Acquistato "allo stato di diritto e di fatto": sembra una formuletta generica ma a mio avviso - e su questo chiedo conferma o meno - è o anzi sembrerebbe decisivo nella soluzione del caso seguente.
Un costruttore alcuni decenni fa, nel costruire un palazzo condominiale su un terreno non in piano, sul lato di accesso ai garages che per sua collocazione sarebbe del tutto fuori, per ragioni edilizie che non conosco, addossa del terreno in pendenza al fabbricato, con l'avvertenza di creare a ridosso del muro, una sorta di intercapedine in linea con in terreno, sino a simulare (anche con il colore della copertura) tutto un terrapieno.
In realtà, nel manufatto intercapedine ha realizzato dei locali magazzino, che pur abusivi come costruzione, ha venduto ad altri. Questi successivamente li hanno "sanati" amministrativamente ottenendone una classificazione C/2 (magazzini) e in realtà utilizzati come garages, esterni o adiacenti al fabbricato vero e proprio ma all'interno di un'area di proprietà condominiale.
Al che ci si sono posti tre ordini di problemi tra acquirenti dei manufatti ex abusivi e il condominio:
1. Sono tenuti - al fine di determinare la quota di partecipazione a taluni spese (amministrazione, pulizia e manutenzione area esterna compreso il terreno divenuto area verde, la luce fornita al piazzale esterno...) - a far redigere a proprie spese una revisione dei millesimali?
2. Classificate "cantine" hanno diritto di usarle (e affittarle) come rimessa di autovetture?
3. Nel caso ultimo di uno dei due proprietari: che diritto ha questo (un erede dell'acquirente) - lamentanto di avere infiltrazioni d'acqua alla parete del suo manufatto locale (così costruito e acquistato) proveniente dal terreno attiguo al muro adiacente (ripeto come voluto dal costruttore) - di chiedere al Condominio di ...eliminare "i danni" che il terreno procura alla sua proprietà esclusiva?
Mi scuso della molteplicità dei quesiti e aspetto con fiducia risposte dai partecipanti e frequentatori di questo bel sito e forum.
Un costruttore alcuni decenni fa, nel costruire un palazzo condominiale su un terreno non in piano, sul lato di accesso ai garages che per sua collocazione sarebbe del tutto fuori, per ragioni edilizie che non conosco, addossa del terreno in pendenza al fabbricato, con l'avvertenza di creare a ridosso del muro, una sorta di intercapedine in linea con in terreno, sino a simulare (anche con il colore della copertura) tutto un terrapieno.
In realtà, nel manufatto intercapedine ha realizzato dei locali magazzino, che pur abusivi come costruzione, ha venduto ad altri. Questi successivamente li hanno "sanati" amministrativamente ottenendone una classificazione C/2 (magazzini) e in realtà utilizzati come garages, esterni o adiacenti al fabbricato vero e proprio ma all'interno di un'area di proprietà condominiale.
Al che ci si sono posti tre ordini di problemi tra acquirenti dei manufatti ex abusivi e il condominio:
1. Sono tenuti - al fine di determinare la quota di partecipazione a taluni spese (amministrazione, pulizia e manutenzione area esterna compreso il terreno divenuto area verde, la luce fornita al piazzale esterno...) - a far redigere a proprie spese una revisione dei millesimali?
2. Classificate "cantine" hanno diritto di usarle (e affittarle) come rimessa di autovetture?
3. Nel caso ultimo di uno dei due proprietari: che diritto ha questo (un erede dell'acquirente) - lamentanto di avere infiltrazioni d'acqua alla parete del suo manufatto locale (così costruito e acquistato) proveniente dal terreno attiguo al muro adiacente (ripeto come voluto dal costruttore) - di chiedere al Condominio di ...eliminare "i danni" che il terreno procura alla sua proprietà esclusiva?
Mi scuso della molteplicità dei quesiti e aspetto con fiducia risposte dai partecipanti e frequentatori di questo bel sito e forum.