Giovanna Banti
Nuovo Iscritto
Buongiorno a tutti. Ho sottoscritto nel dicembre 2010 una proposta d'acquisto relativa ad un immobile in avanzato stato di costruzione. Nella proposta ho specificato che il pagamento sarebbe avvenuto in contanti, motivandolo con la vendita della prima casa. Nel mese di gennaio, il costruttore mi convoca telefonicamente per la stipula del preliminare, nel corso della quale scopro che:
a) il pagamento prevede la sottoscrizione di un mutuo
b) manca l'importo della fidejussione, è presente solo il nome della banca
b) il rogito sarà redatto dal notaio del costruttore, mentre mi viene suggerito che il mio notaio di fiducia potrebbe presenziare ma in veste di uditore")
c) il regolamento condominiale come le utenze sono decise dal costruttore e vengono acuistati con un importo a parte.
Dopo tre tentativi infruttuosi di mediazioni su questi punti, decido di revocare la proposta d'acquisto.
Il costruttore mi ricorda che è una proposta irrevocabile; peccato che sia priva del termine di accettazione.
Mi rivolgo ad un legale, attraverso una associazione di proprietari immobiliari; tale avvocato propone una scrittura transattiva nella quale si legge che il costruttore mi restituirà la cifra da me consegnata non restituendomi l'assegno bancario bensì effettuando un bonifico nell'arco di due mesi, mentre la mia rinuncia a ogni diritto su quell'immobile è contestuale alla firma della scrittura.
Lo stato dell'arte attuale è che, avendo venduto la mia abitazione ed essendo in procinto di rogitare mi trovo a dover affittare una casa. L'avvocato mi dice che è assai difficile dimostrare il danno economico, ossia il dover andare in affitto a causa del fallimento della compravendita con il costruttore.
Grazie in anticipo a tutti coloro che mi aiuteranno a vederci più chiaro in questa faccenda.
G. Banti
a) il pagamento prevede la sottoscrizione di un mutuo
b) manca l'importo della fidejussione, è presente solo il nome della banca
b) il rogito sarà redatto dal notaio del costruttore, mentre mi viene suggerito che il mio notaio di fiducia potrebbe presenziare ma in veste di uditore")
c) il regolamento condominiale come le utenze sono decise dal costruttore e vengono acuistati con un importo a parte.
Dopo tre tentativi infruttuosi di mediazioni su questi punti, decido di revocare la proposta d'acquisto.
Il costruttore mi ricorda che è una proposta irrevocabile; peccato che sia priva del termine di accettazione.
Mi rivolgo ad un legale, attraverso una associazione di proprietari immobiliari; tale avvocato propone una scrittura transattiva nella quale si legge che il costruttore mi restituirà la cifra da me consegnata non restituendomi l'assegno bancario bensì effettuando un bonifico nell'arco di due mesi, mentre la mia rinuncia a ogni diritto su quell'immobile è contestuale alla firma della scrittura.
Lo stato dell'arte attuale è che, avendo venduto la mia abitazione ed essendo in procinto di rogitare mi trovo a dover affittare una casa. L'avvocato mi dice che è assai difficile dimostrare il danno economico, ossia il dover andare in affitto a causa del fallimento della compravendita con il costruttore.
Grazie in anticipo a tutti coloro che mi aiuteranno a vederci più chiaro in questa faccenda.
G. Banti