Intanto grazie per gli interventi. Come supponevo, la situazione è complessa. Se varete ancora tempo e voglia di dedicarmi del tempo, vi dico che sono sicuro al 90 % (mi lascio un margine) che al comune sia stata fatta una Dia (parlo di oltre dieci anni fa). MI diceva l'architetto che non cambiando le volumetrie interne né il numero delle unità immobliari, andava fatto così. Peraltro, il comune non ha avuto nulla da ridire.
Quello che mi piacerebbe fare è regolarizzarmi ma mantenendo sia io che mia moglie la titolarità ognuno del suo appartamento, senza cedere parti di proprietà né riaccatastare, e ciò, come dicevo, sia per i costi, sia perché un domani, ritirando su un muro e riaprendo un varco, la situazione torna (pressoché) come prima. Tenete conto che adesso l'unità dove di fatto viviamo è composta dal mio appartamento (che ha cucina e bagno) più un pezzo di quello di mia moglie (che ha il bagno ma non la cucina), mentre l'appartamentino di risulta ha angolo cottura e bagno.
Leggendovi, mi sono fatto questa idea: in teoria dovremmo prima andare dal notaio e fare una cessione del 50 % reciproca del mio appartamento e di quello di mia moglie, però in verità quello di mia moglie vale molto di più, quindi più facilmente il notaio (con un tecnico?) dovrebbe individuare le corrette percentuali di proprietà. Poi dovremmo andare in catasto, ovviamente dopo aver chiesto l'intervento di un tecnico, e far riaccatastare i due "nuovi" appartamenti. Con costi credo non indifferenti (avete un'idea?) e con il risultato che nessuno avrebbe più un appartamento in esclusiva.
Per evitare questo, una soluzione di compromesso, meno corretta ma più pratica e conveniente, potrebbe essere, dopo aver riaperto un varco tra l'appartamentino e l'unità "principale", quella di "accorpare" i due appartamenti come ha fatto fm8, con l'annotazione in catasto, e poi, previa chiusura della porta posta sul nuovo varco, eventualmente affittare pozione dell'appartamento (cosa che ora è espressamente disciplinata anche dalle istruzioni sul 730). Certo, resta la discrasia in comune, ma al limite potrei anche comunicargli l'apertura della porta (ma sarebbe obbligatorio? NON trattasi di muro portante). Manterrei distinti i contratti di formitura, atteso che gli impianti sono fatti in maniera tale che servono distintamente l'unità principale e l'appartamentino.
Che ne pensate? Cmq grazie ancora.