Se parti diverse di una stessa unità immobiliare vengono affittate contemporaneamente a soggetti diversi - come nel caso delle stanze per gli studenti universitari - non possono esserci tassazioni differenti. In altri termini, il proprietario deve decidere: o sceglie la tassazione IRPEF per tutte le stanze affittate nello stesso periodo oppure opta per la cedolare secca. A chiarirlo è la circolare n°26/E al paragrafo 1.2. Questo, però, non sarà sempre agevole, poichè la durata dei contratti, è intuibile, può essere molto diversa. Come comportarsi allora? In teoria, si dovrebbe ritenere che l'affitto della prima camera , ad esempio, in cedolare, attragga anche quello successivo. Quest'ultimo dovrebbe rimanere in cedolare sino a quando l'eventuale nuovo affitto della prima camera non ricada in IRPEF. Le situazioni possibili sono innumerevoli e molte complicate, per cui occorre senz'altro una integrazione della circolare n°26/E. Ma dico io. Perchè complicare la vita dei contribuenti in questo modo? In ogni caso l'aliquota della cedolare secca è ridotta al 19%per i contratti di locazione a canone concordato stipulati per soddisfare le esigenze abitative di studenti universitari, mentre negli altri casi è al 21%. Va considerato, però, che se il proprietario del'abitazione locata a universitari sceglie la tassazione IRPEF, può abbattere il reddito dell'affitto del 30%, a patto che l'inquilino sia iscritto ad un c orso di laurea in un comune diverso da quello di residenza e che il contratto sia conforme a quelli tipo promossi dai comuni sede di università, nel rispetto delle disposizioni di legge. L'abbattimento del 30% va applicato dopo quello forfettario del 15%, con una riduzione complessiva del 40,5%. Chi sceglie la cedolare, invece, applica l'aliquota su tutto il canone, senza abbattimenti. I fac-simile dei contratti tipo sono facilmente scaricabili dalla rete.