlokari.