Vi chiedo,ma se io scelgo un tasso variabile,perchè dovrebbe costarmi di più l'accollo che il nuovo??
Una delle componenti che va a formare il tasso applicato al capitale per quantificare gli interessi maturati, è lo
spread. Lo spread è il "margine" che le banche applicano, e che comprende - oltre agli utili - i costi di copertura dal rischio raccolta. Evidentemente il mutuo che ti dovresti accollare aveva uno spread più elevato, cosicché a parità di variabilità del tasso (basata ad esempio, ma non solo, sull'Euribor) devi aggiungere un numerello (lo spread) che può essere più alto (2%) o meno alto (1%). Mettiamo che quello che ti dovresti accollare avesse uno spread dell'1,5 %, e quello che faresti oggi abbia uno spread dell'1%: a parità di tasso variabile, ti converrebbe oggi, FERME RESTANDO TUTTE LE ALTRE CONDIZIONI OVVIAMENTE.
Per avere un'idea di quanto può cambiare la rata considera che una differenza dell'1% applicata a 100.000 Euro di debito produce una variazione di circa 50 Euro al mese, che sono 600 euro l'anno (ci paghi l'IMU su una casa modesta).
Il tasso di interesse dei mutui a tasso variabile è composto dal tasso Euribor, che rappresenta il costo del denaro (v. tasso euribor), e lo spread che sta ad indicare il guadagno della banca o ente finanziatore (v.spread). Lo spread, è un parametro soggettivo legato alla politica economica della banca finanziatrice, pertanto tra le varie proposte di mutuo a tasso variabile, possiamo trovare notevoli differenze.
Un'altra cosa che mi sento di dover sottolineare è che ESISTONO TANTI TIPI DI MUTUI A TASSO VARIABILE: ad essempio esistono i mutui a tasso variabile e rata costante, ovvero sia se aumenta il tasso, tu paghi (ad esempio!!) sempre 500 euro al mese, semplicemente AUMENTA LA DURATA (anziché durare 20 anni ne dura 25).
Altra cosa a cui devi fare differenza, nel mutuo a tasso variabile, è il TASSO DI INGRESSO ed il TASSO A REGIME:
Possiamo trovare tra le varie proposte di mutui a tasso variabile, la presenza ed utilizzo dei cosiddetti tasso d’ingresso e il tasso a regime; il primo rappresenta un tasso applicato per i primi mesi di vita del mutuo per poi dare spazio al tasso a regime, che è il tasso effettivo “ufficiale” del mutuo. Generalmente il tasso di ingresso è un tasso promozionale, pertanto è raccomandato verificare che il tasso pubblicizzato su varie proposte di mutuo, sia quello a regime o quello d’ingresso, per poi continuare nella valutazione corretta dell’opportunità capitateci.
Quindi, informati più che altro sul tasso a regime: è inutile che il tasso d'ingresso per il primo anno sia lo 0,05 %, se poi dal 2° anno al 30° anno paghi il 7%.
In sostanza, per poter fare una OGGETTIVA VALUTAZIONE della convenienza o meno all'accollo del vecchio mutuo, bisogna leggere il contratto di mutuo (vecchio) con estrema attenzione (se necessario farsi aiutare da un amico ragioniere o commercialista per interpretarne le varie clausole), e valutare la proposta offerta oggi dalla Banca.
Difficilmente Banche e Uffici Postali remano a favore del Cliente...
A me ad esempio le poste stanno cercando di convincermi a passare ad un conto che mi costerebbe il doppio della formula attuale, sperando che io non me ne accorga (traduzione: BancoPosta Più è una sòla!!).