Buongiorno a tutti.
Nel mio girovagare per il web (e non solo) alla ricerca di risposte, ho trovato questo sito, dove ho letto interventi interessanti e utili. Ora spero che qualcuno possa essere d'aiuto anche a me. La mia è una situazione simile a quella di altri, ma nessuna coincidente del tutto.
Si tratta di questo. Ormai decenni fa ho acquistato un piccolo appartamento sullo stesso piano della mia fidanzata. Ciò ha fatto sì che lei, di fatto, vivesse gran parte della sua giornata nel mio appartamento. Quando ci siamo sposati, l’unica cosa che è cambiata è che lei dormiva da me, per il resto ha lasciato tutte le sue cose nella casa dei suoi (troppo piccola la mia). Qualche anno dopo (ormai più di 10 anni fa) si è liberato un appartamento, più grande, adiacente al mio, che mia moglie (avevamo da poco fatto la separazione dei beni) ha acquistato, peraltro come prima casa. Abbiamo avuto così la possibilità di allargarci.
Tuttavia, non necessitandoci tutto lo spazio del neo acquistato appartamento di mia moglie, ne abbiamo preso gran parte, ed il resto ne abbiamo fatto un mini appartamento da affittare. I lavori sono stati seguiti da architetto con regolari denunce al Comune (credo sia stata fatta una DIA) che ha anche mandato i vigili a controllare, riscontrando la regolarità del tutto.
Quindi, di fatto, abbiamo unito in un unica unità tutto il mio appartamento e parte del suo. Il resto è rimasto indipendente. Se al comune la cosa è stata dichiarata (hanno, ovviamente, i progetti), catastalmente non abbiamo fatto nessuna variazione, sia per motivi economici (paventati costi per riaccatastamento, per tabelle millesimali, per eventuali notai), sia perché nella vita non si può mai sapere, ed in caso di separazione sarebbe bastato abbattere un muro e tirarne su un altro e i due appartamenti ritornavano distinti e con proprietà esclusive.
Le forniture così sono rimaste distinte e abbiamo sempre dichiarato distintamente le due case. Anche l’ICI l’abbiamo pagata separatamente come prima casa tutti e due. Alla nascita di mio figlio (un paio d'anni dopo) le cose sono cambiate, perché il comune ci ha contestato che non potevamo avere due prime case. Così abbiamo scelto il mio come prima casa e quello di mia moglie come seconda, anche se meno conveniente, perché nel frattempo l’appartamentino è andato affittato (sempre regolarmente dichiarato). Lo so, ci perdevamo, ma per comodità abbiamo fatto così.
Con l’IMU le cose cambiano, e pagare come seconda casa l’intero appartamento di mia moglie, che è ben più grosso, quando di fatto in gran parte di esso ci viviamo, non mi sembra più sostenibile. Per cui mi sarei anche risolto a riaccatastare il tutto, quindi facendo figurare come nuove unità sia quella risultante dall’unione del mio con buona parte di quello di mia moglie, sia l’appartamentino di risulta. Ma leggendo qui, ho visto che probabilmente non è neanche possibile in quanto le proprietà delle due unita da unire sono diverse. Mi è sembrato di capire che però si potrebbe procedere ad un “accorpamento” ai fini fiscali, in cui l’unità immobiliare che risulterebbe dalla unione suddetta, rimarrebbe però con due distinte registrazioni catastali (salvo l’annotazione prevista) e quindi due distinti proprietari ognuno della sua parte: questa sarebbe una soluzione (se percorribile) ottimale, perché manterrei distinte le proprietà con possibilità di ripristino (in caso di problemi) però mi consentirebbe di regolarizzare la cosa. Ma è così? Pagherei l'IMU come abitazione princiaple sulla nuova u.i. con distinte proprietà? Qualcuno mi sa consigliare? Grazie in anticipo e una buona giornata a tutti.
Nel mio girovagare per il web (e non solo) alla ricerca di risposte, ho trovato questo sito, dove ho letto interventi interessanti e utili. Ora spero che qualcuno possa essere d'aiuto anche a me. La mia è una situazione simile a quella di altri, ma nessuna coincidente del tutto.
Si tratta di questo. Ormai decenni fa ho acquistato un piccolo appartamento sullo stesso piano della mia fidanzata. Ciò ha fatto sì che lei, di fatto, vivesse gran parte della sua giornata nel mio appartamento. Quando ci siamo sposati, l’unica cosa che è cambiata è che lei dormiva da me, per il resto ha lasciato tutte le sue cose nella casa dei suoi (troppo piccola la mia). Qualche anno dopo (ormai più di 10 anni fa) si è liberato un appartamento, più grande, adiacente al mio, che mia moglie (avevamo da poco fatto la separazione dei beni) ha acquistato, peraltro come prima casa. Abbiamo avuto così la possibilità di allargarci.
Tuttavia, non necessitandoci tutto lo spazio del neo acquistato appartamento di mia moglie, ne abbiamo preso gran parte, ed il resto ne abbiamo fatto un mini appartamento da affittare. I lavori sono stati seguiti da architetto con regolari denunce al Comune (credo sia stata fatta una DIA) che ha anche mandato i vigili a controllare, riscontrando la regolarità del tutto.
Quindi, di fatto, abbiamo unito in un unica unità tutto il mio appartamento e parte del suo. Il resto è rimasto indipendente. Se al comune la cosa è stata dichiarata (hanno, ovviamente, i progetti), catastalmente non abbiamo fatto nessuna variazione, sia per motivi economici (paventati costi per riaccatastamento, per tabelle millesimali, per eventuali notai), sia perché nella vita non si può mai sapere, ed in caso di separazione sarebbe bastato abbattere un muro e tirarne su un altro e i due appartamenti ritornavano distinti e con proprietà esclusive.
Le forniture così sono rimaste distinte e abbiamo sempre dichiarato distintamente le due case. Anche l’ICI l’abbiamo pagata separatamente come prima casa tutti e due. Alla nascita di mio figlio (un paio d'anni dopo) le cose sono cambiate, perché il comune ci ha contestato che non potevamo avere due prime case. Così abbiamo scelto il mio come prima casa e quello di mia moglie come seconda, anche se meno conveniente, perché nel frattempo l’appartamentino è andato affittato (sempre regolarmente dichiarato). Lo so, ci perdevamo, ma per comodità abbiamo fatto così.
Con l’IMU le cose cambiano, e pagare come seconda casa l’intero appartamento di mia moglie, che è ben più grosso, quando di fatto in gran parte di esso ci viviamo, non mi sembra più sostenibile. Per cui mi sarei anche risolto a riaccatastare il tutto, quindi facendo figurare come nuove unità sia quella risultante dall’unione del mio con buona parte di quello di mia moglie, sia l’appartamentino di risulta. Ma leggendo qui, ho visto che probabilmente non è neanche possibile in quanto le proprietà delle due unita da unire sono diverse. Mi è sembrato di capire che però si potrebbe procedere ad un “accorpamento” ai fini fiscali, in cui l’unità immobiliare che risulterebbe dalla unione suddetta, rimarrebbe però con due distinte registrazioni catastali (salvo l’annotazione prevista) e quindi due distinti proprietari ognuno della sua parte: questa sarebbe una soluzione (se percorribile) ottimale, perché manterrei distinte le proprietà con possibilità di ripristino (in caso di problemi) però mi consentirebbe di regolarizzare la cosa. Ma è così? Pagherei l'IMU come abitazione princiaple sulla nuova u.i. con distinte proprietà? Qualcuno mi sa consigliare? Grazie in anticipo e una buona giornata a tutti.